Zio Vanja (scene di vita)

La nuova produzione di Manifatture Teatrali Milanesi nasce dall’idea di Antonio Syxty di evidenziare la capacità di Cechov nel descrivere le dinamiche relazionali tra i componenti di una famiglia portando in scena un gruppo di attori accomunati dal gravitare attorno a Grock Scuola di Teatro.

Lo scorso 11 gennaio ha debuttato in prima nazionale al Teatro Litta di Milano la nuova produzione MTM – Manifatture Teatrali Milanesi: Zio Vanja (scene di vita). Questo allestimento del celeberrimo dramma di Anton Cechov nasce da un’idea di Antonio Syxty – che ne cura anche la regia insieme a Claudio Orlandini – e vanta la traduzione e l’adattamento di Fausto Malcovati, forse il più importante traduttore dell’opera cechoviana oggi presente nel panorama italiano.
Il progetto di Syxty è chiaro sin dalle premesse come confida alla stampa: “un gruppo di attori riuniti nella vita dalla missione di insegnare il teatro alle nuove generazioni attraverso una scuola. Lo fanno tutti i giorni da molti anni, quando un giorno arrivo io – un uomo che nella vita non ha fatto l’attore o il formatore, ma solo il regista – e propongo loro di impersonare quelle scene di vita che ci sono in Zio Vanja di Anton Cechov, uno dei capolavori del teatro contemporaneo.
La famiglia di Grock Scuola di Teatro si ritrova così a trasporre in scena il rapporto che ne lega i membri, conferendo al proprio personaggio, nel momento in cui si relaziona con gli altri, brani del reale sentimento che prova nei loro confronti. In scena quindi si possono ammirare all’opera Pietro De Pascalis, Debora Virello, Fernanda Calati e Maurizio Salvalalio, tutti docenti della scuola, intenti a dar vita al gruppo solidale di personaggi che ruotano intorno alla tenuta agricola dove è ambientata l’opera di Cechov. Essi interpretano rispettivamente zio Vanja, la nipote Sonja con cui manda avanti la tenuta, la balia Marina e il dottor Astrov che regolarmente passa a far loro visita. A scombussolare i ritmi di vita e gli equilibri del microcosmo giungono dalla città il professor Serebrijakov, che si atteggia a padrone, e la giovane moglie Elena, impersonati da Gaetano Callegaro, il Presidente della Cooperativa che ha in carico la scuola, e da Margherita Caviezel una ex allieva diplomatasi nel 2022.
L’assegnazione dei ruoli decisa da Syxty in un certo qual modo, come si può notare, rispecchia i rapporti gerarchici che intercorrono tra gli attori pur senza – ci si augura – le frizioni che la convivenza finisce per generare ed esasperare sempre più sino all’epilogo dai toni melodrammatici.
Osservare gli attori alla prova in monologhi, in scene di coppia o in momenti collettivi permette, spaziando attraverso un’ampia gamma di emozioni, di coglierne le grandi potenzialità interpretative di ciascuno di essi. Pietro De Pascalis è tuttavia l’indiscusso protagonista dello spettacolo, proponendo uno zio Vanja schiacciato dalla vita e dai cocci dei sogni infranti eppure non domo. De Pascalis propone un Vanja che come un clown, forse proprio per la maschera triste che porta in volto, strappa risate al pubblico grazie alla tagliente ironia conferita a molte delle sue battute, e, a guisa degli antichi buffoni cui il sovrano consente di essere onesti senza che debbano incorrere nella sua ira, egli affronta il professor Serebrijakov a muso duro.
La frizzate regia di Syxty unita alla leggerezza conferita dagli attori ai rispettivi personaggi nel piegarsi almeno apparentemente al cambiamento imposto nelle loro consuetudini dal trasferimento del professore in campagna consente a Zio Vanja (scene di vita) di scorrere via piacevolmente pur senza spogliare il dramma dei suoi spunti di riflessione sui rapporti umani.
Bella la scenografia concepita da Guido Buganza come uno spazio atemporale – così come i costumi di Valentina Volpi – a rimarcare la capacità di analisi psicologica e di individuazione di stereotipi comportamentali che hanno reso Cechov un autore amato dal pubblico e sempre attuale.

La Stagione al Teatro Litta si conclude con un altro omaggio all’autore russo: 33 Svenimenti da Anton Cechov in scena dal 24 giugno al 13 luglio. Lo spettacolo è una nuova coproduzione di Manifatture Teatrali Milanesi e Teatro Out Off e si compone di tre atti unici, L’orso, La domanda di matrimonio e L’anniversario diretti da Lorenzo Loris e interpretati da Elena Callegari, Gaetano Callegaro e Mario Sala. La curatela è affidata a Fausto Malcovati.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Teatro Litta
corso Magenta 24 – Milano
fino a domenica 28 gennaio 2024
orari: martedì – sabato 20.30
domenica 16.30
www.mtmteatro.it
 
Zio Vanja (scene di vita)
di Anton Cechov  
traduzione e adattamento Fausto Malcovati
da un’idea di Antonio Syxty
regia di Antonio Syxty, Claudio Orlandini  
con Fernanda Calati, Gaetano Callegaro, Margherita Caviezel, Pietro De Pascalis, Maurizio Salvalalio, Debora Virello
scene Guido Buganza
costumi Valentina Volpi
quadri in scena di Aurelio Gravina  
disegno luci Fulvio Melli
direzione di produzione Elisa Mondadori
produzione Manifatture Teatrali Milanesi
durata: 90 minuti