A Campo Teatrale si ripercorre l’epopea del Teatro Nazionale Ebraico di Mosca attraverso le vicende personali, artistiche e politiche di Solomon Michoels e Veniamin Zuskin – interpreti di un celeberrimo allestimento in lingua yiddish di Re Lear – vittime delle repressioni antisemite di Stalin.
Re Lear è morto a Mosca è uno degli spettacoli proposti da Campo Teatrale di Milano nell’ambito degli eventi volti a festeggiare i cinquant’anni di carriera di César Brie.
L’opera si inserisce in quel filone di teatro di denuncia di cui l’artista di origini argentine è maestro che include, per esempio, anche Nel tempo che ci resta dedicato al lavoro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino contestualizzato nell’ambito di un decennio di stragi mafiose e vicende giudiziarie. Tragedie dei tempi moderni ma già ammantate di toni epici per l’impatto sulla società e per il numero di persone coinvolte.
Il Re Lear in questione è Solomon Michoels e, a onor del vero, muore non a Mosca ma alla periferia di Minsk la notte tra il 12 e il 13 gennaio 1948, investito da un furgone su incarico diretto di Stalin. Michoels nel 1918 era entrato a far parte del laboratorio teatrale ebraico di lingua yiddish di Aleksandr Granovskij e due anni dopo, trasferitosi a Mosca, fonda il Teatro Nazionale Ebraico di cui ne diviene direttore nel 1928. Nel corso degli anni a seguire si avvicina alla politica convinto che tale attività possa arrecare benefici tanto al suo Teatro quanto alla causa degli ebrei russi, collezionando cariche e onorificenze e, con esse, la diffidenza di Stalin.
Solomon Michoels, a detta dei suoi contemporanei, è un attore di grande talento, celebre in particolar modo per l’interpretazione di Re Lear in lingua yiddish. Al suo fianco in scena nel ruolo del Matto e nella gestione artistica del Teatro c’è Veniamin Zuskin che, alla sua morte, gli succede alla direzione del Teatro Nazionale Ebraico di Mosca. Zuskin non ha sorte migliore: rapito nel sonno dall’ospedale dove è in cura per depressione, viene condotto in pigione dove è picchiato, torturato, interrogato e il 12 agosto 1952 giustiziato in quella che è consegnata alla storia come la Notte dei poeti assassinati.
Re Lear è morto a Mosca inizia il giorno del funerale di Solomon Michoels, con l’anima del defunto, ancora incredula per l’accaduto, che assiste al mesto tributo tributatogli da famigliari, amici e gerarchi sovietici in divisa. La narrazione da qui si sviluppa attraverso salti continui tra il mondo dei morti e quello dei vivi, tra passato e presente a ricostruire l’epopea del Teatro Nazionale Ebraico di Mosca e la storia dei suoi protagonisti. I piani temporali si giustappongono e sovrappongono a seguire i ricordi di volta in volta suscitati dall’ascolto di ogni nuovo episodio rievocato. I nove attori in scena finiscono così per dar vita a un turbinio di storie, canzoni, danze e poesie yiddish a caratterizzare, da un lato, il tono mesto o gioioso di quanto stanno ricostruendo a favore del pubblico e, dall’altro, a connotare il protagonista di turno. Molti sono i personaggi storici rievocati a ripercorrere quasi mezzo secolo di antisemitismo in Russia e, tra quanti citati, non mancano Marc Chagall, autore di nove pannelli decorativi del Teatro, Stalin la cui ferocia è costantemente alimentata da paranoie e le dodici figure di spicco tra scrittori, artisti teatrali e giornalisti di origini ebraiche giustiziate insieme a Zuskin nella Notte dei poeti assassinati.
La drammaturgia nasce dal connubio artistico tra César Brie – che è anche regista dello spettacolo – e Leonardo Ceccanti cui portano il proprio contributo anche tutti gli altri attori in scena: Alessandro Treccani, Davide De Togni, Anna Vittoria Ferri, Michelangelo Nervosi, Tommaso Pioli, Annalesi Secco, Laura Taddeo, Altea Bonatesta ed Eugeniu Cornitel. La produzione è invece targata Teatro dell’Elfo, Campo Teatrale e Isola del Teatro.
Re Lear è morto a Mosca è interessante e coinvolgente, eccellentemente orchestrato da César Brie che, pure in scena, conferma una straordinaria abilità istrionica. Bravi, bravissimi gli altri attori che per oltre un’ora e mezza intrattengono il pubblico con una recitazione pirotecnica e dal ritmo serrato, ora commuovendolo, ora strappandogli risate.
Lo spettacolo resta in scena a Campo Teatrale fino a domenica 27 ottobre e dal 3 al 15 giugno sarà replicato al Teatro Elfo Puccini ma non c’è nessuna ragione per rimandarne la visione alla prossima estate.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Campo Teatrale
via P. Cambiasi 10 – Milano
fino a domenica 27 ottobre
orari: martedì 20.00
mercoledì, giovedì e venerdì 21.00
sabato 19.30
domenica 18.30
www.campoteatrale.it
e
Teatro Elfo Puccini
c.so Buenos Aires 33 – Milano
dal 3 al 15 giugno 2025
www.elfo.org
Re Lear è morto a Mosca
regia César Brie
drammaturgia César Brie, Leonardo Ceccanti
con la collaborazione di tutto l’ensemble
attori creatori César Brie, Alessandro Treccani, Leonardo Ceccanti, Davide De Togni, Anna Vittoria Ferri, Michelangelo Nervosi, Tommaso Pioli, Annalesi Secco, Laura Taddeo, Altea Bonatesta, Eugeniu Cornitel
consulenza storica Antonio Attisani
luci César Brie e l’ensemble
scenografia e costumi Matteo Corsi
maestra di danze e lavoro corporale Vera Dalla Pasqua
maestra di canto Anna Pia Capurso
musiche Pablo Brie e musiche tradizionali Yiddish
coproduzione Teatro dell’Elfo, Campo Teatrale e Isola del Teatro
durata: 1 ora e 40 minuti