Uno sguardo al futuro per esplorare la nostra interiorità e riflettere su quanto ci connota come individui unici e irripetibili: le esperienze che abbiamo fatto. Edoardo Erba prova a immaginare cosa accadrebbe se con una semplice operazione ce ne privassero.
Risale ormai a un decennio fa il debutto di Amleto², la rilettura in chiave farsesca della tragedia shakespeariana firmata e interpretata da Filippo Timi. Nelle pause tra gli atti dello spettacolo faceva capolino Marina Rocco nei panni di una Marilyn Monroe dei giorni nostri, un po’ spaesata e molto frustrata per il corso delle cose.
Spaesamento e frustrazione che, evolvendo rapidamente in rabbia, caratterizzano Cruz, il nuovo personaggio interpretato dalla Rocco in R.A.M., il dramma futuristico scritto da Edoardo Erba e diretto da Michele Mangini in questi giorni in scena in prima nazionale al Teatro Parenti di Milano.
L’azione si svolge nel 2120. Il disastro ambientale avanza inarrestabile: ampia parte della superficie terreste è ormai desertificata obbligando la popolazione ad affollarsi nelle poche aree abitabili. In un simile contesto il divario economico tra le classi sociali si è accentuato ulteriormente e al vertice della piramide ci sono gli Aumentati, esseri umani praticamente perfetti grazie a un DNA ottimizzato. A loro è riservata la zona urbana centrale, un’area cinta da alte mura per separarli dal resto della popolazione. Per separarli dalla vita vera. Unica opportunità per allargare il loro bagaglio di esperienze è farsi trapiantare i ricordi delle persone dei ceti inferiori.
Cruz è uno di questi donatori di ricordi ed esperienze, incluse quelle più intime. Se la donna abbia agito mossa dal bisogno di liberarsi di un passato doloroso o dalla necessità di soldi non è dato saperlo. Non se lo ricorda e tutto è stato predisposto affinché dopo l’operazione si risvegliasse in una casa lussuosa ma nuova, dove non fosse presente alcuna traccia di chi fosse. Persino la sua cameriera androide di sesto livello – l’ultimo prima della rottamazione – è stata riprogrammata. A vestire i panni del robot che, a causa dell’usura dei circuiti, si permette di battibeccare con la padrona è Gabriella Franchini che riesce ad alleggerire una storia a tratti davvero troppo greve.
La donazione o, meglio, la vendita della memoria getta Cruz nello sconforto: non conosce il motivo di tale drastica decisione, vuole ricordare chi sia, da dove venga, se Cruz sia il suo vero nome e molto altro ancora. È come un computer cui sia stata cancellata la R.A.M., la memoria primaria, e su cui ora serva installare nuovi dati e programmi.
Su suggerimento di un dottore dal fare ambiguo e losco (Giovanni Battista Storti), la giovane donna entra in un gruppo di supporto dove – come agli alcolisti anonimi – dialoga con persone che hanno vissuto la sua stessa esperienza, che le spiegano gli usi sia leciti sia clandestini che verranno probabilmente fatti dei suoi ricordi e per invitarla a costruirsene di nuovi. Ad approfittare di questa occasione per ridisegnare la propria storia. Dopo l’iniziale ostilità Cruz viene travolta da una vorticosa girandola di colpi di scena che non anticiperemo ma che tuttavia suggeriamo di non perdere.
Michele Iodice è autore dell’interessante e immensa scultura luminosa che riveste la parete di fondo del palcoscenico e di costumi intessuti di suggestioni di celebri film e serie di fantascienza della seconda metà del XX secolo.
Marina Rocco offre un’interpretazione coinvolgente.
Bravi anche gli attori in scena con lei nel cimentarsi con un testo in grado di ricordare a una società, che troppo spesso antepone l’apparire all’essere, come senza i ricordi l’immagine riflessa nello specchio non è un individuo ma una forma qualsiasi.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala Grande
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a giovedì 30 giugno 2022
www.teatrofrancoparenti.itR.A.M.
di Edoardo Erba
regia Michele Mangini
con Marina Rocco, Gabriella Franchini, Alberto Onofrietti, Giovanni Battista Storti, Irene Vetere
e in video Angelo Curti, Adriano Falivene, Marco Montecatino
scene e costumi Michele Iodice
luci Pasquale Mari
video Alessandro Papa
assistente alla regia Luca De Lorenzo
assistente scene e costumi Giorgia Lauro
produzione Teatro Franco Parenti / Goldenart
durata 1 ora e 30 minuti
prima nazionale