Wilde Salomé

wilde-salome1È il mio tentativo di fondere l’opera teatrale e il cinema. Fare in modo che questo ibrido funzioni è stato il mio obiettivo: unire tutta la qualità fotografica del cinema a quell’essenza dell’acting che è propria del teatro”. Al Pacino

Danza per me, Salomé, ti supplico. Se tu danzi per me potrai chiedermi tutto ciò che vorrai e te lo regalerò. Sì, danza per me, Salomé, e ti regalerò tutto ciò che mi chiederai, fosse perfino la metà del mio regno”.
Quanto siamo disposti a pagare per una brama d’amore? Metà del nostro regno come Erode? O tutto quanto in nostro possesso – vita inclusa – come fece Oscar Wilde per il capriccioso Bosie, al secolo Lord Alfred Douglas? Wilde non immagina infatti quanto Salomé, testo concepito per illustrare a quali livelli di follia possa spingere l’amore, si rivelerà premonitore del destino che lo attende.
Al Pacino, stregato da una rappresentazione vista a teatro quasi vent’anni fa sogna a lungo di potersi confrontare a sua volta con Salomé  e, quando finalmente trova le condizioni per farlo, decide di immortalare l’esperienza con la macchina da presa. Forte infatti dell’ampio consenso di critica e pubblico riscosso con Riccardo III – Un uomo, un re (Looking for Richard, 1996) – il documentario sull’allestimento del dramma shakespeariano – Al Pacino realizza anche in quest’occasione un reportage in cui le prove del cast siano inframezzate da approfondimenti sul testo e sulla figura, ormai consegnata al mito, del suo autore, in cui alle travi lignee del palcoscenico si alternino gli sconfinati paesaggi del deserto californiano.
La pellicola si configura come un viaggio a ritroso nella vita di Oscar Wilde, compiuto visitando i luoghi in cui egli visse e scrisse, con approfondimenti sui costumi dell’epoca per far ulteriormente risaltare la carica rivoluzionaria del suo pensiero. Nel 1893 Wilde completa Salomé, la tragedia composta in lingua francese pensando a Sarah Bernhardt quale insuperabile protagonista ma lei non presterà mai voce e corpo all’eroina biblica, temendo di compromettere i favori del pubblico con un’opera così scabrosa. Anche la società vittoriana resta sconcertata davanti alla descrizione di un episodio tratto dal Vangelo di Marco (6, 17-28) talmente carica di lussuria e brama di potere da apparire blasfema: i puritani non sono probabilmente pronti a dare così ampio respiro alle pulsioni dell’animo e, prontamente, il Governo inglese censura l’opera.
Davanti alla telecamera di Al Pacino sfilano i pensieri di scrittori del calibro di Gore Vidal, Tom Stoppard e Tony Kushner. Bono non esita a strappare la figura di Oscar Wilde al monopolio della comunità gay che ne ha fatto un’icona per restituirlo alla totalità dell’umanità nella sua figura di cantore dell’anticonformismo sociale, della libertà di pensiero e del potere distruttivo dell’amore non corrisposto di qualsiasi genere esso sia. Merlin Holland, unico nipote ancora in vita dell’autore, racconta come Lady Costance cambi il cognome dei figli da Wilde a Holland quando il marito venne imprigionato per la sua condotta scandalosa. Holland lascia anche intuire come la condanna al massimo della pena per la sua condotta sessuale fosse in realtà una punizione per le idee troppo progressiste che Wilde non si faceva scrupolo di divulgare; uno stratagemma per mettere a tacere un sovversivo che tanto credito godeva presso i contemporanei. Il beniamino della nobiltà londinese si definisce infatti apertamente socialista dimostrando di aver ereditato il piglio battagliero della madre: poetessa e irredentista irlandese.
Wilde Salomé è tuttavia molto di più di un approfondimento storico-culturale sulla figura e l’opera di Oscar Wilde. È anche un reportage sul mondo delle produzioni teatrali e cinematografiche. Dimostra come non basti la presenza di Al Pacino a fugare la diffidenza dei produttori verso un’operazione complessa che unisce una lettura teatrale, un film ed un documentario sul making of. Come ha ricordato Andrée Ruth Shammah, splendida padrona di casa al Teatro Parenti che ha ospitato la prima milanese del film, solo l’intervento economico di Enrica de Biasi e Pierluigi Navoni – anima e cuore di Buena Onda International – ha permesso di portare a compimento il lavoro. Dimostra come non basta sul palcoscenico una stella di prima grandezza per garantire il successo a teatro, colpa anche di un pubblico che si attende una rappresentazione in costume e si ritrova dinnanzi ad una più spartana lettura del testo. Dimostra anche come per molti colleghi scrivere male di uno spettacolo non sia altro che un modo per mettersi in mostra, a prescindere di quanta notorietà sia già stata acquisita.
Il risultato finale della somma dei singoli elementi è una pellicola che affascina per il magistrale lavoro di Benoît Delhomme, direttore della fotografia, e per la sublime interpretazione di attori pluripremiati quali Roxanne Hart e Estelle Parsons affiancati da un’allora stella nascente: Jessica Chastain.
Wilde Salomé, una sorta di piccolo capolavoro, dopo un lungo oblio arriva finalmente nelle sale: è passato quasi un lustro dalla vittoria del Queer Lion alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Durante questa lunga attesa la pellicola è stata doppiata dal fior fiore degli attori teatrali italiani che hanno caricato di ulteriore drammaticità le riprese realizzate a teatro durante la lettura dell’opera. Un’esperienza imperdibile, da godere sino ai titoli di coda accompagnati dalle note di Salome (1990) degli U2: “Please / Baby don’t bite your lip / Give you half what I got / If you untie the knot / It’s a promise / Salome / Salome / Shake it shake it shake it / Salome / Shake it shake it shake it / Salome”.

Silvana Costa

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Wilde Salomé
scritto e diretto da Al Pacino
interpreti Al Pacino, Jessica Chastain, Kevin Anderson, Roxanne Hart, Estelle Parsons, Barry Navidi, Joe Roseto
con la partecipazione straordinaria di Merlin Holland, Gore Vidal, Tom Stoppard, Tony Kushner, Bono
doppiatori Gabriele Lavia, Annamaria Guarnieri, Luciano Virgilio
distribuzione Distribuzione Indipendente
produzione Barry Navidi & Robert Fox
fotografia Benoît Delhomme
montaggio Roberto Silvi, David Leonard
musiche Jeff Beal
supervisore agli effetti speciali Dion Hatch
prodotto da Barry Navidi & Robert Fox (Barry Navidi Productions/Salomé Productions Llc)
in coproduzione con Enrica de Biasi e Pierluigi Navoni (Buena Onda International)
paese Usa, 2011
durata 95 minuti
genere drammatico
uscita italiana giovedì 12 maggio 2016
www.wildesalome.it