Stanno sparando sulla nostra canzone

Veronica Pivetti interpreta Jenny, la romantica fioraia protagonista di un noir in chiave musicale ambientato nella New York degli anni Venti, tra gangster, night club, gioco d’azzardo, prostituzione e misteriosi colpi d’arma da fuoco esplosi nel buio della notte.

Non è facile la vita per due innamorati nell’America del 1926.
Si prendano ad esempio Jenny e Nino, intenti una sera ad ascoltare con trasporto la propria canzone suonata nel vicino night club e d’improvviso interrotti da una sparatoria scoppiata dietro l’angolo. Succede spesso infatti che gli scagnozzi di Micky Malandrino si aggirino per il quartiere a regolare a suon di proiettili i conti con esponenti di gang rivali, traditori o insolventi.
Inizia così Stanno sparando sulla nostra canzone, il gustoso noir in chiave musicale proposto da Teatro Franco Parenti per trascorrere in allegria le festività di fine anno.
Veronica Pivetti è Jenny, l’eroina della storia, una donna al contempo indipendente e romantica. Si mantiene vendendo ogni sera fiori e loro derivati davanti al locale di Micky, l’unico punto della strada con un lampione funzionante, la posizione ideale per farsi vedere da potenziali compratori, confidando prima o poi arrivi l’amore della sua vita a sollevarla da tutto ciò, ammesso non lo abbiano già ucciso con una revolverata.
Quell’uomo non è sicuramente Nino (Brian Boccuni), per quanto lui si prodighi nel dichiararle il proprio amore. Miseria, il suo cognome, è la perfetta descrizione della sua situazione finanziaria, ormai seriamente compromessa dalle continue perdite al gioco e Jenny, per quanto non lo ami abbastanza da sposarlo, acconsente ad aiutarlo a mettere insieme i soldi necessari a estinguere il debito.
L’economia sembra invece essere il pallino di Micky Malandrino (Cristian Ruiz), il padrino della situazione vestito rigorosamente con un completo gessato, con un debole per la bella Jenny, che si diletta a paragonare il processo amoroso alle dimamiche proprie di un titolo azionario.
Questi i personaggi e la situazione all’inizio della storia. Noi non sveleremo altro di una trama che via via si infittisce, di un amore che si tesse con il sesso e sfuma nella gelosia mentre dall’ombra spuntano pistole a regolare conti da troppo tempo in sospeso. Il clima di suspense degno di tante gangster story è enfatizzato dal complesso disegno delle luci di Eva Bruno, concepito per mantenere il palcoscenico sprofondato nella penombra o avvolto dalla nebbia e a controbilanciare il minimalismo della scenografia. Lo stile dei costumi ideati da Valter Azzini è efficace nel contestualizzare la storia nei ruggenti anni Venti e la gran profusione di paillette che li ricopre è efficace nel riverberare la luce dei riflettori a far risplendere i personaggi in scena come star di un musical di Broadway. Un riferimento questo tutt’altro che casuale vista la forte componente musicale che accompagna Stanno sparando sulla nostra canzone, da Sex bomb, con cui Cristian Ruiz conquista il pubblico già all’apertura del sipario, al “finale all’americana” invocato da Veronica Pivetti per chiudere in modo appropriato questa storia ambientata per le strade di Manhattan.
Alessandro Nidi ed Elio Baldi Cantù sono gli autori del corposo lavoro di arrangiamento musicale di brani famosi, italiani e stranieri, utilizzati ora a fini narrativi ora a commentare l’azione in corso. Alessandro Nidi è autore anche delle musiche originali.
Il pubblico dal canto suo non resite e, senza pensarci troppo su, si lascia trascinare dalle canzoni di Renato Zero, Ligabue, Tom Jones, Gloria Gaynor, Queen, David Bowie, Prince e tanti altri battendo il tempo o canticchiando a mezza voce il testo originale per poi abbandonarsi più e più volte in applausi a scena aperta.
Cristian Ruiz in scena è strepitoso tanto nel canto quanto nella danza e bravo Brian Boccuni nel contendergli la scena a ritmo di musica. Veronica Pivetti dal canto suo rivela una voce estremamente interessante e graffiante, perfettamente aderente a un personaggio come Jenny: una donna che si muove in punta di piedi in un mondo di uomini con la pistola mentre a Times Square Elizabeth Arden distribuisce rossetti color fuoco alle femministe in corteo. Una circospezione che tuttavia non trattiene la donna dal dare sfogo a uno spiccato senso dell’ironia, tanto nel constatare la propria condizione quanto nel liquidare l’entusiasmo di Nino. L’attrice è convincente anche nella danza, sia nel ruolo della dolce sognatrice sia in quello di femme fatale, seducendo il pubblico in sala così come i pezzi da novanta della gang.
Osservando la calda accoglienza riservata dal pubblico al debutto milanese di Stanno sparando sulla nostra canzone sorge spontaneo constatare come il Teatro Parenti non avrebbe potuto scegliere spettacolo migliore per accogliere in allegria il 2023 e mettere da parte per una sera gli affanni quotidiani. Meglio dunque affrettarsi ad acquistare il biglietto per la sera di sabato 31 dicembre.

Silvana Costa

L0 spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala Grande
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 8 gennaio 2023
www.teatrofrancoparenti.it

Stanno sparando sulla nostra canzone
una black story musicale di Giovanna Gra
musiche Alessandro Nidi
ideazione scenica e regia Gra&Mramor
con Veronica Pivetti
e con Cristian Ruiz, Brian Boccuni
aiuto regia Alessandro Marverti
arrangiamenti musicali Alessandro Nidi, Elio Baldi Cantù
luci Eva Bruno
fonica Andrea Mazzucco
costumi Valter Azzini
produzione a.ArtistiAssociati in collaborazione con Pigra
durata: 1 ora e 20 minuti