Due banchetti barocchi, dall’alto coefficiente scenografico, inducono il pubblico a riflettere sul cibo che consuma.
Teatro a Corte è, per vocazione, una realtà legata al territorio; con il passare delle edizioni, si dimostra sempre più attenta a coinvolgere enti ed istituzioni locali in iniziative che sublimino vicendevolmente le differenti potenzialità. Nell’anno di Expo anche a Torino si affrontano le problematiche legate all’alimentazione ed alla produzione sostenibile di cibo, sicuri di attrarre un’interessante fetta dei visitatori giunti a Milano da ogni parte del mondo e Teatro a Corte contribuisce con due eventi a tema.
Le installazioni con performance realizzate all’Accademia Albertina di Torino e nei Giardini della Reggia di Venaria Reale affrontano il tema dell’alimentazione, scagliandosi senza reticenza alcuna contro le cattive abitudini a tavola e le ipocrisie della società cosiddetta evoluta, secondo due punti di vista distanti eppure complementari. Se da sempre ha valore l’assioma “noi siamo ciò che mangiamo”, mai come oggi è importante informarsi sul cibo che introduciamo nel nostro corpo – sulle sue proprietà nutritive e sulle sue origini – per salvaguardare, a scala individuale, la salute e per ridurre, a livello globale, l’impatto sociale, economico e ambientale provocato dai correnti stili di vita.
Con-vivium è un allestimento ad alto coefficiente scenografico firmato da Valeria Piasentà, Massimo Voghera e Claudia Esposito, studenti dell’Accademia Albertina, che funge da sfondo a una performance dall’alto coefficiente emotivo. Nel seminterrato della Rotonda ottocentesca è posizionato un tavolo imbandito sontuosamente, secondo i dettami dello stile barocco rielaborato in chiave critica contemporanea. Alla tovaglia candida, lunga sino a terra, alle stoviglie dorate, al putto centrotavola accostato al pavone blu si contrappongono i video proiettati nei piatti dei commensali ed i vassoi colmi di scarafaggi. Gli insetti sembrano essere il filo conduttore del banchetto, presenti in tavola e richiamati dalle decorazioni nelle nicchie che circondano la sala. Le mosche non hanno qui il valore simbolico delle api araldiche della famiglia Barberini, disseminate dal Bernini sul Baldacchino di San Pietro, in omaggio al committente Papa Urbano VIII. Nel progetto degli scenografi, in Con-vivium gli scarafaggi e le larve simboleggiano la risorsa alimentare del futuro. Futuro che, come dimostra Expo, in molte aree del Mondo è già realtà a causa della scarsità di risorse da destinare a coltivazioni ed allevamenti. Il cibo dunque si trasfigura per mostrarci come dietro la convivialità si celi il dramma dello sfruttamento intensivo del territorio e gli insetti, con il loro aspetto ripugnante, incarnano – come accade nelle nature morte fiamminghe cinquecentesche – la fugacità della vita e la conseguente ansia per il futuro.
La dimensione patologica del rapporto con il cibo è esaltata dalla performance che denuncia la bulimia del consumo che ci porta a stipare nei nostri frigoriferi molto più di quanto sia umanamente possibile consumare, alla ricerca di un senso di sicurezza e conforto che, da un lato, ci induce a ingurgitare più di quanto sia necessario per vivere – con la conseguente insorgenza di grave obesità – e, dall’altro, a generare un alto livello di spreco.
Il falso convitto, allestito da Alice Delorenzi e Francesco Fassone nel Gran Parterre dei giardini della Reggia di Venaria Reale, sembra indurre il pubblico ad approfondire l’argomento, obbligandolo ad interrogarsi sulle derrate che stipa in dispensa. In quella che forse è la più maestosa delle dimore sabaude che compongono la cosiddetta “Corona di delizie”, viene riproposto il banchetto allestito il 15 agosto 1688, a Santa Maria Maggiore in Roma, dal Bernini, con l’ausilio del suo assistente Carlo Fontana. Oggi come allora il pubblico viene indotto a credere che potrà assaporare succulente portate ed invece si trova di fronte a nulla più che loro riproduzioni. Ogni pietanza è contraddistinta da un codice a barre che, nell’intrico del mercato globale, ci aiuterà a capire da dove – ma anche a che prezzo ed in che condizioni – arrivi sino sugli scaffali dei negozi e, da lì, nel nostro corpo. Con troppa leggerezza, come ci ricorda il simpatico teatrino di frutti canterini, ci facciamo affascinare dall’aspetto dei prodotti, sorvolando sulle reali proprietà nutritive, finendo per cibarci di coloranti, conservanti, insaporitori vari e poco più. Delorenzi e Fassone sfruttano la sequenza di vialetti e piazzette creati con la vegetazione per dar vita ad un percorso a tappe nei giardini della Reggia: a bordo di una confortevole vettura dorata, il pubblico viene progressivamente educato ad un consumo consapevole sino all’inaspettato epilogo.
Sono baroccheggianti sia le musiche composte da Andrea Negruzzo sia i costumi disegnati da Augusta Tibaldeschi che le modalità di comunicazione dei dati: nulla viene criticato ma elogiato alla massima potenza per il semplice desiderio di stupire i commensali virtuali. Ci sorprendiamo quindi – e, finalmente, ci riflettiamo su – per i chilometri percorsi dalle bistecche che dalla pampa argentina giungono sulla nostra tavola, per gli edulcoranti chimici che danno sapore ai prodotti light, per il business delle acque minerali in bottiglia o per l’inquinamento prodotto in modo diretto ed indiretto da questa catena commerciale.
Due installazioni che, mutuando la tecnica dallecatne di distribuzione di massa, ci inducono ad avvicinarci con i bagliori dorati delle loro tavole salvo poi colpirci duramente svelandoci la realtà su cosa mangiamo e, quindi, su cosa rischiamo di diventare.
Silvana Costa
Guarda il programma completo di Teatro a Corte
Lo spettacolo è andato in scena:
Accademia Albertina di Torino
via Francesco Morosini, 3 – Racconigi, Cuneo
16-17-18-19-23-24-25-26 luglio 2015
www.teatroacorte.it
www.accademialbertina.torino.it
installazione / performance
Italia
Con-vivium
ideatori del progetto e degli impianti scenografici e scenotecnici Valeria Piasentà, Massimo Voghera, Claudia Esposito
progetto dei sistemi interattivi e videoinstallazioni Ennio Berthrand
impianto illuminotecnico Liliana Iadeluca
realizzato dagli studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti Valentina Albanese, Marzia Barbierato, Silvia Brero, Concetta Denaro, Vanessa Dosio, Paola Invernizzi, Maria Mineo, Tommaso Rinaldi
a cura di Francesca Arri
Fondazione Teatro Piemonte Europa presentato nell’ambito di Scene d’Europa – Teatro a Corte / Festival delle Colline Torinesi
creazione per il festival
durata 15 minuti
Giardini della Reggia di Venaria Reale
piazza della Repubblica, 4 – Venaria Reale, Torino
fino a lunedì 12 ottobre 2015
orari giov, dom 15-18; ven, sab 17-22
www.teatroacorte.it
www.reggiavenariareale.it
percorso spettacolare interattivo
Italia
Il falso convitto
progetto e realizzazione di Alice Delorenzi, Francesco Fassone
musiche Andrea Negruzzo
costumi Augusta Tibaldeschi
scenografi realizzatori Andrea Fasano, Luca Loddo, Elisabetta Maniga, Yasmine Pochat
servizi di scena Giuseppe Fusco, Riccardo Padovan
grafica Elisabetta Serra
Fondazione Teatro Piemonte Europa, La Venaria Reale, Fondazione Live Piemonte dal Vivo
creazione per il festival