La suspence in un passo di danza

Les Vertiges HitchcockPer una serata, il 4 febbraio scorso, il Teatro Verdi di Pisa si è trasformato nel set di un Hitchcock ‘da capogiro’. Grazie a Emilio Calcagno, catanese di nascita ma francese di adozione, che lo ha scelto per il debutto dello spettacolo Les vertiges d’Hitchcock, di cui ha curato la coreografia, affidandone l’esecuzione ai danzatori della Compagnia ECO.

Spettacolo ispirato ai film del famoso regista angloamericano, capace come nessun altro di creare atmosfere di altissima suspence, in grado di far trattenere il fiato al pubblico, senza mai oltrepassare il classico “buon gusto”. Com’è noto, una delle più importanti caratteristiche della produzione di Hitchcock erano i simboli che rappresentavano ciascun film e da cui poi nacquero i grandi miti, riassumibili nel grande mito del “maestro del brivido”. Su questi miti cinematografici, il coreografo Emilio Calcagno ha deciso di costruire uno spettacolo coreografico. Un’ora di danza “hitchcockiana” vertiginosa (parafrasando uno tra i capolavori del maestro), dove cinque danzatori omaggiano alcuni dei suoi famosi simboli mitici. Non puri riferimenti didascalici, ma lontane evocazioni, richiami ideali alla tecnica del racconto di Alfred Hitchcock, sempre ricco di punti di sospensione.

Il palco simula un set cinematografico: due specchi con luci ai lati, un cameraman che gira con luce artificiale – talvolta puntando sugli spettatori, più spesso sui danzatori. Uno di questi, all’inizio, è a terra. È il cadavere, presenza ineliminabile – all’inizio di ogni classico racconto poliziesco che si rispetti – accanto al suo assassino che, ovviamente, cerca di farla franca. Iniziano così delle sequenze coreografiche di gruppo, intrecciate, delle spirali orizzontali e poi degli assoli. Movimenti molto netti e precisi. Da subito si crea effettivamente un’atmosfera di attesa che resta una costante per tutta la durata dello spettacolo. Attesa di un decollo che non avviene pienamente se non verso la fine, quando, all’aprirsi del fondale, l’intero retropalco del Verdi appare in tutta la sua ampiezza e il suo splendore (almeno per chi ama il teatro come luogo fisico, quale fabbrica delle magie), trasformato appunto in set cinematografico, con attrezzature, attori e attrici – interpretati dagli stessi danzatori. Tra le performer, una in particolare si avvia verso la fase conclusiva dello spettacolo.  Momento, quello dell’apertura del fondale, davvero liberatorio, in cui sembra di poter respirare liberamente.

Oltre alla scenografia, ciò che risalta maggiormente in questo spettacolo è il movimento coreografico, che simula quasi il taglio netto di un coltello affilato, con avvinghiamenti tra i danzatori che sembrano abbracci o soffocamenti, trappole quasi, come nei film hitchcockiani. Coreografia esaltata dalla bravura degli interpreti, e più particolarmente delle danzatrici, che hanno eseguito con eleganza ed energia, spiccando soprattutto nei momenti individuali. Figure di grande effetto anche se, talvolta, un po’ ripetitive, forse perché non ben supportate da una musica tecno eccessivamente neutrale, caratterizzata da ‘ostinati’ molto insistiti che, se da un lato risultano efficaci ad assecondare l’atmosfera, dall’altro non sempre evitano la monotonia. Ed è un peccato, tanto più in un omaggio a Hitchcock. Nei film del grande regista, infatti, una delle caratteristiche che più colpiscono – anche se non sempre adeguatamente rilevata – è l’estrema precisione della sincronia tra sceneggiatura e musica. Non solo quando questa è presente come uno degli elementi scenici fondamentali, come ne L’uomo che sapeva troppo, ma anche quando ha semplice funzione di elemento di accompagnamento, o d’anticipazione, di rimando a qualcos’altro, di sottolineatura, o ancora di collegamento tra una scena e l’altra – quasi un micky mousing, il metodo sonoro dei cartoni animati.  Proprio in considerazione dell’artista omaggiato, dunque, sarebbe stato opportuno, a nostro parere, osare molto di più dal punto di vista musicale e, probabilmente, l’intero spettacolo se ne sarebbe giovato.

 

Caris Ienco

Les Vertiges ph Alexandre Castres c

https://vimeo.com/112616782

 

Lo spettacolo è andato in scena:

Teatro Verdi

via Palestro, 40 – Pisa

giovedì 4 febbraio, ore 21.00
www.teatrodipisa.pi.it


Les Vertiges d’Hitchcock
creazione 2014 per cinque danzatori
coreografia Emilio Calcagno
creazione musicale Aurélien Richard
disegno luci Baptiste Delestre et Nicolas Lemoine
danzatori Benjamin Forgues, Dorothée Goxe, Mira Kang, Leonardo Maietto, Youlia Zhabina
produzione ECO-Emilio Calcagno, coproduzione Lux – Scène Nationale de Valence, La Maison du Théâtre et de la danse d’Epinay- sur-Seine, L’espace Georges Simenon de Rosny-sous-Bois, con il sostegno di D.R.A.C Picardie, le Conseil Régional de Picardie, le Département de la Seine-Saint-Denis e la Spedidam

www.compagnie-eco.com