Le Steli di Vicchio e di Kaminia in eccezionale dialogo tra loro

Due eccezionali reperti archeologici, provenienti da differenti aree del bacino del Mediterraneo, messi in dialogo tra loro permettono di avvicinarsi ulteriormente alla raffinata cultura etrusca.

Il 7 settembre 2022 la Fondazione Luigi Rovati ha inaugurato nella propria sede di corso Venezia 52 a Milano il nuovo Museo d’arte. Lo studio Mario Cucinella Architects ha curato la realizzazione dello spazio espositivo all’intero dell’ottocentesco palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro, ricreando al piano ipogeo le strutture tipiche delle tombe etrusche. Il nucleo principale del Museo è infatti costituito dai preziosi reperti della civiltà etrusca collezionati dalla famiglia Rovati. Pezzi che al piano nobile sono posti in dialogo con opere d’arte afferenti ad altre epoche, inclusa la moderna.
La Fondazione da subito affianca alla collezione permanente esposizioni temporanee: eccezionali per il valore dei manufatti provenienti da importanti istituzioni italiane e straniere. Ne sono un esempio le due Steli esposte al piano ipogeo sino al 16 luglio, due pezzi irrinunciabili per l’approfondimento dello studio dell’epigrafia e della scrittura etrusca che ancora tanti misteri deve svelare.

A pochi giorni dal Natale è giunta a Milano, grazie a un prestito del Museo Archeologico Nazionale di Atene, la Stele di Kaminia, rivenuta tra il 1883 e il 1885 sull’isola di Lemno.
Si tratta di una stele funeraria risalente al VI secolo a.C., opera di una colonia etrusca spintasi sino al Mar Egeo settentrionale e insediatasi sull’isola.
La Stele rappresenta la parte superstite di una lastra di calcare originariamente alta circa due metri, con inciso il ritratto del defunto: un guerriero mostrato armato di lancia e scudo. Quanto ritrovato dagli archeologi è la sola parte superiore della Stele, su cui si può ammirare il profilo del volto dell’uomo, illuminato da un pronunciato sorriso e cinto da una barba arricciata con cura. Intorno alla figura e lungo i fianchi della lastra di pietra è disposto un testo articolato su più righe e composto in parte in greco del tipo rosso (o greco-occidentale) e in parte in etrusco.

Un mese dopo è presentata alla stampa la Stele di Vicchio, rinvenuta nel 2015 nel Mugello, presso l’area di scavo del santuario di Poggio Colla. È la prima volta che il manufatto esce dai depositi della Sovrintendenza di Firenze per essere ammirato dal pubblico, certi che esporlo a Milano possa essere un’importante occasione per esimi studiosi e semplici appassionati di fare il punto sulla complessa opera di decifrazione del testo inciso. La lettura dei testi etruschi è una conquista risalente già a metà dell’Ottocento: se ne conoscono la semantica, la coniugazione dei verbi e le coniugazioni dei sostantivi. A oggi, tuttavia, è noto il significato di sole poche centinaia di parole: è questa lacuna nel dizionario, insieme alla nefasta corrosione naturale della pietra, a rendere l’operazione di decifrazione complessa e a prolungarla per anni.
La Stele di Vicchio presenta una delle iscrizioni in etrusco più lunghe mai rinvenute su supporto lapideo, iscrizione incisa sia sulla parte frontale – realizzata in epoche e grafie diverse – sia, anche in questo caso, lungo lo spessore dove è distribuita su due righe con andamento pseudo-bustrofedico. Gli archeologi ipotizzano che la pietra fosse rivestita di vari colori per far meglio risaltare le lettere incise.
A differenza della Stele di Kaminia la Stele di Vicchio è destinata a un uso cultuale come si deduce dal tema del dono, ricorrente nel testo, e dalla citazione di due divinità: Tinia e Uni, corrispondenti ai latini Giove e Giunone.
A Uni è dedicato il tempio sulle cui mura è stata trovata applicata la Stele, posizione da cui si deduce possa contenere le norme da rispettare nell’area di culto. Esami attenti rivelano come la Stele, datata VI sec. a.C., sia più antica dell’edificio aprendo così la strada all’ipotesi che originariamente lo spazio sacro fosse costituito da un semplice recinto con al centro un altare e, in un secondo momento, la comunità decida di monumentalizzarlo.
Il sito di scavo di Poggio Colla a Vicchio ha restituito una gran quantità di reperti, non solo elementi architettonici del tempio ma pure vasi in ceramica di tipo bucchero, decorati con animali e piante, destinati a contenere bevande e cibarie per i banchetti ivi realizzati, come testimonierebbero anche le ossa di animali presenti nel terreno.
Nel contesto della Fondazione Luigi Rovati le Steli di Kaminia e di Vicchio, per quanto inserite in un contesto museale dedicato alla civiltà etrusca, sono esposte decontestualizzate dal proprio ambito storico e culturale. Il fine dei curatori infatti è concentrarsi su questi due straordinari reperti di scrittura, ponendoli in dialogo tra loro e, solamente al termine della mostra, la Stele di Vicchio dovrebbe trovare una nuova e definitiva collocazione all’interno del Museo archeologico del Mugello e inserirsi in un articolato percorso storico-descrittivo delle antiche genti abitanti quell’area.

A quanti resteranno affascinati dalle lettere incise sulle Steli che oggi affiorano debolmente dalla roccia, preannunciamo che sono in programma quattro incontri dedicati alle antiche lingue italiche di età preromana: consultate il sito della Fondazione per scoprire date e orari o, meglio, abbonatevi alla newsletter. Sempre sul sito è possibile scoprire le tante altre iniziative proposte ad adulti e bambini, oltre ad accedere a podcast di approfondimento.
Segnaliamo infine che Fondazione Luigi Rovati aderisce all’iniziativa Domenica al museo consentendo ogni prima domenica del mese l’accesso gratuito ai propri spazi espostivi. Quale occasione migliore per avvicinarsi alla ricca collezione di reperti e opere d’arte, scoprendo le tante mostre in corso: sino al 5 marzo al piano nobile, per esempio, è possibile ammirare anche il lampadario etrusco di Cortona, raffinato manufatto in bronzo destinato a illuminare un luogo di culto.

Silvana Costa

La mostra continua:
Fondazione Luigi Rovati – piano ipogeo
corso Venezia, 52 – Milano
fino a domenica 16 luglio 2023
orario: mercoledì – domenica ore 10-20
chiuso lunedì e martedì, 1 gennaio, Pasqua, 25 aprile, 1 maggio, 25 dicembre
Pasquetta, 24 e 31 dicembre ore 10-15
la biglietteria chiude un’ora prima
www.fondazioneluigirovati.org

La Stele di Vicchio
a cura di Gregory Warden (Mugello Valley Archaeological Project), Giulio Paolucci (Fondazione Luigi Rovati)

in collaborazione con Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, Mugello Valley Archaeological Project

La Stele di Kaminia
Gli Etruschi e l’isola di Lemno
a cura della Scuola Archeologica Italiana di Atene, Emanuele Papi, Riccardo Di Cesare, Carlo De Domenico, Germano Sarcone