In occasione delle festività natalizie arriva a Milano un grande capolavoro della storia dell’arte.
Nel lungo fine settimana che precede Sant’Ambrogio il Comune di Milano spalanca le porte di Palazzo Marino a cittadini e turisti per permettere loro di ammirare gratuitamente l’Adorazione dei Pastori, una straordinaria pala d’altare dipinta nel 1608 da Pietro Paolo Rubens per la Chiesa di San Filippo Neri a Fermo. Dopo la minuta Madonna Esterházy di Raffaello, esposta lo scorso anno, è questa la volta di un’opera dalle imponenti misure di 1,92×3 metri, oggi conservata nella Pinacoteca Civica della cittadina marchigiana. L’Adorazione dei Pastori è stata attribuita al Maestro fiammingo solamente nel 1927 grazie ad un’intuizione dello storico dell’arte Roberto Longhi; successive ricerche d’archivio hanno permesso di ritrovare il contratto con cui Padre Flamiano Ricci – Superiore dell’Ordine dei Filippini a Roma – per conto di Padre Francesco Francellucci – superiore dell’Oratorio di Fermo – commissiona a Rubens la tela da collocare nella cappella dedicata alla Natività. Dal documento emerge quanto Rubens sia un artista assai pignolo, che specifichi ogni dettaglio del lavoro, incluse le modalità di trasporto dell’opera dal suo studio romano alla chiesa fermana. Procedendo con la lettura si scopre come l’artista si sia accaparrato la possibilità di decidere in merito a elementi sino ad allora di competenza del committente: la composizione della scena, la quantità dei personaggi e la loro grandezza. Egli lavora di getto riuscendo a concludere il lavoro in tre mesi, la metà del tempo pattuito; due sono le sue fonti ispirazione: lo stile di Caravaggio e l’Adorazione dei Pastori (1529-30) eseguita da Correggio per la Basilica di San Prospero a Reggio Emilia e oggi conservata a Dresda. Molti sono gli elementi in comune con la pala d’altare eseguita da Correggio ma Rubens non li copia: li rielabora alla luce della sua vasta cultura in campo artistico. Negli otto anni trascorsi in Italia, dal 1600 al 1608, egli visita Venezia dove ammira i dipinti di Tiziano, Tintoretto e Veronese; a Mantova viene nominato dai Gonzaga pittore e ambasciatore di corte; fa quindi tappa a Genova, Firenze e, in due momenti diversi, a Roma dove resta impressionato da Michelangelo e Raffaello, dagli antichi autori greci e romani ma, soprattutto, da Caravaggio.
Ne l’Adorazione dei Pastori lo spazio della rappresentazione è diviso in tre parti. Le figure di San Giuseppe e di un pastore, quasi monocrome e sfumate nella penombra, hanno la funzione di quinta laterale; i corpi, leggermente troncati dalla cornice della pala, in realtà sembrano proseguire oltre tale limite fisico e proiettarsi idealmente nel mondo reale ove acquisiscono tridimensionalità. La parte superiore è caratterizzata dalla presenza degli angeli giunti dall’alto dei cieli recando un cartiglio annunciante la nascita di Gesù.
Nella parte bassa della tela l’attenzione dell’osservatore è catalizzata dal Bambino appena nato e adagiato sulla paglia i cui filamenti risplendono più dell’oro e irradiano luce tutt’attorno. La Vergine è rappresentata a figura intera, chinata sul piccolo e, con un sapiente incrocio di mani, lo mostra al mondo intero. Il suo corpo è monumentale, rivestito di abiti riccamente panneggiati; il volto marmoreo richiama la maestosità delle sculture antiche osservate da Rubens nei palazzi romani ma il lieve colorito rosato lo rende estremamente dolce e realistico. Di fianco a lei è rappresentata una contadinella e, di fronte, un pastore con il corpo segnato dal duro lavoro quotidiano e le gambe possenti che ricordano quelle affrescate da Michelangelo sulle volte della Cappella Sistina. L’uomo, accovacciato in fianco alla mangiatoia, indossa una veste color rosso accesso – tonalità cara a Tiziano; questa figura sgargiante ha la funzione di creare un collegamento ideale tra il pubblico e l’opera: egli infatti guarda negli occhi i fedeli mentre, con il dito della mano sinistra, indica loro Gesù.
Completa il gruppo di persone raccolte in adorazione attorno al neonato un’anziana donna il cui profilo arcigno è simile a quello della serva presente in Giuditta e Oloferne (1598-99) di Caravaggio. Si tratta della levatrice Salomè – da non confondersi con la principessa coinvolta nel martirio di San Giovanni Battista – di cui si parla nel Protovangelo di Giacomo e nella Legenda Aurea – trattato tutt’oggi fondamentale per interpretare la ricca simbologia delle opere a tema religioso. Narrano i testi che la donna giunge alla stalla nel corso della notte per aiutare Maria durante il parto e per assicurarsi che quanto si mormora sul suo stato virginale sia corrispondente a verità. La levatrice viene punita per tanta sfrontatezza: appena si avvicina alla Madonna le sue mani si bloccano rattrappite; Salomè comprende e si pente della propria curiosità. Rubens decide di rappresentare il momento in cui Gesù, su intercessione di Maria, la perdona: il pittore pone le mani ossute della levatrice in primo piano, illuminandole vividamente mentre si compie il miracolo. È questo dunque il primo miracolo del Figlio di Dio, avvenuto molti anni prima della moltiplicazione dei pane e dei pesci alle nozze di Cana documentato nella Bibbia e l’escamotage di Rubens, mutuato da Caravaggio, di ambientare la scena durante una notte buia, con la luce delle stelle oscurata da una fitta coltre di nubi, enfatizza il bagliore divino.
La vista è un’esperienza suggestiva e irrinunciabile. L’architetto Corrado Anselmi ha proposto per Sala Alessi un allestimento ad alto coefficiente scenografico che alludesse all’originaria collocazione del dipinto, ricostruendo un altare stilizzato davanti cui inginocchiarsi abbagliati dalla visione della divinità scesa in terra.
Silvana Costa
La mostra continua:
Palazzo Marino – Sala Alessi
piazza della Scala, 2 – Milano
sino a domenica 10 gennaio 2016
orario: tutti i giorni dalle ore 9.30 – 20.00
giovedì dalle ore 9.30 – 22.30
7 dicembre chiusura ore 12.00; 24 e 31 dicembre chiusura ore 18.00; 8 e 25 dicembre, 1 e 6 gennaio ore 9.30 -20.00
ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura
ingresso liberoRubens. Adorazione dei Pastori
con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali; Comune di Milano – Cultura
partner istituzionale Intesa Sanpaolo
con il sostegno di la Rinascente
un progetto di Palazzo Reale
in collaborazione con Pinacoteca Civica – Città di Fermo; Gallerie d’Italia Piazza Scala
organizzata da Civita
progetto allestimento Corrado Anselmi
www.comune.milano.it/rubensCatalogo:
Rubens. Adorazione dei Pastori
a cura di Anna Lo Bianco
112 pagine; 21 × 27 cm; brossura con alette; 35 immagini a colori
Marsilio Editori, 2015
prezzo 18,00 Euro in libreria, 15,00 Euro in mostra
www.marsilioeditori.it