Farà giorno

Sul palco del Teatro Parenti Antonello Fassari, Alvia Reale e Alberto Onofrietti alternano comicità, ironia e dramma nel restituire uno straordinario spaccato famigliare di storia del Novecento.

Nella notte più oscura, quando il dolore e i pensieri funesti gettano l’uomo nell’angoscia più profonda, esiste pur sempre una certezza: domani farà giorno. Il buio cederà lentamente il passo all’aurora e poco dopo il sole imperterrito sorgerà alto nel cielo, scaccerà l’oscurità e la negatività che di essa si alimenta per illuminare ogni cosa e accompagnare la ripresa delle incombenze quotidiane.
È la Natura matrigna, assolutamente indifferente alle sorti umane, teorizzata da Leopardi.
È la certezza che da sempre guida le gesta di Renato, il protagonista di Farà giorno, la commedia dolceamara di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi in scena sino a domenica 28 maggio al Teatro Franco Parenti di Milano.
È questo un nuovo allestimento dello spettacolo che Piero Maccarinelli ha diretto per la prima volta nel 2013 con protagonisti Gianrico Tedeschi, Lucia Calamà e Alberto Onofrietti. Del cast originale ritroviamo ora in scena solo Onofrietti, sempre nel ruolo di Manuel, un giovane nullafacente dalle radicate convinzioni neofasciste.
Antonello Fassari è Renato, un tipografo ormai in pensione con un importante passato di partigiano nella Roma ostaggio dei nazisti, mentre Alvia Reale ne interpreta Aurora, la figlia, un medico impegnato in missioni umanitarie, quasi a voler riscattare le azioni terroristiche supportate in gioventù negli anni Settanta.
Tre personaggi, emblemi di tre generazioni e di tre ideologie profondamente distanti tra loro, alle prese con la difficile sfida di trovare un modo per dialogare senza scontrarsi, ascoltandosi reciprocamente e sforzandosi di capire cosa gli altri vogliano dire. Scopriranno così di avere molto in comune, molto più di quanto credessero. In un simile contesto le ideologie politiche che ciascuno di loro difende, per quanto incompatibili, finiscono tutte per rappresentare la risposta a un momento di forte crisi sociale, il bisogno di provare a intraprendere un percorso differente da quello dei genitori ormai dimostratosi inadeguato e inefficace. Ideologie che trascinano con sé pregi e gravi errori di valutazione con cui la coscienza nel corso di Farà giorno si trova inevitabilmente a fare i conti.
Renato vive solo nell’appartamento in cui custodisce gelosamente i ricordi di una vita ora che i suoi cari sono morti o lontani. In un caldo giorno d’estate incontra o, meglio, si scontra con l’automobile di Manuel. In cambio della promessa di mentire sulle cause dell’infortunio il giovane si impegna ad accudirlo e aiutarlo nella terapia di riabilitazione in modo che possa trascorrere la convalescenza in casa propria e non in un anonimo letto di ospedale. I due uomini con il passare dei giorni abbassano progressivamente le proprie difese e vincono i reciproci pregiudizi , avventurandosi nella complessa impresa di entrare nei panni altrui. A dispetto delle premesse raggiungono la perfetta simbiosi ma l’inatteso ritorno di Aurora dopo una lunga assenza obbliga Manuel e Renato a ricominciare il percorso daccapo.
Farà giorno non è solo un vivace confronto tra ideologie politiche ma, da un lato, si configura pure quale forte denuncia della solitudine che domina nelle grandi città: Renato e Manuel vivono nello stesso palazzo da anni ma prima dell’incidente mai hanno scambiato una parola, chiusi come sono ciascuno nella propria solitudine. Dall’altro dà voce alla difficoltà degli anziani nell’accettare quel decadimento fisico che obbliga loro, così forti in gioventù, a perdere l’autosufficienza e farsi assistere in ogni azione, finendo per soffrire più nell’amor proprio che nel fisico.
Piero Maccarinelli dirige lo spettacolo con la sicurezza di un capitano che percorre una rotta nota, conscio di poter contare su un cast straordinario, capace di smuovere nel pubblico in sala sentimenti intensi e profondi. Assistendo agli scambi di battute tra Renato, Manuel e Aurora si alternano risate di cuore e momenti di autentica commozione, trascinati da eventi che, tutto sommato, potrebbero appartenere alla vita di chiunque dei presenti in sala.
In passato abbiamo avuto modo di applaudire in più occasioni, anche allo stesso Teatro Parenti, le interpretazioni di Antonello Fassari e di Alvia Reale e Farà giorno costituisce un’ulteriore conferma del loro talento. Fassari è credibile calato nel ruolo di Renato e, quindi, particolarmente emozionante nel rendere la figura dell’anziano che, sebbene provato nel fisico e nell’animo, non perde il desiderio di battersi per quello che crede giusto, nonostante le premesse siano tali da indurre chiunque a non perder tempo inutilmente. È lui il portabandiera del motto “farà giorno”; l’eroe triste e solitario che non perde mai la speranza e nemmeno la battuta tagliente. Bravo anche Alberto Onofrietti che finisce così per fargli da spalla comica per quanto in scena sia l’emblema delle profonde lacune storico-culturali e morali delle nuove generazioni.
Lo spettacolo resta in scena al Teatro Parenti di Milano praticamente tutto il mese di maggio. Sarebbe davvero un peccato perderlo.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala A
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 28 maggio 2023
www.teatrofrancoparenti.it
 
Farà giorno
commedia in due atti di Rosa A. Menduni, Roberto De Giorgi
regia Piero Maccarinelli
con Antonello Fassari, Alvia Reale, Alberto Onofrietti
scene Paola Comencini
musiche Antonio Di Pofi
produzione Teatro Franco Parenti
durata: 1 ora e 30 minuti