Stefano De Luigi. Iδγsseγ

In mostra alla Fondazione Stelline il progetto fotografico e multimediale, ispirato all’Odissea, realizzato da Stefano De Luigi, uno tra i più apprezzati fotografi a livello internazionale e vincitore di quattro World Press Photo.“Musa, quell’uom di multiforme ingegno / dimmi, che molto errò, poich’ebbe a terra / gittate d’Ilïon le sacre torri: / che città vide molte, e delle genti / l’indol conobbe; che sovr’esso il mare / molti dentro del cor sofferse affanni, / mentre a guardar la cara vita intende, / e i suoi compagni a ricondur: ma indarno / ricondur desïava i suoi compagni, / ché delle colpe lor tutti periro.” Così, nella bella traduzione di Pindemonte, inizia il viaggio di Ulisse da Troia verso casa: nonostante torni da vincitore, l’eroe deve affrontare molte più traversie di Enea, in fuga da quella stessa città in fiamme verso l’ignoto, alla ricerca di una nuova patria. L’Odissea è una storia meravigliosa, affascinante ad ogni età la si legga, oggi più attuale che mai scorgendo nelle traversie narrate da Omero le analogie con i drammi di tanti popoli obbligati a lasciare il paese natio. Ulisse è il viaggiatore per antonomasia, colui che sfida pericoli e divinità vincendo grazie all’arguzia, riuscendo infine a raggiungere la natia Itaca. Il riposo dalle fatiche non dura a lungo perché il richiamo del mare, il desiderio di viaggiare ma, soprattutto, di conoscere è più forte: Dante, nel XXVI canto dell’Inferno narra di come l’eroe sia morto in seguito ad un vortice che ne avvolge la nave in oceano aperto, oltre le colonne d’Ercole.
Il progetto di Stefano De Luigi, tra i più apprezzati fotografi a livello internazionale e vincitore di ben quattro World Press Photo in diverse categorie – abbiamo ancora stampata nella memoria la giraffa morta di stenti che gli valse il riconoscimento nel 2009 – si concentra sulle vicende narrate nel poema del cantore cieco, ripercorrendone le tappe salienti per raccogliere immagini e suggestioni con l’ausilio di soli due iPhone. Sì perché, in un’epoca in cui è difficile “sbagliare una fotografia” a livello tecnico, sfruttando le impostazioni automatiche di un apparecchio digitale, sono ancora l’occhio ed il cuore di chi pigia il tasto a fare la differenza nel rendere uno scatto suggestivo; va pure aggiunto che i moderni smartphone montano fotocamere a definizione talmente elevata da non farci rimpiangere gli strumenti più convenzionali.
La mostra contempla 90 fotografie dal formato quadrato caratteristico di Instagram, raccolte tra marzo e maggio del 2012 ripercorrendo la strada compiuta da Ulisse verso casa, toccando: Troia, Ismara, Djerba, Nisida, Stromboli, il Promontorio del Circeo, Cuma, Palinuro, Scilla e Cariddi, Trapani e l’isola di Mozia dalle origini fenice, Corfù e, finalmente, Itaca. De Luigi si sposta da un lato all’altro del Mediterraneo con mezzi non sempre convenzionali, sovente in compagnia degli emarginati che cercano un varco non sorvegliato per entrare in questa nostra società del finto benessere, dove regnano ingiustizie sociali e criminalità, toccando continenti e paesi diversi accomunati dallo stesso bagliore che il Mare nostrum imprime al paesaggio. Con lo sguardo tipico del reporter fisso sulla contemporaneità, Stefano De Luigi riesce a congiungere due poli opposti della nostra cultura, il passato ed il futuro: il Museo Nazionale di Cartagine dove una donna con il Chador viene ritratta di fianco all’enorme scultura di una principessa romana; l’Egeo in burrasca che, oggi come allora, sferza violentemente le coste; un tuffo nei pressi di Acitrezza dove svettano ancora le enormi rocce scagliate da Polifemo contro Ulisse in fuga; i flussi migratori lungo il fiume Evros; turisti a Canakkale in Turchia davanti al cavallo di legno (in realtà è un dono della produzione del film Troy); la solfatara sull’isola di Vulcano, immutata nei millenni esposta vicino alla Riserva dello Zingaro – dove ebbe luogo l’episodio dell’ Isola del Sole – devastata da fiamme dolose, così come accadde alla Città della scienza a Bagnoli. Implacabile De Luigi denuncia l’immigrazione clandestina e la criminalità organizzata, due fenomeni che in modo diverso umiliano l’essere umano e il territorio su cui insistono cancellando, con un solo colpo di spugna, secoli di civiltà.
A metà del percorso di visita l’allestimento prevede un momento di sosta poetica col cortometraggio curato da The New Yorker rimontando i singoli video in cui personaggi, incontrati da De Luigi lungo il tragitto, leggono e interpretano, nella loro lingua originale, estratti dal capolavoro omerico.

Silvana Costa

La mostra continua:
Fondazione Stelline – Gallery I
corso Magenta, 61 – Milano
fino a domenica 26 maggio
orario: martedì – domenica, 10 – 20 (chiuso lunedì)
ingresso gratuito
www.stelline.it

Stefano De Luigi. Iδγsseγ
progetto a cura di aBcM, Camilla Invernizzi, Agnese Da Col
mostra a cura di Laura Serani
direzione e coordinamento mostra Alessandra Klimciuk
organizzazione Francesca Radaelli, Elena Collina
art director 46xy Mario Piazza
testi Claudio Magris, Laura Serani
stampe LINKE
multimedia The New Yorker
videofocus UnDo.net
servizi didattici Ad Artem
www.stefanodeluigi.com
http://www.stefanodeluigi.com/index.php?/multimedia/idyssey/

visite guidate per adulti
il giovedì alle 18.30 2, 9, 16 e 23 maggio

visita laboratorio gratuita per famiglie con bambini dai 6 ai 12 anni
la domenica alle 16.30 (durata 75 min.) 12 e 26 maggio