Il libro di Lee Cheshire racconta gli ultimi 750 anni della storia dell’arte attraverso le opere, gli eventi e gli incontri che ne hanno modificato incontrovertibilmente il corso.
La civiltà umana, inutile negarlo, non è progredita con un fluire armonico degli eventi ma superando ostacoli, inducendo più o meno violentemente fratture, vincendo sfide o facendo scoperte che, anche quando fortuite, ne hanno rivoluzionato la quotidianità. Il principio vale non solamente per la storia delle genti ma anche per tutte le discipline artistiche o tecniche in cui si articola lo scibile.
Pensiamo per esempio come si siano evolute nei millenni la musica, la pittura, la scultura o l’architettura, in funzione degli strumenti via via più raffinati a disposizione, della cultura locale o delle vicende politiche in corso.
Ma quali sono le tappe più significative della storia delle arti figurative? Lee Cheshire, senior editor e copywriter alla Tate di Londra, ne individua alcune decine, dal Medioevo all’inizio del nuovo millennio, e le racconta nel libro 50 momenti che cambiarono l’arte da poco edito da 24 ORE Cultura. Come in Le 100 mostre che sconvolsero il mondo, a cura di Bruno Bandini e Beatrice Buscaroli di cui abbiamo già parlato, ciascun lettore non concorderà con tutte le proposte ma al contempo scoprirà sicuramente notizie interessanti.
I 50 momenti sono presentati in ordine cronologico, suddivisi in 5 sezioni: Il Rinascimento, Prima età moderna, XIX secolo, Inizio del XX secolo e Il Dopoguerra. I capitoli sono snelli, concentrati sul fatto riportato nel titolo e le sue implicazioni. Il testo è corredato da una piccola scheda riepilogativa, grandi immagini e didascalie ricche di informazioni ulteriori. Pagina dopo pagina il libro si rivela una preziosa fonte di aneddoti, alcuni arcinoti, altri meno, ma tutti parimenti efficaci nel descrivere un aspetto emblematico di un artista, di un movimento o di un evento. Il glossario in appendice aiuta i lettori meno ferrati a districarsi tra i movimenti e gli stili.
Il prestigioso ruolo che Cheshire ricopre nel panorama artistico contemporaneo lo rende un perfetto narratore dei movimenti e delle performance londinesi piuttosto che delle dinamiche del mercato che da sempre – ma in particolare dal XX secolo – hanno decretato il successo o meno di un autore.
L’episodio con cui si apre la rassegna di 50 momenti che cambiarono l’arte – probabilmente una leggenda – è tratto da Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri (1550) di Giorgio Vasari e ricostruisce l’incontro tra Cimabue e un giovanissimo Giotto intento a pascolare e ritrarre le pecore. Un episodio che, al di là della sua veridicità, allude a come Giotto ripristini dopo oltre due secoli la pratica del disegno dal vero.
Il volume procede quindi raccontando di Michelangelo scultore e del suo rapporto con Raffaello, di Tiziano prototipo del pittore che dialoga da pari con il proprio committente e di Rembrandt che incappa negli aspetti negativi della libera professione e finisce per dichiarare bancarotta. E, ancora, della drammatica sequenza di eventi innescati con l’omicidio commesso da Caravaggio il 28 maggio 1606 a Roma che lo conducono a morte prematura; di come Cézanne erediti nel 1886 la casa paterna da cui si vede il monte Sainte-Victoire, protagonista di tanti dipinti, o di quando Monet, 4 anni dopo, acquisti la casa di Giverny.
Lee Cheshire non trascura l’evoluzione delle tecniche: dai fiamminghi che introducono il colore ad olio al brevetto per il tubetto in metallo (Stati Uniti, 11 settembre 1841) che agevola il dipingere en plein air; da Dürer che porta l’arte della stampa ad alti livelli di virtuosismo alla diffusione in Europa, a partire da metà XIX secolo, dei temi e delle tecniche degli ukiyoe giapponesi. Trovano spazio non solamente momenti legati a pittura e scultura ma anche al cinema con la prima del film surrealista Un Chien andalou di Luis Buñuel (Parigi, 6 giugno 1929), alla fotografia con la divulgazione del primo dagherrotipo, Veduta del Boulevard du Temple (1838/39), o le performance multidisciplinari di Yayoy Kusama nella New York sessantottina. Momenti pianificati con cura accanto ad altri che portano un successo insperato ma tutti parimenti importanti.
Non mancano le tappe fondamentali che segnano la tutela della figura dell’artista: il Parlamento britannico approva la prima legge moderna sul diritto d’autore nel 1710 e nel 1735 la legge di Hogarth specifica per gli incisori; la fondazione dell’Accademia di Francia (Parigi, 20 gennaio 1648) e della Royal Academy of Arts (Londra, 10 dicembre 1768); la nascita di importanti istituzioni museali dal Louvre (Parigi, 10 agosto 1793) al British Museum (Londra, 15 gennaio 1759) dove confluiscono nel 1816 i marmi del Partenone.
L’autore ricorda anche fratture epocali quali la fondazione del Salon des refusés (Parigi, 15 maggio 1863), la Secessione di Monaco (4 aprile 1892) e quella Viennese (3 aprile 1897) e via via l’ondata di movimenti artistici d’avanguardia che dalla metà del XIX secolo nascono con crescente frequenza, opponendosi all’accademismo, passando da una rappresentazione – più o meno distorta – delle cose reali a una pittura più astratta e concettuale.
È questa solo una minima parte dei 50 momenti che cambiarono l’arte: al lettore la scoperta dei restanti.
Una lettura piacevole e leggera, da compiere magari saltando avanti e indietro nel tempo, alla ricerca di fatti sconosciuti o come ripasso per sommi capi di 750 anni di storia dell’arte.
Silvana Costa
50 momenti che cambiarono l’arte
a cura di Lee Cheshire
24 ORE Cultura, 2020
14 x 21,5 cm, 176 pagine,100 illustrazioni
prezzo 14,90 Euro
www.24orecultura.com