Quando l’assurdo ha senso

Per festeggiare i primi dieci anni di Policardia Teatro, La Brilla di Quiesa dedica un’intera giornata al teatro quale forma di condivisione. Dopo cena, riflettori accesi sugli allievi del Centro di Creazione Teatrale

Facciamo un passo indietro. Andrea Elodie Moretti fonda a Viareggio, nel 2004, la Policardia Teatro che, a sua volta, dà vita al Centro di Creazione Teatrale, dove lavorano da molti anni – a stretto contatto con giovani interessati alla forma teatrale quale spazio di condivisione di vissuti ed emozioni – alcuni interpreti del Mahâbhârata di Peter Brook, quali Mamadou Dioume, Bruce Myers e Corinne Jaber (premio Molière 2001).
Un’esperienza, questa, festeggiata con una serie di spettacoli a La Brilla, un edificio recentemente restaurato e che vuole diventare centro di creazione culturale per una zona – l’entroterra viareggino – spesso trascurata a favore delle località balneari ma che offre paesaggi naturali e borghi di sicuro interesse.
Ecco, quindi, che sulle rive del lago di Massaciuccoli, in un’oasi naturale tra le più suggestive della Toscana, abbiamo il piacere di assistere a uno spettacolo costruito con una serie di pezzi brevi, coordinati più che diretti, vista l’impostazione di Mamadou Dioume, e portati in scena da alcuni giovani che frequentano di Centro di Creazione Teatrale da alcuni anni – proprio perché il teatro, per Policardia, è inteso come forma di crescita personale e dialogo con l’altro più che come semplice esibizione di qualità interpretative.
E veniamo ora allo spettacolo. Non si pensi che abbiamo assistito a un semplice saggio di fine corso, tutt’altro. Innanzi tutto, Dioume ha scelto alcuni testi contemporanei che rivitalizzano il teatro dell’assurdo rendendolo nuovamente attuale – lontano, quindi, da quei giochi di parole ormai privi di significato in stile La cantatrice Calva – perché attinenti alla nostra realtà quotidiana, trattando temi quali la disoccupazione, la guerra e persino l’incesto – visto però non attraverso lo stereotipo occidentale edipico di ignoranza/colpa/punizione, bensì quale espressione di un discorso antropologico sull’endogamia, ossia la riproduzione della specie all’interno di una famiglia, di una tribù e, per estensione, persino di una nazione.
A questo punto molti si immagineranno uno spettacolo noioso o, peggio, banalmente didattico-pedagogico. Tutt’altro. I testi scelti – come I quattro sketch di Harold Pinter – possiedono tutti una levità che li rende godibili, oltre a un uso del linguaggio che sebbene possa identificarsi con il cosiddetto teatro dell’assurdo, si allontana da quella forma ormai un po’ svuotata di senso perché basata soprattutto sui giochi di parola, e si avvicina a quello straniamento brechtiano ancora attualissimo che permette, attraverso uno spostamento di senso, di rendere gli spettatori straniati (ossia perturbati e, quindi, critici di fronte a quanto si racconta sul palco). Anche perché, come lo stesso Dioume afferma (rifacendosi allo stesso Brecht), nel Centro di Creazione non si insegna agli attori a immedesimarsi in un ruolo per imitare un personaggio altro da sé, quanto a porre il personaggio di fronte al pubblico per compartecipare con il pubblico stesso della sua storia, delle sue angosce e dei suoi pensieri.
Il risultato? Oltre un’ora di divertimento intelligente, fruibile a più livelli, come provato dalle risate felici dei bambini presenti in sala.

Simona M. Frigerio

Lo spettacolo è andato in scena:
La Brilla

via Pietra a Padule – Quiesa (Massarosa)
giovedì 30 ottobre, ore 21.30

Autori contemporanei
Il maestro Mamadou Dioume dirige gli allievi del Centro di Creazione Teatrale

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