Arte dal carcere: verso il futuro.
Sabato 14 maggio, il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha presentato in conferenza stampa la prima rassegna d’arte dedicata ai detenuti, reclusi negli istituti penitenziari italiani. Per comprendere meglio l’iniziativa, abbiamo intervistato Vittorio Guidi, curatore del Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi.
Il Museo Ugo Guidi e l’Associazione Amici del Museo Ugo Guidi sono tra gli Enti promotori e organizzatori della prima rassegna di arti visive, riservata ai detenuti negli istituti penitenziari italiani. Com’è nato il progetto e perché avete pensato di partecipare a tale iniziativa?
Vittorio Guidi: «Come promotori dell’iniziativa, Il Maestro presenta l’Allievo, rivolta ai giovani artisti delle accademie di Belle Arti italiane, giunta quest’anno all’VIII edizione, siamo molto sensibili a quello che è il mondo dei giovani e al sociale. In occasione di una manifestazione artistica dell’Accademia di Carrara, svoltasi presso la Procura di Massa, siamo stati avvicinati dalla dottoressa Martone, direttore del carcere di Massa, che ci ha mostrato gli ampi spazi del Tribunale e suggerito la possibilità di ospitarvi una manifestazione artistica. Da lì, l’idea iniziale, e il successivo sviluppo portato avanti dalla critica Enrica Frediani, nostra storica collaboratrice».
Lei, personalmente, perché valuta in maniera positiva le attività culturali in carcere?
V.G.: «Il carcere e la sua funzione sono universalmente noti. Ritengo che la nostra iniziativa sia di stimolo, di riflessione e di crescita spirituale e morale e, quindi, un mezzo per il superamento delle negatività che hanno determinato la presenza dell’individuo nel luogo di detenzione».
Oltre a raccogliere e valutare le opere prodotte dai detenuti, pensate di organizzare anche dei momenti formativi all’interno delle Case di reclusione?
V.G.: «Questa è la prima rassegna. Ci auguriamo di trovare il favore e la disponibilità delle persone alle quali è rivolta. Certamente, avendo disponibilità, rientra nei nostri obiettivi e orizzonti socio-culturali un ulteriore approfondimento attraverso momenti formativi».
Può spiegare praticamente come potranno partecipare i detenuti a questa iniziativa?
V.G.: «Contiamo sull’adesione al progetto dei 160 direttori degli istituti di detenzione italiani, che devono essere i primi a credere nell’iniziativa e, quindi, a trasmettere ai detenuti le motivazioni per creare opere che spazino in ogni settore delle arti visive, dalla pittura alla scultura, dal disegno al collage, fino alla fotografia, sia attraverso lavori singoli che di gruppo. Il regolamento e il progetto sono a disposizione, nella prima pagina del sito del Museo Ugo Guidi: www.ugoguidi.it».
Lei farà anche parte della giuria, presieduta dalla professoressa Failla. Quali saranno i parametri che prenderete in considerazione per le vostre scelte?
V.G.: «I criteri sono in via di definizione ma non potranno prescindere da una originalità creativa e compositiva, da qualità tecniche e armonia generale del prodotto artistico presentato».
Non tutti gli istituti penitenziari italiani danno modo ai reclusi di svolgere attività trattamentali o lavorative. Avete già dei dati sul numero di istituti che daranno effettivamente l’opportunità ai detenuti di prendere parte alla rassegna?
V.G.: «Come già accennato i 160 Istituti di detenzione saranno tutti invitati a partecipare e, quindi, ci aspettiamo un gran numero di opere che poi, selezionate in numero di 90, saranno esposte per quasi un anno negli spazi del Tribunale di Massa».
Si è pensato anche ad altre sedi dove esporle?
V.G.: «Le opere saranno esposte dal novembre 2016 al 30 settembre 2017. Se ci saranno richieste per poterle esporre in altre sedi, valuteremo volentieri le richieste in tal senso».
Il 6 novembre le opere saranno presentate al pubblico. Il vincitore sarà già stato scelto o attenderete dopo l’esposizione, accogliendo anche eventuali commenti del pubblico?
V.G.: «Al momento riteniamo di non scegliere un vincitore. Aspettandoci un gran numero di opere, il segno della vittoria per il detenuto sarà apprendere che la sua opera è stata selezionata per essere esposta».
Una vignetta dell’annullo filatelico sarà disegnata da un detenuto partecipante alla rassegna, dopo la selezione delle opere pervenute. Sarà questo il premio simbolico per il vincitore?
V.G.: «È stata una sorpresa anche per noi, membri della giuria, l’annuncio della dottoressa Failla (Presidente del Tribunale di Massa, n.d.g.), in conferenza stampa, dell’annullo filatelico che, indubbiamente, andrà a indicare un vincitore. Altri premi non sono al momento previsti, anche se quale logo della manifestazione è stata scelta l’opera di Ugo Guidi, Cavallo Vincitore. Un’opera, del ’73, simbolo di libertà e di vittoria, che ci auguriamo, nelle prossime edizioni della rassegna, di poter realizzare in bronzo così da assegnarla all’istituto di detenzione, il cui detenuto-artista sarà ritenuto il vincitore simbolico».
Simona M. Frigerio