Tre spettacoli in altrettanti spazi site-specific di Villa Durazzo Bombrini. Il Festival della danza made in Genova entra nel vivo.
Gli sfasamenti temporali sono alla base dello spettacolo di Caterina Basso, Un minimo distacco, messo in scena nei giardini di Villa Bombrini nel tardo pomeriggio. L’impossibilità di vivere il presente, scandita dall’ascolto di quelle che sembrano voci registrate da una segreteria telefonica o frammenti di programmi televisivi, rimanda a un’azione – che non può incidere rispetto al contenuto del messaggio, ma che innesca movimenti e tentativi di agire che ne sono conseguenti. Il tempo spezzato, non solo in senso figurato ma effettivamente – con una lunga pausa centrale rispetto all’impianto della performance e una delocalizzazione del pubblico nell’ampio parco – suggerisce ipotesi di reazione differenziate: più realistiche nella prima parte, angoscianti e infine liberatorie nella seconda.
Inizia il viaggio: poco importa quello che sta tentando di comunicare, con la voce un po’ impastata tipica dei collegamenti a Terra degli astronauti, il danzatore Nicola Galli. In Mars, la mente si proietta con un balzo nel futuro. Un mondo lontano che si visualizza lentamente: quasi in formazione – così come il corpo che si materializza nella luce rossastra con la quale, solitamente, identifichiamo quel pianeta. La ricerca di un contatto, dapprima breve e titubante, quasi timoroso, accennato con movimenti in controluce, si stempera in una danza della conoscenza ben supportata da suoni e musica, oltre che dalle luci che, via via, si fanno più nitide accentuando e sottolineando i movimenti del giovane artista. Lande torride e desolate si alternano a canyon nei quali sembra quasi di sentire il ribollire dell’acqua. Il corpo esprime e descrive, si appoggia sulle note e sulle vibrazioni, giocando con esse, per restituirci un insieme, al tempo stesso fantastico eppure convincente.
È un lento indugiare sul corpo anche quello che ci viene proposto da Federica Dauri in Kheperer: su quello di un essere microscopico che si disvela, attraverso sembianze umane, grazie alla lente d’ingrandimento di un microscopio. Spazio ridotto – compresso tra due superfici, una riflettente e l’altra fredda come il tavolo di un obitorio – dove il corpo si muove sfiorandone i limiti. Le dita, in particolare, simili alle zampe di un insetto, sfiorano e sfuggono. Traspare dai movimenti tutta la sofferenza di chi è sottoposto, suo malgrado, a un’osservazione invasiva che altera e impedisce, allo stesso tempo, di vivere liberamente. Una prigionia spiata e catalogata, che rimanda ai moderni luoghi di detenzione e tortura. Due fasci di luce, uno giallo/caldo e l’altro azzurro/freddo, dividono la scena così come il corpo della performer che, in essa, si muove – accentuandone la costrizione, sottolineata anche dal suono che accompagna l’esibizione.
Tre spettacoli molto diversi tra loro, sempre seguiti da un pubblico numeroso, che indagano vari stati d’animo rispetto all’ignoto/tempo, quale variabile inafferrabile nel suo trascorrere, e l’assoggettamento alle regole del più forte dei soggetti deboli e indifesi.
Luciano Uggè
Gli spettacoli sono andati in scena nell’ambito di
FuoriFormato 2018:
organizzato da Comune di Genova e Teatro Akropolis
a cura di Teatro Akropolis, Associazione culturale RETE Danzacontempoligure e Associazione culturale Augenblick
con il sostegno di MiBACT e di SIAE nell’ambito dell’iniziativa Sillumina 2017 – copia privata per i giovani, per la cultura
dal 26 al 30 giugno
Genova, varie location
tutti gli eventi sono a ingresso libero
www.teatroakropolis.com
mercoledì 27 giugno, ore 20.30
Villa Durazzo Bombrini
via A. Muratori, 5 – Genova
Parco
Caterina Basso/ALDES presentano:
Un minimo distacco
prima regionale
ore 21.10
Salone delle Feste
Nicola Galli/TIR Danza presentano:
Mars
prima regionale
ore 22.10
Sala Solimena
Federica Dauri in:
Kheperer
prima regionale