Smarrimento

È in questi giorni in scena al Teatro Franco Parenti di Milano Smarrimento, una riflessione dolceamara sulla vita, sul dolore e, quando questo diventa intollerabile, sul bisogno di metterlo da parte e architettare un nuovo inizio.

Lucia Mascino è la protagonista del monologo cucitole addosso da Lucia Calamaro, un testo accattivante che ne valorizza le potenzialità interpretative, facendo leva su quel suo fare un po’ stropicciato, qui trasformato nello sconclusionato tentativo della protagonista di compiere un’analisi oggettiva – nei limiti del possibile – della propria vita. L’attrice marchigiana interpreta una scrittrice che da troppo tempo non pubblica più nulla, non perché in crisi creativa quanto forse proprio per la ragione contraria: adora gli inizi, inventare personaggi e situazioni, salvo poi perdere interesse per essi e lasciare la mente corra altrove, a cercare altre storie, altre persone.
È sera. Per l’indomani l’editore le ha organizzato una lettura delle bozze dell’ultimo romanzo iniziato. Reading concepito da un lato per risvegliare l’interesse del pubblico verso i libri che l’autrice ha già pubblicato e, dall’altro, per stimolarne la creatività e indurla a completare almeno uno dei tanti lavori rimasti in sospeso. La donna è sola in una camera d’albergo, in balia delle perplessità sull’incontro con i lettori e sull’effettiva utilità di ciò.
Perché dunque non confrontarsi con le persone in sala per un primo riscontro sul lavoro compiuto?
Lucia Mascino abbatte quindi la quarta parete e lascia la scrittrice esponga dubbi, considerazioni e idee al pubblico, con una particolare predilezione per quanti seduti nell’ultima fila della galleria di una sala piena in ogni ordine di posto. Affronta questioni lavorative, famigliari e personali ma, in particolare, si focalizza sulla necessità di imparare a gestire i piccoli grandi eventi che generano dolore al fine di evitare che possano paralizzare emozioni e azioni.
Anna, una tra i più amati personaggi che la scrittrice abbia creato, diventa la perfetta metafora per parlare di sé, prestandole situazioni ed emozioni ma, soprattutto, perdendosi al pari di lei in grandi dilemmi esistenziali. Contraltare di Anna è Paolo, il marito che, disoccupato, si prende cura della famiglia sollevando mille quesiti di ordine pratico sulla gestione della casa e sul rapporto con i figli che crescono. Una inversione dei ruoli rispetto agli stereotipi imperanti fino a pochi decenni fa ma la recessione, al di là della facile ironia, ha anche il pregio di aver scombinato le carte all’interno della famiglia.
Un escamotage utile anche per spiegare che, quando non si prospettano vie di fuga, o ci si fa prendere dallo smarrimento e si soccombe o si trova il modo di mettere da parte il dolore e ricominciare da capo una relazione, un lavoro o anche solo capire come gestirli in modo diverso.
Lucia Calamaro ha scritto un monologo convincente e avvincente con il continuo rimbalzare da un personaggio all’altro, creare situazioni che, a guisa di vasi comunicanti, fluiscono l’una nell’altra e terminano con considerazioni che dal palcoscenico toccano l’animo di ciascuna delle persone in sala. Lucia Mascino è infatti accattivante e convincente quando, con il fare pensieroso e un pizzico sarcastico, i capelli arruffati e la testa leggermente piegata di lato, osserva la platea mentre con gli occhi sembra frugare nell’animo dei presenti.
La scrittrice, al di là dei pilastri intellettuali su cui fonda le proprie certezze, lascia intendere che il contesto che ha indubbiamente contribuito a creare ora non la soddisfa più. Non le appartiene più, non vi si trova a proprio agio, un po’ come in quella camera d’albergo che, per quanto creata a imitazione di un angolo di casa sua, con quei mobili minimalisti e i colori neutri, non fa che aumentare il senso di straniamento.
L’unica via di fuga resta il confronto con il pubblico.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala AcomeA
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 20 febbraio 2022
con obbligo di Green Pass Rafforzato
www.teatrofrancoparenti.it

Smarrimento
uno spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro

per e con Lucia Mascino
scene e luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
allestimento tecnico Mauro Marasà
tecnici Cosimo Maggini, Michele Stura, Jacopo Pace, Federico Occhiodoro, Marco Scattolini, Lorenzo Guerriero
amministratore di compagnia Serena Martarelli
direttore di produzione Marta Morico
organizzazione, distribuzione Alessandro Gaggiotti
assistente di produzione Claudia Meloncelli
comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
produzione Marche Teatro
durata 55 minuti