La libera immaginazione

Il primo fine settimana  del Festival Fabbrica Europa 2018 ha visto come protagonisti della danza il tibetano Sang Jijia e il belga Vim Vandekeybus.

Il primo fine settimana del Festival Fabbrica Europa, edizione 2018, ha visto come protagonisti dell’universo danza il tibetano Sang Jijia e il belga Vim Vandekeybus.
Non c’è spazio per la comodità e non c’è spazio per l’immediatezza nei due spettacoli del 6 maggio a Fabbrica Europa. Entrambi i lavori presentati, Re-Mark di Sang Jijia e Go figure out yourself di Vandekeybus-Ultima Vez richiedono un impegno “fisico” e intellettuale di un certo tipo.
Entrambi sconfinano dallo spazio teatrale e richiedono che lo spettatore si muova all’interno degli ambienti in cerca della propria visuale. Entrambi necessitano di una ricerca all’interno di se stessi per risolvere l’enigma che si pone assistendo a qualsivoglia esibizione: “cosa (mi) significa?”.
Sang Jijia crea, per gli spettatori fiorentini, un lavoro site-specific pensato per il primo ambiebte che si incontra entrando nella Leopolda, Re-mark. Come è consuetudine di Jijia, la visione della coreografia si divide tra lo spazio reale e lo schermo, ma, a differenza del passato, la ricerca e la rappresentazione del rapporto spazio-tempo-memoria risultano assai ridotte e minimali. L’esibizione a cui assistiamo avviene, come già accennato, nel primo spazio della stazione: gli spettatori sono posti contemporaneamente dinnanzi a uno schermo su cui scorre il video di una coreografia – successivamente proseguita e sviluppata – nonché di fronte alla stessa coreografia proposta dal vero, al di là di un porticato posto a latere.
Assistiamo, quindi, a un’impervia serie di movimenti, in parte non eseguiti a vista – dato che i pilastri impediscono la visuale. Tutto è ripreso dalle telecamere e ritrasmesso sullo schermo (ma si nota la presenza di materiale manipolato e preregistrato). Cosicché, sia che si guardi la coreografia dal vivo o l’esibizione in video, il punto di vista è sempre parziale e dipendente da altro – dalla posizione dello spettatore (e degli altri spettatori) o dalla visione personale dei cameramen. Ne consegue la sensazione di essersi persi qualcosa – esattamente come accade nella vita.
Se in Re-mark lo spettatore si muove alla ricerca del “punto di fuga”, in Go figure out yourself è invitato a fuggire per entrare in un vuoto immaginario. Un’idea buona e divertente, almeno in partenza, che mira a un’azione collaborativa tra interpreti e spettatori. Un happening strutturato per ritrovare se stessi e l’altro da sé, attraverso spunti proposti dagli attori di Ultima Vez, la Compagnia di Vim Vandekeybus. Grazie ad azioni apparentemente insensate e disconnesse, gli attori guidano gli spettatori dubbiosi, ma senz’altro volenterosi, in questo viaggio intessuto di momenti banali, intimi o esilaranti.
Go figure out yourself rispecchia in toto la peculiarità della ricerca di Vandekeybus, ovvero una sorta d’indagine nell’inconscio collettivo attraverso spettacoli realizzati con maestria dai suoi attori/danzatori.
Tornando a Sang Jijia, l’assoluta libertà d’immaginazione lasciata allo spettatore, secondo noi rischia di essere eccessiva, trasformandosi in assenza di comunicazione, nonostante gli elementi affascinanti che, in ogni caso, persistono nei lavori del coreografo e la bravura dei danzatori (italiani) da lui scelti per questa performance.
Quello che s’impara, talvolta, confrontandosi con l’arte contemporanea è che l’idea non sempre è sufficiente a rendere giustizia alla performance. Ciò che conta dovrebbe essere la capacità di comunicare ben più dell’originalità.

Caris Ienco

Gli spettacoli sono andati in scena
all’interno del Festival Fabbrica Europa 2018
alla Stazione Leopolda
Viale Fratelli Rosselli, Firenze
il 6 maggio 2018
orari 18.00 Sang Jijia
19.00 Wim Vandekeybus

Re-mark
coreografia Sang Jijia
regia video Tommaso Arosio
musica live Spartaco Cortesi
interpreti Carolina Amoretti, Giovanfrancesco Giannini, Isabella Giustina, Claudia Mezzolla, Fabio Novembrini, Pietro Pireddu, Violeta Wulff Mena, Valentina Zappa
disegno luci Andrea Narese
costumi Rebecca Ihle
operatori video Alessandro Di Fraia, Enrico Re, Giampaolo Marrocu
supporto tecnico Alfea Cinematografica
registrazioni Umi Carroy Niane (pianoforte), Alice Chiari (violoncello)
produzione Fondazione Fabbrica Europa
in coproduzione con City Contemporary Dance Company-Hong Kong*, The Dance Industry/Spellbound Contemporary Ballet, Versiliadanza
*City Contemporary Dance Company è supportata finanziariamente dal Government of the Hong Kong Special Administrative Region, People’s Republic of China

Go figure out yourself
Lo spettacolo è andato in scena il 5 e 6 maggio
alla Stazione Leopolda, Firenze
regia, coreografia, scenografia Wim Vandekeybus
creato e interpretato da Sadé Alleyne, Maria Kolegova, Hugh Stanier, Kit King, Tim Bogaerts
drammaturgia Aïda Gabriëls
disegno luci Davy Deschepper, Wim Vandekeybus
costumi Isabelle Lhoas assistita da Isabelle De Cannière
coordinamento tecnico: Davy Deschepper
fonica Bram Moriau
direzione palco Tom de With
produzione Ultima Vez
coproduzione Les Brigittines (Bruxelles)
con il sostegno del Tax Shelter del Governo federale Belga, Casa Kafka Pictures Tax Shelter empowered by Belfius
Ultima Vez è sostenuta dalle Autorità Fiamminghe e dalla Commissione Comunitaria fiamminga della Regione di Bruxelles-Capitale