Alla Galleria Passaggi di Pisa, ancora per qualche giorno, la mostra di Tatiana Villani che inscrive il viaggio sui corpi senza volto di un’umanità in cerca di sé.
Tatiana Villani non è un’artista facilmente definibile, dato che i suoi ambiti di ricerca sono molteplici e anche i risultati, dalla performance alla scultura, passando per la fotografia e l’installazione, sono fruibili in maniera diversa e da spettatori che, di volta in volta, possono diventare complici o collaboratori, compartecipi e attivi. Particolarmente interessante, da questo punto di vista, I have a dream. Il progetto, nato da un’idea di Shweta Bhattad, ha coinvolto vari artisti in tutto il mondo, che si sono impegnati a inscrivere questo messaggio di pace nel territorio nel quale operano. Tatiana Villani, per l’Italia, lo ha realizzato, con la collaborazione di Rete per un Luogo Comune, a Pietrasanta. Ed è proprio questo verbo, inscrivere, che ritorna forse con maggiore frequenza nelle esperienze multidisciplinari di Villani e anche nella mostra alla Galleria Passaggi.
In esposizione una serie di fotografie, tutte rielaborate dall’artista su supporti diversi e con l’ausilio, in alcuni casi, della pittura. A corollario anche una serie di piccole sculture, in paraffina, creta cruda o gomma siliconica. Le prime, in particolare, cesellate con la delicatezza ariosa e la mano precisa delle giade di epoca Sung.
A unire i lavori di Körperland una ricerca che nasce dallo sradicamento vissuto in prima persona dall’artista, durante il suo lungo soggiorno a Berlino. Il bisogno di lavoro o la scelta di seguire una carriera professionale ci portano (o ci costringono) spesso a dislocarci, ad abbandonare le nostre radici per intraprendere questo viaggio fisico, ma anche interiore, che si inscriverà (ecco che torna il verbo) inevitabilmente sui nostri corpi. Corpi che muteranno, che si piegheranno, o forse rifioriranno a nuova bellezza. Corpi che, nella perdita del proprio io inteso come frutto di un processo cognitivo e culturale che ci ha plasmati dalla nascita, sembrano non possedere più un volto proprio e caratterizzante. Corpi che, infine, diventano essi stessi parte di una nuova geografia, spogliati della loro unicità; che si fanno tavolozza sulla quale l’artista dipinge, materia che la vita rielabora, e che il tempo incide – a volte impietosamente.
Nei suoi scatti in bianco e nero si ritrova un certo gusto antiestetico e difforme che rimanda ai lavori di Joel-Peter Witkin (esposti anche recentemente in Italia, al Photolux Festival di Lucca) o di Diane Arbus. Qui, però, il corpo non ha un valore in sé, all’interno di una composizione studiata nei minimi dettagli o come exemplum di diversità, bensì come materia vivente – insieme pulsante e simbolica. Pulsante, in quanto risultato in divenire della vita stessa del corpo; simbolica poiché insieme di forme, curve e linee che possono leggersi al di là e prima del corpo stesso.
Una piccola mostra interessante, per un’artista che ha molto da dire.
Simona M. Frigerio
La mostra continua:
Passaggi Arte Contemporanea
via Garofani, 14 – Pisa
fino a sabato 16 aprile
orari: mar-sab 16.00-20.00 e su appuntamento
www.passaggiartecontemporanea.it
Körperland
di Tatiana Villani
a cura di Alessandra Ioalé