Al Sant’Andrea di Pisa va in scena Faust Marlowe Burlesque. Buona prova attorale ma il confronto è impari.
“Immersi nella dimensione del gioco, si scambiano di ruolo, perdono di identità, e il grande spettacolo che ci restituisce, con la mediazione di Carmelo Bene, un Trionfo regista duro e essenziale, scatenato e magico, finisce col raccontare non una dannazione, ma la tragedia dell’impossibilità a uscire dalla propria camera da letto, a realizzare un contatto qualsiasi con la realtà”. Così scriveva Franco Quadri riferendosi allo spettacolo interpretato da Carmelo Bene e Franco Branciaroli, andato in scena il 6 aprile 1976.
Uno spettacolo che fece storia. Con un interprete d’eccezione come Branciaroli, l’unico genio del teatro italiano, Carmelo Bene, e un Aldo Trionfo in stato di grazia. Per base il testo di Marlowe (che rimane, con Shakespeare, forse l’unico tragediografo di epoca elisabettiana ancora oggi attuale e drammaturgicamente sublime), con l’interpolazione di altri testi – dai classici letterari ai rimandi cinematografici. Un burlesque di classe con la voce/orchestra di Bene che, da sola, è un intero spettacolo.
I termini di paragone tra un capolavoro e il lavoro onesto e più che dignitoso di Massimo Di Michele sono, quindi, improponibili. Concentriamoci perciò su quanto ci ha convinti dello spettacolo visto a Pisa l’11 novembre.
Innanzi tutto la recitazione, soprattutto di Massimo Di Michele, in grado di usare bene la voce e dare un tocco di ibridazione transgender alla sua interpretazione. Federica Rosellini convince nelle parti drammatiche e nei ruoli di Mefistofele ed Elena, meno sul versante burlesque. La sua voce non regge le estensioni che richiederebbero i vari ruoli ma nei momenti più intimi raggiunge note sincere ed emotivamente vibranti.
Il lavoro sul Faust di Marlowe è buono ma, a volte, le interpolazioni non convincono. Alcune sfuggono perché distanti dal nostro immaginario pop, altre (come la gag con il fallo di peluche) disturbano abbassando troppo il tono senza toccare il grotteco, che può sublimare il brutto. Bene le musiche, che fanno da contrappunto all’azione. La Vanoni è una scelta oltremodo azzeccata.
Quello che manca è una visione d’autore più personale. Il modesto consiglio è continuare a cimentarsi con il Faust di Marlowe ma, forse, abbandonando un po’ l’originale, cercare nuove forme di attualizzazione e di contrappunto ironico/grottesche alle parti drammatiche – che non siano quelle di Bene/Branciaroli/Trionfo, ma più vicine ai falsi miti della tv del dolore o dell’universo kitsch da GF.
Simona M. Frigerio
Lo spettacolo è andato in scena all’interno della rassegna Teatri di Confine e del festival Angeli e Demoni. Il mito di Faust
Teatro Sant’Andrea
via del Cuore – Pisa
mercoledì 11 novembre, ore 21.15
www.teatrosantandrea.itMaDiMi presenta:
Faust Marlowe Burlesque
di Aldo Trionfo e Lorenzo Salveti
regia Massimo Di Michele
scene e aiuto regia Cristina Gardumi
costumi Alessandro Lai
disegno luci Alessandro Carletti
con Massimo Di Michele e Federica Rosellini