Da uno dei musei più celebri del mondo arriva a Milano una selezione delle opere collezionate dal gallerista Justin K. Thannhauser capace di raccontare, con strepitosi esempi, le tappe più significative delle sperimentazioni di inizio Novecento.
A Palazzo Reale di Milano, sino a inizio marzo, è possibile ammirare i 50 capolavori di Arte Impressionista, Post-impressionista e d’Avanguardia giunti in prestito da New York per la mostra Guggenheim. La collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso. Si tratta di un evento imperdibile che, al di là della valenza estetica delle opere, cerca di rendere la molteplicità dei linguaggi sperimentati tra fine XIX e inizio XX secolo, in un clima di fermento creativo comune a tutte le discipline artistiche. Linguaggi estremamente differenti tra loro ma al contempo capaci di influenzarsi vicendevolmente, facendo a volte sorgere dubbi sull’attribuzione dei dipinti. Ne è un esempio lampante Le Moulin de la Galette (1900) realizzato da un Picasso appena diciannovenne, di passaggio a Parigi per la prima Expo del nuovo millennio: senza leggere la targhetta con la didascalia, colpiti dal clima gaudente della Belle Époque e dalle signore imbellettate i cui tratti sconfinano nella caricatura, viene infatti spontaneo attribuirlo a Toulouse-Lautrec.
L’iniziativa si inserisce nel progetto Musei nel mondo a Palazzo Reale portato avanti già da alcune decadi con l’intento di spalancare ai milanesi le porte delle principali realtà museali mondiali. Mostre che indagano le origini, la storia, il ruolo nella società e l’analisi delle collezioni di un museo, visto come un luogo di ricerca e divulgazione di conoscenza e non come sterile espositore di oggetti. Si esaminano in quest’occasione le vicende del museo voluto dall’industriale Solomon R. Guggenheim, grande appassionato di Arte Astratta, che nel 1927 inizia a comporre la propria collezione. Dopo aver aperto la casa ai visitatori – dove si contano, tra le altre, 150 opere su carta e tela di Vasily Kandinsky – e organizzato esposizioni in varie città americane, Guggenheim dà vita nel 1937 alla Fondazione dedicata a “promuovere, incoraggiare, educare all’arte e illuminare il pubblico” e due anni dopo inaugura a New York il museo che reca il suo nome.
Sono molte le donazioni che negli anni si sono sommate al nucleo originario di Solomon Guggenheim e tra queste riveste fondamentale importanza per ricchezza e qualità la collezione di Justin K. Thannhauser. Questo gruppo di dipinti – ma anche disegni e sculture – è entrato a far parte del patrimonio del Guggenheim negli anni Sessanta come prestito di lungo periodo e poi, alla morte del proprietario nel 1976, come donazione definitiva.
La galleria della famiglia Thannhauser è stata un importante punto di riferimento e sostegno per gli artisti europei della prima metà del secolo scorso. Nel 1905 il mercante d’arte Heinrich Thannhauser, padre di Justin K., apre la Moderne Kunsthandlung a Monaco di Baviera, poi rimpiazzata nel 1909 dalla Moderne Galerie. La galleria ha un programma d’esposizioni versatile che spazia da impressionisti e post-impressionisti francesi a secessionisti tedeschi; nel 1908 ospita un’importante retrospettiva che consacra definitivamente in Germania Vincent van Gogh. Di questo pittore compare a Milano un insolito e delicatissimo Paesaggio con la neve (1888) a dimostrazione dell’abilità dei Thannhauser nello scovare pezzi originali e individuare i pionieri di nuovi movimenti. Nel 1911 è la volta del gruppo Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro) di Vasilij Kandinskij, Paul Klee e Franz Marc; nel 1913 dei futuristi italiani e di una delle prime personali tedesche di Picasso. Con Picasso – ma anche con molti altri nomi rappresentati – si instaura un rapporto di profonda amicizia tanto che egli regala a Justin, per le sue seconde nozze, Aragosta e gatto (1965), opera che si somma alla trentina di altri suoi pezzi presenti nella collezione, dal classicissimo disegno Al caffè (1901) sino alle creazioni cubiste. Tra gli altri pregi, la mostra accosta soggetti – come per esempio i ritratti femminili di Picasso – eseguiti con differenti stili per illustrare l’evoluzione del linguaggio e della tecnica dei vari artisti.
Con la salita al potere del Nazismo la famiglia, nel frattempo traferitasi a Parigi, a causa delle origini ebraiche è costretta a riparare a New York dove entra nel vivace circolo di artisti e intellettuali in fuga dal vecchio continente in fiamme. Nella Grande Mela Thannhauser non fonda una nuova galleria ma, come Solomon Guggenheim prima di lui, si limita ad aprire la propria casa ai visitatori, inclusa Peggy Guggenheim, come testimonia la firma sul libro degli ospiti esposto in una delle sale di Palazzo Reale. In mancanza di eredi diretti, Justin K. Thannhauser e la moglie decidono di donare gran parte dei loro quadri al museo newyorkese.
La rassegna composta da Megan Fontanella – curatrice di Arte Moderna al Guggenheim – si dipana cronologicamente offrendo uno spaccato sia dell’evoluzione della ricerca espressiva sia dei mutamenti del gusto estetico della società. Insieme alla Mucca gialla (1911) di Franz Marc, capostipite dell’Espressionismo, si possono osservare pregevoli esempi di Arte Moderna frutto dell’elaborazione delle idee di Maestri del calibro di Cézanne per il Cubismo e Manet per l’Astrattismo di cui, tra quanto esposto, citiamo Bibémus (c.1894/95) del primo e Davanti allo specchio (1876) e Donna con vestito a righe (c. 1877/80) del secondo. A questi capolavori si aggiungono, tra gli altri, tre oli con contadini nei campi (1882/83) di Georges Seurat; due spettacolari scene di gruppo di Henri Rousseau, il pittore amato da Picasso e Gauguin, quest’ultimo rappresentato da una veduta di Tahiti (1891); un omaggio all’Italia di Claude Monet con Palazzo Ducale visto da San Giorgio Maggiore (1908); tre piccoli bronzi di Degas tra cui l’eccezionale Donna seduta che si asciuga il fianco sinistro (c. 1896–1911, fusione postuma c.1919–26); nature morte e paesaggi di Georges Braque. E, ancora, dipinti coevi, eppure profondamente distanti, di Marc, Klee, Henri Matisse, Robert Delaunay, André Derain, Juan Gris e Francis Picabia. In alcuni casi, come per lo strepitoso Montagna blu (1908/09) di Kandinsky, si tratta di opere prelevate da altre collezioni del Guggenheim Museum al fine di dare al pubblico milanese una visione più completa dello scenario artistico di prima metà Novecento.
A differenza di altre esposizioni, è impossibile uscire da Guggenheim. La collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso con un solo quadro preferito perché, ad ogni nuova sala incrociata lungo il percorso, la meraviglia si rinnova e si giunge al termine in uno stato di grande emozione. Complici i pannelli colorati che riprendono le tonalità dei dipinti cui fanno da fondale, l’allestimento progettato da Pierluigi Cerri enfatizza il fascino delle tele. Il pubblico, impreparato a tale fulgore, cade in estasi sin dall’ingresso, al cospetto della Donna con pappagallino (1871) di Pierre-Auguste Renoir.
Silvana Costa
La mostra continua a:
Palazzo Reale – primo piano
piazza Duomo, 12 – Milano
fino a domenica 1 marzo 2020
orari: lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì venerdì e domenica 9.30 – 19.30
giovedì e sabato 9.30 – 22.30
ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
www.palazzorealemilano.itGuggenheim
La collezione Thannhauser
Da Van Gogh a Picasso
a cura di Megan Fontanella
progetto di allestimento Pierluigi Cerri Studio
con Maddalena Lerma, Roberto Libanori
progetto di illuminazione Marchesi Lisa Lighting Design
promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, MondoMostre Skira
organizzata in collaborazione con Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York
www.mostraguggenheimmilano.itCatalogo:
Guggenheim
La collezione Thannhauser
Da Van Gogh a Picasso
a cura di Megan Fontanella
Skira, 2019
22 x 28 cm, 128 pagine, 70 colori e 25 b/n, cartonato
prezzo: 29,00 Euro
www.skira.net