Zanuso Vs Mendini

La mostra di ADI mette a confronto una coppia di progettisti iconici le cui opere raccontano le due anime del design e dell’architettura made in Italy. Forma e funzione, grande e piccola serie, tecnologia e romanzatura si rincorrono nei progetti di Marco Zanuso e Alessandro Mendini.

Il 25 maggio 2021 a Milano, a due passi dal Cimitero Monumentale, l’Associazione per il Disegno Industriale inaugura il museo destinato a esporre la collezione di oggetti premiati con il Compasso d’Oro, il più prestigioso riconoscimento al design italiano, assegnato sin dal 1954 dalla stessa ADI.
ADI Design Museum a un nucleo costituito da una serie di esposizioni permanenti, finalizzate a esplorare per tematiche la collezione storica, ne affianca altre temporanee. Dal 25 maggio 2021 al 6 febbraio 2022 in Uno a Uno Beppe Finessi ha proposto una selezione di oggetti, tutti vincitori del Compasso d’Oro, accostati tra loro a coppie per tipologia ma profondamente distanti per esito formale. Marco Zanuso e Alessandro Mendini. Design e architettura, la mostra in corso sino al 12 giugno, applica ora un simile approccio a due personaggi iconici, diversi e quasi contrapposti, che con i loro progetti sono entrati nella quotidianità – e nei musei – degli italiani ma non solo.
Entrambi i progettisti sono stati insigniti del Premio in più occasioni ma Marco Zanuso vanta un legame speciale con ADI essendo stato presidente dell’associazione dal 1966 al 1969, membro di innumerevoli commissioni e, con il suo modo funzionale di intendere il design, ne ha indirizzato la rotta per svariati anni. Zanuso si pone quale difensore della modernità e, in quanto tale, concepisce la progettazione come l’invenzione di qualcosa di assolutamente originale, che risponda a necessità o semplifichi azioni quotidiane oppure che esprima le potenzialità di nuovi materiali e tecnologie. Tali peculiarità lo dipingono come più legato al mondo dell’industria mentre Alessandro Mendini, che si cimenta nell’ammantare gli oggetti comuni di nuove vesti e significati, sovente si rivolge verso produzioni più di nicchia.
Marco Zanuso e Alessandro Mendini. Design e architettura è espressione dell’attuale corso di ADI che guarda al design come una medaglia a due facce: da un lato si basa su una solida componente tecnica e dall’altra sulla capacità narrativa e, ancora, tra produzione industriale e alta artigianalità. ADI si dimostra quindi perfetto contenitore delle diverse anime e tendenze del design italiano.
Un contenitore come quelli che Pierluigi Nicolin allinea su due file parallele al centro dello spazio espositivo che, con l’alternanza di spazi aperti e chiusi, permettono sia di presentare oggetti sia di fare da supporto a fotografie, disegni e testi. Queste ingabbiature sono riempite di materia narrativa da Nina Bassoli per quanto concerne la fila dedicata a Mendini e da Gaia Piccarolo per quella dedicata a Zanuso.
Il percorso principale di visita si sviluppa lungo il corridoio che si crea al centro delle due file, osservando elementi iconici della produzione dei due architetti sfidarsi tra loro. Esistono poi vie di fuga laterali che permettono di scoprire le altre facce di ciascun contenitore dove sono riportati approfondimenti analitici del tema in esame. Approfondimenti che, forse sorprendendo il visitatore, rivelano l’aspetto razionale di Mendini e lo spirito creativo di Zanuso.
Due file nettamente distinte tra loro ma non per questo la mostra è da intendersi come la giustapposizione di due monografie – anche perché, vista la caratura dei due protagonisti, per ciascuno di loro servirebbe molto spazio in più per raccontarne l’opera – ma una mostra tematica in parallelo. Le curatrici entrano in maniera analitica nelle loro opere, le fanno a pezzi e le riorganizzano per temi per porre a confronto tanto le due personalità quanto i principi su cui hanno fondato il proprio lavoro di architettura e design. Personalità e principi che sono proprio loro, i protagonisti della mostra, a raccontare attraverso citazioni da scritti, schizzi, schemi e diagrammi.
Il percorso, seguendo questa logica, si apre proponendo da un lato il comfort del divano componibile Lombrico e di Lambda, la precorritrice delle sedie in plastica stampata – per quanto realizzata in lamiera d’acciaio con la tecnica delle carrozzerie per le automobili – e dall’altro la giocosità della poltrona Proust e della chaise longue Alex caratterizzate da una decorazione ispirata al puntinismo di Paul Signac. Una giocosità che può anche apparire contagiosa quando poco oltre i Global toys di Mendini si confrontano con la seggiolina per bambini impilabile e componibile di Zanuso.
Sono molti gli aspetti di Zanuso che emergono dalla mostra e lo definiscono. Egli è innanzitutto un entusiasta figlio della modernità, interessato a esprimere le potenzialità di quanto la ricerca scientifica e tecnologica gli mette a disposizione: nascono così il televisore Algol, la radio TS 502 o il telefono Grillo. Una modernità che tuttavia non trascura il fattore umano: i suoi oggetti hanno forme accattivanti e innovative ma ergonomiche, hanno un aspetto compatto e severo ma tendono a semplificare le modalità di utilizzo.
Analogamente le sue architetture, sviluppate a partire dal rigore della modularità, si rivelano estremamente funzionali nella fruizione e scultoree nell’aspetto, sia si tratti di Casa Feal in via Laveno a Milano, degli stabilimenti Olivetti a Buenos Aires e a San Paolo – che strizzano l’occhio a Pier Luigi Nervi – o del colorato complesso IBM a Santa Palomba. Zanuso è questo ma pure il suo contrario: egli sa trarre ispirazione dalla tradizione del territorio su cui agisce, come ad Arzachena dove utilizza il granito locale per erigere le ville dal sapore ancestrale. Gaia Piccarolo lo definisce “un precursore delle tematiche ambientaliste” ma tale definizione è davvero troppo riduttiva per descriverne l’approccio progettuale al territorio.
Di rimando Mendini architetto si diverte a giocare con le forme e i colori, conferendo grande plasticità all’insieme. In mostra sono citati il Groninger Museum – con il corpo dorato che anticipa di decenni l’idea di Rem Koolhaas di dipingere d’oro uno degli edifici storici che ospitano la Fondazione Prada –, la sede di Triennale a Icheon in Corea ma pure l’installazione realizzata nel 2016 all’interno dell’appartamento di Marc Drut e Patrick Blauwart nell’Unité d’habitation di Le Corbusier a Marsiglia.
Il colore e la fantasia guidano Mendini nella reinvenzione degli edifici così come degli oggetti e delle copertine delle riviste perché, pur cambiando la scala, l’approccio alla progettazione resta invariato. Gli oggetti di uso comune da lui reinventati non cadono così nel dimenticatoio, non sono vittima dell’indifferenza quotidiana ma si trasformano in piccole opere d’arte come per esempio gli orologi disegnati per Swatch o le serie di strumenti da cucina e vasi ideati per Alessi. Egli attua una “romanzatura degli oggetti” – come amava dire –, assolutamente disinteressata alla componente di funzionalità e innovazione.
Appendice di questo percorso espositivo, nella sala che ospita la mostra permanente Manifesto alla Carriera. Omaggio della grafica italiana ai Maestri del Compasso d’Oro, è il focus sulle biografie di Marco Zanuso e Alessandro Mendini insieme a quello che dicono essere il pezzo forte dell’esposizione: i ritratti loro eseguiti da Roberto Sambonet.
Noi personalmente abbiamo gradito di più il clima complessivo della mostra che propone un tuffo amarcord nel recente passato del design e della cultura di casa nostra. Nel senso letterale della frase.

Silvana Costa

La mostra continua a:
ADI Design Museum
piazza Compasso d’Oro 1 – Milano

fino a domenica 12 giugno 2022
orari: dal martedì alla domenica 10.30- 20.00
lunedì chiuso
ultimo ingresso 19.15
www.adidesignmuseum.org
 
Marco Zanuso e Alessandro Mendini
Design e architettura
concezione e direzione della mostra Pierluigi Nicolin
coordinamento scientifico della mostra e curatela della sezione Ritratti Maite García Sanchis
sezione Marco Zanuso curata da Gaia Piccarolo
sezione Alessandro Mendini curata da Nina Bassoli
progetto di allestimento Studio Nicolin
con Maite García Sanchis
in collaborazione con studio Sonnoli
grafica della mostra e della comunicazione Leonardo Sonnoli, Irene Bacchi – studio Sonnoli
progetto illuminotecnico Artemide
 
Catalogo:
Marco Zanuso e Alessandro Mendini

Design e architettura
a cura di Pierluigi Nicolin e Maite García Sanchis
Electa, 2022
22 x 28 cm, 160 pagine, 310 illustrazioni in bn e a colori
a colori, cartonato olandese
prezzo 30,00 Euro
www.electa.it