L’arte barocca e il rock si fondono in questa densa giornata festivaliera, caratterizzata da spettacoli di danza e circo contemporaneo.
Il programma proposto per il primo sabato di Teatro a Corte è equamente ripartito tra la magnifica Palazzina di Caccia di Stupinigi e il cuore pulsante del festival: il Teatro Astra. Specularmente, abbiamo assistito, in entrambe le sedi, a un numero di danza e a una performance di circo contemporaneo, molto distanti tra loro eppure tutte parimenti convincenti in quanto chiara testimonianza di un percorso creativo estremamente originale.
Iniziamo con quello che forse era lo spettacolo più atteso del primo weekend di Teatro a Corte: Capilotractées del suo finlandese Elice Abonce Muhonen e Sanja Kosonen. Diafane come ninfe, le artiste hanno la cortesia di rivolgersi al pubblico, per tutta la durata della loro esibizione, in italiano – dettaglio tutt’altro che trascurabile poiché in Capilotractées si alternano acrobazie a canzoni a tema e a cinici siparietti comici. Gli sketch, recitati con l’aria triste e surreale di Buster Keaton, rendono evidente uno degli insegnamenti mutuati da Sanja dalla collaborazione con Circo Aereo, compagnia protagonista della scorsa edizione della rassegna (leggi la recensione). Per quanto siano esili le loro figure, vedere le due acrobate appese per l’anello in acciaio che spunta dagli chignon ha il potere di zittire il pubblico che segue, con il fiato sospeso, le evoluzioni. Le attese non sono state deluse: la poesia dei numeri aerei è perfettamente bilanciata dalla fine ironia delle parti di intrattenimento comico-musicale; la forza dall’intelligenza; lo stupore infantile dal disincanto dell’età adulta; il circo delle origini, popolato da donne cannone e femmine barbute, dai riferimenti alla contemporaneità. Al termine dello spettacolo resta sul palcoscenico un discreto quantitativo di capelli tagliati, intrecciati, caduti o confezionati in vistose parrucche, e, nel cuore degli spettatori, l’idea di avere assistito a una performance dalla forte carica onirica – sebbene non si riesca a decidere se le acrobate incarnino il sogno di volare o l’incubo di ogni donna dalle lunghe chiome.
Alla leggerezza con la quale Elice e Sanja volteggiano nell’aria, si contrappone la violenza della forza di gravità che impedisce a Jann Gallois di staccarsi dal suolo, imponendole di spostarsi strisciando o rotolando su se stessa. P=Mg – ovvero peso=massa x campo gravitazionale: l’equazione che regola la capacità di muoversi nello spazio in funzione della forza di gravità che agisce sul corpo – sublima la determinazione con la quale la danzatrice sfida le leggi della fisica per portare il proprio corpo in posizione eretta e poi, da lì, spiccare il salto verso il cielo. Come racconta la stessa Jann Gallois – che è anche coreografa dell’assolo – durante l’incontro con la stampa, P=Mg è una composizione autobiografica, metafora del percorso di crescita interiore che l’ha portata, nonostante la contrarietà dal padre, a perseguire il suo desiderio/bisogno di esprimersi attraverso la danza. Come la protagonista della performance, la Gallois ha cercato dentro di sé la forza e il coraggio di alzare la testa, focalizzare lo sguardo su un obiettivo e procedere lungo la strada individuata, ottenendo, dopo tanta dedizione, insieme ai primi riconoscimenti artistici, anche la tanto agognata approvazione paterna. La creazione, accompagnata dalle suggestioni sonore elaborate ad hoc da Jean-Charles Zambo, presenta un andamento incalzante che avvince e avvolge il pubblico in una spirale di pathos – rendendo evidente la motivazione dei numerosi premi internazionali attribuiti a P=Mg, sia dalla critica che dal pubblico.
È per molti aspetti autobiografica anche Voglio Voglia, la coreografia site-specific creata da Andrea Costanzo Martini nella Palazzina di Caccia di Stupinigi, appositamente per Teatro a Corte. Artista cosmopolita ma di origini piemontesi, Martini racconta come per lui questo luogo, immerso nella natura, sia divenuto il pretesto per evocare i ricordi dell’infanzia trascorsa nella fattoria avita. Interrogato infatti su quale sia stato il punto da cui è partito per sviluppare la coreografia, ha risposto senza esitazione «Il verso dei maiali». Sull’onda emozionale dell’amarcord, ai maiali si sono aggiunti i cani, Piero Angela e poi, ancora, le pubblicità-tormentone degli anni Novanta in un’interessante sequenza di voli pindarici. Fantasticando su mondi noti in modi inattesi, Martini ha creato un pas de deux – interpretatato con Adi Weinberg – leggero e brioso che trasmette il piacere dei giovani di giocare con ogni cosa gli si pari innanzi, sperimentando nuove ed insolite combinazioni di elementi. Nulla tuttavia è lasciato al caso. Obbligato a confrontarsi con la maestosità barocca della Palazzina progettata da Filippo Juvarra, Martini ha scelto di esibirsi nel salone ellittico a doppia altezza, riccamente affrescato dai fratelli Valeriani con un tributo a Diana, la dea della caccia. Lo stile architettonico e decorativo del complesso monumentale viene sapientemente ripreso con allusioni, a tratti impercettibili, quali il componimento di Johann Sebastian Bach – uno dei massimi artisti di epoca barocca – utilizzato come base per il tema della sigla di Quark inserita nel prologo alla danza o la sfarzosa pubblicità di un noto cioccolatino – non a caso piemontese – in cui si pronuncia la celeberrima battuta «Ambrogio, ho voglia di qualcosa di buono», ripetuta ossessivamente nel corso della performance e da cui è mutuato Voglio Voglia, il titolo dello spettacolo. Tutti questi elementi, combinati tra loro, danno vita a un’opera energica, frizzante, inattesa, imprevedibile, ma soprattutto esclusiva ed irripetibile, accolta con gran entusiasmo dal pubblico e dai critici in sala.
Uscendo dalla sala dalla parte che guarda verso il viale d’ingresso alla Palazzina, sulla scalinata, si assiste infine all’esibizione di giocoleria di Gandini Juggling. Il collettivo inglese era già stato applaudito ospite di Teatro a Corte nel 2012 con Smashed, un tributo a Pina Bausch, e quest’anno è tornato proponendo, in prima assoluta per l’Italia, l’accattivante 8 Songs. Questa performance, concepita a partire da una compilation di grandi classici della musica rock, segna per Gandini Juggling il ritorno alle origini, al teatro di strada abbandonato nel corso degli anni a favore di spettacoli più sofisticati, che trovano nei teatri il contesto ideale per la loro messinscena. Per trenta minuti gli artisti si esibiscono al suono di Sympathy for the Devil degli Stones, Good Vibrations dei Beach Boys, Scary Monsters di Bowie e altri intramontabili successi mentre il pubblico batte il tempo e trattiene a fatica il desiderio di cantare a squarciagola almeno il refrain. Sotto l’occhio perplesso del cervo che domina il giardino della Palazzina di Caccia di Stupinigi si respira il clima degli anni Settanta con lo stile punk londinese dei costumi alla Vivienne Westwood, in un tripudio di pelle, collant strappati e magliette che celebrano i gruppi in voga all’epoca. La voce ruvida di Janis Joplin ci ricorda le grandi proteste di piazza in nome della pace nel mondo e, quando è la volta di I want you di Bob Dylan, sui capi delle ragazze compaiono delicate coroncine di fiori e ci sembra che quei sei giovani artisti, che fanno roteare e volteggiare in aria palle di ogni dimensione, siano la massima espressione della contestazione di un sistema che, oggi come allora, vuole uniformare la società secondo stereotipi predefiniti.
Non sorprendetevi di questa vena reazionaria: Teatro a Corte è anche questo.
Silvana Costa
Guarda il programma completo di Teatro a Corte
Gli spettacoli sono andati in scena:
sabato 18 luglio 2015
Palazzina di Caccia
Stupinigi, Torino
www.teatroacorte.it
www.ordinemauriziano.it/palazzina-di-caccia-stupinigi
danza
Italia – Israele
Voglio Voglia
di Andrea Costanzo Martini
con Andrea Costanzo Martini, Adi Weinberg
Fondazione Teatro Piemonte Europa
creazione in situ
durata 20 minuti
circo contemporaneo
Regno Unito
8 Songs
Gandini Juggling
direzione artistica Sean Gandini
assistente alla regia Katiyla-Hokkala
performers Christopher Patfield, Francesca Mari, Frederike Gerstner, Inaki Sastre, Jose Triguero, Lynn Scott
management Marina Arranz, Tara Boland, Anne-Agathe Prin
foto Alice Allart
produzione Gandini Juggling
performance commissionata da Without Walls, Ageas Salisbury International Art Festival e Greenwich + Docklands International Festival
durata 30 minuti
prima nazionale
Teatro Astra
via Rosolino Pilo 6 – Torino
www.teatroacorte.it
http://fondazionetpe.itcirco contemporaneo
Finlandia
Capilotractées
di e con Elice Abonce Muhonen & Sanja Kosonen
occhio esterno Tsirihaka Harrivel e Vimala Pons
stage management, costruzioni e luci Jérémie Bruyère
design, struttura e costruzione Michel Carpentier
creazioni musicali e arrangiamenti Sébastien Wojdan, Tsirihaka Harrivel & Vimala Pons
costumi e parrucche Elice Abonce Muhonen & Sanja Kosonen
foto e video Sébastien Armengol
management Lucile Mulliez, Emmanuelle Nonet
tour management L’avant Courrier – Nolwenn Manac’h
produzione Association Des Clous / supporto organizzativo e amministrativo Galapiat Cirque
coproduzione Le Prato, Pole National Des Arts Du Cirque Dans Le Cadre Du Plot, La Brèche -Pôle National Des Arts Du Cirque De Basse Normandie, La Cascade – Maison Desarts Du Clown Et Du Cirque
residenze Le Prato – Pôle National des Arts du Cirque à Lille, Espace Périphérique (Ville de Paris-Parc de la Villette), Les Nouvelles Subsistances – Laboratoire International de Création Artistique, Labrèche – Pôle National des Arts du Cirque de Basse Normandie, La Cascade – Maisondes Arts du Clown et du Cirque, Galapiat Cirque et le Carré Magique, Pôlenational des Arts du Cirque de Lannion Trégor / Con Il Supporto Di La Grainerie – Fabrique Des Arts Du Cirque Et De L’itinérance, Cirko – Helsinki, Sorincirkus – Tampere, Culture Commune – Scène Nationale du Bassin Minier du Pas Decalais, Mjc Bégard
con l’aiuto di Arts Council of Finland, Finnish Cultural Foundatione Kone Foundation
durata 60 minuti
prima nazionale
guarda il promo https://vimeo.com/101394493
danza
Francia
P=Mg
Jann Gallois / Cie Burnout
coreografia e interpretazione Jann Gallois
suono Jean-Charles Zambo
luci Cyril Mulon
tour manager Sebastien Castella
produzione Cie Burnout
in coproduzione con Initiatives d’Artistes en Danses Urbaines Iadu (France-Parc de la Villette Fondation con il supporto di Caisse Des Dépôts and Acsé) Residencies Halle Aux Cuirs (Paris), Micadanses (Paris), Suresnes Theater, Galion Dance Center (Aulnay-Sous-Bois)
durata 17 minuti
prima nazionale
www.cieburnout.com