Nessuna colonizzazione è entrata nell’immaginario collettivo e ha affascinato le generazioni del ‘900 di tutto il mondo come quella del selvaggio west americano. Oggi quell’epopea rivive in una mostra fotografica allestita a Milano alla Casa di Vetro.Quando recensiamo le mostre di fotografia, deliberatamente, scegliamo di sorvolare sugli aspetti tecnici degli scatti esposti o di entrare in giudizi di merito estetico, consci che il gusto che ci porta a privilegiare certi stili espressivi rispetto ad altri, anche in questa branca artistica, è soggetto alle tendenze del momento. Visitando una mostra cerchiamo di capire, in ogni singola immagine, quanto il fotografo abbia voluto trasmetterci di sé e della propria visione del mondo perché, riteniamo, sia il solo valore delle emozioni che suscita in chi osserva che sarà consegnato alla memoria dei posteri.
Chi avrà modo di visitare la mostra Wild West. 1861 – 1912: l’America dei pionieri potrà rendersi conto di ciò, restando incantato davanti a scatti vecchi di 150 anni che ci raccontano storie affascinanti. È un viaggio indietro nel tempo, all’epoca mitica di cowboy ed indiani, degli avventurosi pionieri alla ricerca di terra libera e fertile dove ricostruirsi una vita in una folle corsa verso l’ovest. Alessandro Luigi Perna, il curatore, attinge all’immenso patrimonio dei National Archives degli Stati Uniti che raccolgono le migliaia di foto realizzate da giornalisti, fotografi, cittadini privati, ufficiali pubblici dell’epoca, in precedenza conservate quali documenti ufficiali presso i vari dipartimenti statali.
Muovendoci tra le stampe possiamo assiste ad avvenimenti fondamentali per la storia statunitense, che troviamo celebrati sui libri di storia e in tante narrazioni come, per esempio l’unione dei binari della prima ferrovia transcontinentale nel 1869, le battaglie epocali contro gli indiani ma anche la corsa all’oro e la scoperta del petrolio che cambia radicalmente l’aspetto di interi territori. Riconosciamo tra gli autori i nomi dei primi impavidi fotoreporter aggregati, a rischio della propria vita, alle carovane di pionieri piuttosto che ai battaglioni dell’esercito: S. J. Morrow, tra i primi a documentare la strage compiuta sul campo di battaglia di Little Big Horn; Henry G. Peabody; William H. Jackson, veterano della Guerra Civile al seguito delle esplorazioni scientifiche diventando uno dei primi a ritrarre l’ovest degli Stati Uniti; Timothy H. O. Sullivan qui in mostra con un ritratto fatto al giornalista “Fred W. Loring in completo da campagna, con il suo mulo Evil Merodach” appena 48 prima che venisse ucciso dagli Apache-Mohaves. Questi nomi, consegnati alla storia della fotografia e del giornalismo, insieme a quanti sono rimasti sconosciuti, ci tramandano visioni di territori incontaminati che mozzano il fiato per la bellezza della natura, ci mostrano come era nel 1894 la città di Round Pond in Oklahoma, oggi fantasma, piuttosto che il porto nella baia di San Francisco. Sfilano sotto i nostro occhi i volti dei militari induriti dagli orrori visti in battaglia, gli sguardi orgogliosi dei nativi anche quando vengono esibiti dai latifondisti come un oggetto di proprietà, i mandriani in gran spolvero, i pionieri dalla pelle arsa dal sole ma tutti ugualmente seri in occasione dell’eccezionale venuta in paese di un fotografo.
Per gli appassionati del genere western è questa un’opportunità entusiasmante: vedere Geronimo, sciamano e temuto capo Apache che per oltre 25 anni tiene testa all’esercito messicano prima e statunitense poi, portavoce di un popolo vessato che non perde la nobiltà di portamento nemmeno quando viene condotto in esilio lontano dalla sua terra natia. Osservando i volti ci scrutavo dalle stampe in mostra si moltiplicano i dubbi sulla veridicità delle versioni propinateci dalla storia convenzionale, i ceffi con la stella da sceriffo appuntata sul petto non hanno certamente l’aria candida e rassicurante alla Gary Cooper, John Wayne o Tex Willer. Non mancano le foto di questi uomini di legge in piedi di fianco a fuorilegge catturati vivi o morti nella stessa posa orgogliosa dei cowboy che hanno bloccato uno dei vitelli della mandria. C’è pure una foto “da collezione” con il gruppo degli sceriffi coinvolti nei fatti avvenuti il 26 ottobre 1881 in quel di Tombstone: forse la sparatoria più famosa del vecchio west, soprattutto dopo che nel 1931 Stuart Lake pubblica la biografia Wyatt Earp, frontier marshal.
Che aggiungere se non raccomandarvi di non perdervi questa mostra e neppure le prossime della serie History & Photography 2012 – 2013: andandoci, è impossibile non notare l’ex manifattura, collocata a ridosso (e in contrasto) con gli alti edifici dell’ormai infinito cantiere di Porta Vittoria, battezzata Casa di Vetro in cui si svolge l’evento. Il grazioso edificio giallo con gli spigoli a strisce di mattoni faccia a vista alternati a quelli intonacati ed il tetto in legno a spiovente che richiama l’architettura alpina già dall’esterno sembra prospettare al visitatore che, varcando il portone, lo aspetta un mondo meraviglioso.
Silvana Costa
La mostra continua:
Casa di Vetro
via Luisa Sanfelice 3 – Milano
orari: dal lunedì al sabato 11.00-19.30
giorno di chiusura straordinaria: sabato 9 marzo
ingresso: libero
fino a sabato 30 marzo
giorno di chiusura straordinaria 9 marzo
History & Photography 2012 – 2013
4 mostre raccontano la storia del mondo contemporaneo
Wild West
1861 – 1912: l’America dei pionieri
a cura di: Alessandro Luigi Perna – History & Photography
immagini di: National Archives
produzione e organizzazione: EFF&CI – Facciamo Cose
www.effeci-facciamocose.com
La rassegna prosegue:
History & Photography 2012 – 2013
4 mostre raccontano la storia del mondo contemporaneo
Carl Simon. The Collection
dal 6 aprile al 4 maggio
proveniente dagli archivi tedeschi di United Archives distribuiti in Italia da Tips Images, in anteprima per l’Italia presenta una collezione fuori dal comune composta di immagini di viaggio (America, Italia, Cina, etc.) dei primi del ‘900 tratte da lastre di vetro colorate a mano
L’India dell’Impero Britannico
Il Subcontinente dei primi del novecento nelle immagini della Società Geografica Italiana
dal 18 maggio al 28 giugno 2013
realizzata in collaborazione con l’Archivio Fotografico della Società Geografica Italiana, l’esposizione è un viaggio nelle campagne e città indiane dei primi anni del XX secolo