L’ombelico di Alvise

Debutto nazionale dello spettacolo teatrale tratto da un racconto tanto surreale quanto malinconico di Claudia Porta sull’amore ai giorni nostri.
Largo ai giovani! Anche perché – diciamocelo – chi meglio di loro può raccontare l’amore di coppia ai tempi di internet, delle chat e delle community? Dopo tanto teatro classico, largo quindi a nuove storie che raccontino la contemporaneità.
Non illudiamoci che le basi siano diverse dalle storie tradizionali, troviamo sempre un lui e una lei, due poli opposti che si attraggono: Alvise è un insegnante timido, riservato e sensibile mentre Gala è un’artista insicura, depressa oltre che sull’orlo del suicidio. Una chat dà loro modo di incontrarsi e, gettate le maschere dei falsi profili, scopriranno di non poter più far a meno l’uno dell’altra: AlviseeGala, i loro nomi pronunciati tutti attaccati, sembra la formula della felicità, di un ritrovato equilibrio interiore dei singoli individui proprio grazie alla vita di coppia e…. gli amici lo confermano.
L’ombelico di Alvise, come metafora di un mondo interiore di cui solo Gala sembra possedere la chiave d’accesso, come pretesto per un radicale cambiamento della vita della coppia, diviene in breve tempo l’ossessione di Gala e il pretesto del dipanarsi di tutta la storia.
La pièce è l’adattamento teatrale di un racconto di Claudia Porta che ci propone le vicende dei suoi coetanei travolti dalla rivoluzione tecnologica in corso, marcando molto la mano sugli aspetti surreali, sulle sfasature logico-comportamentali che il contemporaneo provoca nelle relazioni tra individui. Non nasconde che il suo stile è debitore di quel filone che Martin Esslin in un suo testo risalente al 1961 definì “The Theatre of the Absurd”; i suoi punti di riferimento sono dunque Eugène Ionesco ed il risultato finale ci appare assolutamente degno dei maestri, privo di forzature, con un dialogo che scivola progressivamente verso l’assurdo dell’esistenza.
Tanto di cappello a Luca Ligato, alla sua prima esperienza: la messa in scena è meticolosa e precisa come un orologio svizzero e lui in cabina di regia sovrintende attento ed un po’ apprensivo all’azione sul palcosenico. L’assoluta assenza di scenografia è compensata dalla colonna sonora e dal gioco di luci per un risultato finale molto ritmato, a tratti concitato ma sempre aderente alla narrazione senza mai prevaricarla.
Alessia Bedini e Stefano Pirovano sono calati nei panni di AlviseeGala con grande trasporto, contribuendo a dare corpo oltre che voce alle varie sfaccettature dell’interazione tra due individui in cerca della loro dimensione, del loro posto nel mondo, attingendo ad una molteplicità stupefacente di stili, così come in effetti accade nella vita reale: un po’ fenomeno circense, un po’ rivista d’avanspettacolo, un pizzico di cabaret e, ovviamente malinconica spalmata in abbondanza. Sopra tutto ciò la musica rock che, ancora oggi, in pieno XXI secolo, è sinonimo di desiderio di rottura: degli schemi, del conformismo, di uno stile di vita che ci vorrebbe tutti omologati.
Il pubblico entusiasta deve aver colto il messaggio poiché a fine spettacolo applausi ed acclamazioni sono scaturiti copiosi tributando il meritato riconoscimento a questi ragazzi che hanno creduto talmente nel testo da mettersi in gioco anche come produttori.
Infine, il dovuto riconoscimento di merito anche all’Arci Cicco Simonetta che ogni lunedì, all’interno della rassegna Off-Cicco, dà spazio alle nuove produzioni, soprattutto indipendenti, permettendo loro di cogliere, spesso per la prima volta, le reazione del pubblico al proprio lavoro.

Silvana Costa

Lo spettacolo è andato in scena:
Arci Cicco Simonetta
Via Cicco Simonetta 16 – Milano
Lunedì 20 febbraio, ore 21.30 – prima nazionale

L’ombelico di Alvise
di Claudia Porta
regia di Luca Ligato
responsabile organizzazione-produzione Monica De Giuli
con Alessia Bedini e Stefano Pirovano
scenografia Giovanna Angeli
costumi Carla Goddi
musica Alberto Campi
foto di locandina: Andrea Morando

L’Ombelico di Alvise – trailer