Le Scuderie Granducali di Seravezza aprono i battenti alla bipersonale di Zoe de l’Isle Whittier e Cristina Menni, organizzata in occasione dell’evento per la raccolta fondi a favore dell’A.I.E.F.
Al di là del fine benefico di una serata decisamente riuscita, ci si domanda perché esporre i lavori di due artiste tanto diverse come Zoe de l’Isle Whittier e Cristina Menni. La risposta, questa volta, non è però semplicemente di convenienza, bensì ben motivata dalle caratteristiche proprie di questi due nomi della scultura e della pittura toscana.
Infatti, le opere di Zoe e Cristina, riunite nella stessa sala, hanno il pregio non solamente di mostrare stili, linguaggi ed espressioni artistiche diversi fra loro, bensì di dischiudere agli occhi e alle menti del visitatore due universi di senso che esprimono immaginari quasi agli antipodi: la prima, immersa nel mondo naturale, quasi fosse lei stessa parte di quel mondo popolato di melograni, gatti, rondini e topolini; la seconda, al contrario, concentrata sul femmineo e sulla continua tensione tra le esigenze e le fragilità della figura muliebre e l’universo maschile che la circonda, cercando quasi di dominarla.
La contrapposizione dualistica tra queste visioni e modi di essere e porsi, come artiste, si ritrova anche nel confronto tra i materiali impiegati. Zoe si esprime mantenendosi in delicato equilibrio tra la pesantezza propria del marmo, che lavora di persona cavando dalla materia modellati sinuosi e pieni; e la leggerezza del bronzo che, nelle sue opere, acquisisce una levità da filigrana preziosa, una spensieratezza che riverbera sulle ali delle sue rondini in volo. Cristina, al contrario, sceglie per le sue tele una matericità pesante, maschile, imperiosa – che stempera, a volte, in varietà di ocra e, altre, esalta con tinte forti o colori primari – per meglio evidenziare l’esile figura, raccolta in posizione fetale, che si intravede tra screziati e rugosità. Queste sue donne, dalle campiture piatte, a volte minute, posseggono però la forza di esprimere un universo altro, che sembra rifuggire le asperità della vita per ricercare una propria dimensione interiore e una possibilità di esistere più gentile e serena.
Bipersonale, quindi, interessante, che ha anche il merito di affiancare a una scultrice in attività ormai da molti anni e che ha ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo, come Zoe de l’Isle Whittier, una pittrice che solo da pochi anni ha lasciato la professione di avvocato per dedicarsi a tempo pieno alla pittura ma che, nelle opere esposte, dimostra di avere già raggiunto oltre alla piena padronanza della tecnica, un linguaggio personale in grado di esprimere – tela dopo tela – la molteplicità di storie, emozioni, paure e sogni di un universo femminile alla ricerca di sé.
Simona M. Frigerio
Il vernissage ha avuto luogo:
Scuderie Granducali
viale Leonetto Amadei, 230 – Seravezza, LU
domenica 30 novembre ore 18.30
nell’ambito dell’evento promosso a favore dell’A.I.E.F. (Associazione Italiana Epilessia Farmaco Resistente)
www.terremedicee.it
www.aiefonlus.it
Zoe de l’Isle Whittier, scultrice
e Cristina Menni, pittrice
nella stessa serata
Oscar Wilde, il processo
spettacolo con Roberto Azzurro e Pietro Pignatelli
pianista Rebecca Lou Guerra