Stasera si può entrare, fuori

eva-riccobono_ph-duilio-piagges-2Una suggestiva performance conduce il pubblico nei locali della Palazzina affacciata sui Bagni Misteriosi, popolata da eteree creature che narrano racconti sospesi tra sogno e teneri ricordi.

Molta strada è stata percorsa in quattro anni: tanto è il tempo trascorso dalla stipula dell’accordo tra la Fondazione Pier Lombardo e il Comune di Milano per la riqualificazione del Centro Balneare Caimi. La scorsa estate un concerto di musica trance ha festeggiato, tra polemiche – a nostro parere inutili visti i vantaggi collettivi offerti alla cittadinanza da un simile intervento – e lodi, la riapertura alla balneazione delle due piscine vincolate quali beni monumentali. Il progetto complessivo, ancora in corso di esecuzione, punta a dar vita a spazi fruibili durante l’intero arco dell’anno, sia con la piscina piccola trasformata in inverno in pista di pattinaggio, sia con gli spogliatoi declinabili in spazi espositivi, sia con sale da mettere a disposizione degli artisti più creativi.
Molto è stato fatto e, alle porte dell’estate, quale migliore occasione per mostrarlo a quanti ci hanno creduto organizzando un evento loro dedicato? Dal 23 al 28 maggio è in scena Stasera si può entrare, fuori. Percorso teatrale in un luogo ai confini tra realtà e finzione. Una piccola follia di Andrée Ruth Shammah.
Scena è forse una parola inappropriata poiché gli interpreti non recitano su uno dei palcoscenici del Teatro Franco Parenti ma vagano come spiriti per gli spazi dell’adiacente Palazzina con la ciminiera. L’edificio, nonostante mostri una facciata in perfetto ordine, cela al suo interno un cantiere in piena attività, destinato a trasformare gli ex locali delle caldaie e degli spogliatoi in un bistrot, sale polifunzionali e alloggi per artisti. Nonostante la fase ancora arretrata dei lavori è già possibile cogliere in nuce la magia di come si presenteranno la sala interrata illuminata da un enorme lucernaio o la terrazza con vista panoramica sulle piscine e il prato circostante.
Nel cortile, dinnanzi all’ingresso del futuro bistrot,  Andrée Ruth Shammah accoglie il pubblico da perfetta padrona di casa e, orgogliosa, illustra obiettivi realizzati e sogni in fieri. Le sue parole sono interrotte dall’arrivo di Vanessa Korn, splendida sirena, che fa cenno di entrare. Come Alice, varcata la soglia, gli spettatori si ritrovano in un mondo fantastico, popolato da esseri a volte evanescenti altre rumorosi. Ogni stanza riserva nuove sorprese, gli strani personaggi  che qui abitano si fanno coraggio e via via vengono allo scoperto, illustrando le meraviglie di quel mondo fatato.
Eva Riccobono, con l’aria confusa della bambina svegliatasi di soprassalto dopo un sogno, si palesa abbracciata ad un guanciale e Irene Grazioli – che da tempo non è più la ragazzina del muretto –  inforca gli ampi occhiali per leggerle brani che la facciano nuovamente assopire. Nell’interrato va in scena un raffinato gioco di ombre quando Valentina Picello giunge alla ricerca di qualcuno che l’aiuti a realizzare i suoi folli progetti; Loris Fabiani, iroso, invoca il silenzio per concentrarsi prima dell’esibizione e scaccia I Duperdu che lo infastidiscono con la loro musica. La sirena esorta allora il pubblico a seguirla verso quello che è il suo habitat naturale, la piscina, dove ad attendere c’è Gianluigi Gherzi. L’attore, di casa al Parenti, condivide i ricordi legati al Centro Caimi frequentato in gioventù e poi visto scivolare nell’incuria e nell’abbandono progressivi. Poi di nuovo dentro, per un numero di danza ed esercizi per imparare a ridere ed alleggerire l’animo. In biblioteca Andrée Ruth Shammah legge un toccante brano scritto dalla sorella Colette ricordando la madre: la fantasia per un attimo lascia il campo alla realtà ma, quando la commozione si fa largo nei cuori del pubblico, Eva Riccobono sale in terrazza invitando i presenti a salire le scale dietro di lei.
Dimostrando una perfetta sincronia con i tempi della rappresentazione in atto, il sole rosso del tramonto ha nel frattempo ceduto il campo alla notte, rendendo lo scenario più suggestivo per ospitare le ultime performance. Un liberatorio ballo finale sotto le stelle coinvolge in un unico movimento il cast e gli spettatori, permettendo così di liberare la tensione emotiva accumulata nel corso del peregrinare tra le stanze della Palazzina. I brani letti e recitati sono composizioni scritte appositamente per l’evento o estrapolate da testi non prettamente teatrali ma non per questo meno suggestivi e capaci di guidare la fantasia tra i flutti. L’acqua delle piscine è co-protagonista di Stasera si può entrare, fuori, in scena grazie ai costumi degli attori, molti dei quali realizzati nei toni del verde acqua, utilizzando tessuti impalpabili che alla brezza della sera ondeggiano leggeri.
Noi per descrivere l’esperienza non troviamo altra strada che prendere a prestito le parole de L’infinito di Leopardi – anche se non compare nella lista degli autori selezionati da Andrée Ruth Shammah –  ammutoliti da tanta poesia perchè “s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare”.

Silvana Costa

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Lo spettacolo continua:
Palazzina dei Bagni Misteriosi
ingresso da via Sabina/largo Parenti – Milano
fino a domenica 28 maggio 2017
orario: 20.30
www.teatrofrancoparenti.it

Stasera si può entrare, fuori
Percorso teatrale in un luogo ai confini tra realtà e finzione
Una piccola follia di Andrée Ruth Shammah

con Eva Riccobono, Vanessa Korn, Irene Grazioli, Valentina Picello, Loris Fabiani, Francesco Sferrazza Papa, I Duperdu – Marta Maria Marangoni e Fabio Wolf, Elena Gaffuri, Salvatore Costa, Giacomo Rabbi, Giulia Pesenti, Lorenzo Vitalone, Pietro Pirelli, Dario Buccino, Gianni Ferrario, Pilar Bravo, Gianluigi Gherzi, Federica Santambrogio, Benedetta Frigerio, Alessandra Amicarelli, Elena Cerruto, Alfredo Gioventù, Isa Traversi, Matteo Ceccarini, Michele Tadini
testi di Carl Gustav Jung, Franco Michieli, Gaetano Sansone, Alejandro Jodorowsky, Colette Shammah, Vanessa Korn, Gianluigi Gherzi, Giorgio Caproni, Emily Dickinson, Leonardo Magini, Junichiro Tanizaki, Sigmund Freud, Anna Kavan, Giorgio Melazzi, Maurice Maeterlinck