Pergine Spettacolo Aperto | Venerdì 1 luglio

Home Visit foto thor brødreskift 4 copyUna giornata di sole fa da sfondo propizio all’inizio del Festival che, utilizzando per molti giochi/performance, location esterne, necessita di belle giornate estive.

Un’impostazione, questa di Pergine, che permette di coinvolgere, oltre agli spettatori, anche tutti coloro che casualmente si trovano a passare per vie e piazze, incuriosendoli e permettendo loro di usufruire degli stessi in maniera creativa. Può capitare, ad esempio, di essere coinvolti in un percorso-vita, accompagnati da una ragazza dell’A.N.F.A.S. Trentino Onlus in sedia a rotelle, che ci guida, mentre siamo bendati, attraverso una serie di ostacoli fisici e psicologici, restituendoci la sensazione di difficoltà che tutti noi – persone più o meno diversamente abili – incontriamo quotidianamente.

E, sempre a proposito di percorsi, quello che propone Circolo Bergman con Macinante è una riscoperta di ciò che, col tempo, è stato sepolto o, per meglio dire, incanalato. Quell’acqua che, usata come forza motrice, muoveva le macchine del Lanificio Dalsasso – ormai ferme per sempre, in un vecchio mulino trasformato in filatoio. Un sogno avverato, quello della famiglia di imprenditori, al prezzo di duro lavoro e fatica. Nella fabbrica si lavorava con continuità – e sicuramente troppo – contrariamente a quanto avviene oggi con i contratti a chiamata o a ore (precarietà, questa, che, se si volesse, potrebbe essere ovviata semplicemente con un welfare degno di questo nome).
Ma torniamo al walkabout. Nel locale semibuio si scoprono i macchinari della Dalsasso ed è facile immaginarli ancora in movimento, alimentati con continuità dagli addetti, che – come ci ricorda la voce in cuffia – dovevano ovviare ai momenti di pericolo, quando si verificava la rottura di una cinghia, con la concitazione presta indispensabile per far ripartire la produzione nel più breve tempo possibile. Un lavoro faticoso, a turni, frastornati dal continuo rumore assordante.
Il percorso site-specific è anche un viaggio nel tempo, che rimanda al potere feudale difeso dalle alte mura del castello – irto sulla collina che sovrasta la città – ma ormai decaduto e sostituito da altri, più ramificati e sottili, ma ben più rapaci nello sfruttamento delle risorse umane e naturali.

Alle 21.30, siamo gentilmente ospitati in un appartamento che, come ci illustra il padrone di casa, è situato in una delle vie centrali più belle di Pergine. Qui, ci sediamo tutti di fronte al disegno dell’Europa, che campeggia su un lungo tavolo, intagliato dal padre del nostro ospite, che lo costruì con i ciliegi, ormai vecchi e senza frutti, che aveva piantato quando era ancora giovane.
Una specie di piccola stampante con un pulsante verde e uno rosso e che emette anche una qualche colonna sonora, posizionata al centro del tavolo, decide i tempi del gioco, emette sentenze e porge domande. Prima ai singoli e, poi, a ognuna delle sei squadre che una coordinatrice forma in base alle risposte date nella prima parte, e che dovrebbero accoppiare gli individui secondo scelte ideologiche o casi della vita.
Si discute dei rapporti tra le persone, di cooperazione tra Stati, di accordi tra gli stessi e di finanziamenti e tassazione. Risposte per lo più concise – per evitare che la macchina, imperterrita, sovrapponga i quesiti. Domande anche personali ma che rimandano a principi di convivenza, tolleranza, comprensione e collaborazione, tese forse a far sì che i partecipanti evitino il più possibile di fossilizzarsi sulle proprie posizioni con atteggiamento di sfida.
Quando le domande vertono sui valori e i principi costitutivi dell’Europa, le stesse mettono in mostra la poca conoscenza del semplice cittadino verso questa comunità formata da 28 (ormai 27) Paesi che, a vario titolo, ne fanno parte. Rancori mai sopiti riemergono nei confronti dei potenti – sia a livello sovranazionale che, metaforicamente, personale; così come paure; ma anche inaspettate aperture di fronte alla possibilità di muoversi, comunicare e confrontarsi – senza preconcetti sulle diversità.
Home visit Europe – più gioco che teatro – finisce con un premio. Un dolce che dovrebbe essere teoricamente condiviso in base alle risposte date e, quindi, a vincitori e vinti, ma che  viene spartito equamente fra tutti i commensali. Quasi un auspicio di un modo nuovo di vivere e intendere l’Europa, quale spazio aperto alla solidarietà e non semplice invenzione geografica a fini finanziari e di mercato.

Luciano Uggè

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Pergine Spettacolo Aperto
Pergine di Valsugana (TN)
varie location
da venerdì 1 luglio a sabato 9 luglio 2016
www.perginefestival.it

venerdì 1 luglio, ore 20.00
partenza da piazza Municipio – arrivo presso Ex Lanerie Dalsasso
Circolo Bergman (IT)
 presenta:
Macinante
concept Circolo Bergman
testi Paolo Giorgio, Sarah Chiarcos, Marcello Gori
luce Sarah Chiarcos
musiche Marcello Gori
video Alberto Sansone
comunicazione visiva Dario Serio
organizzazione Anna De Martini
produzione Casa degli Alfieri e Circolo Bergman
site-specific

ore 21.30
residenze private
Rimini Protokoll (DE)
 presenta:
Europa a Domicilio (Home visit Europe)
ideazione e direzione Helgard Haug, Stefan Kaegi, Daniel Wetzel
drammaturgia Katja Hagedorn
collaborazione artistica tour Cornelius Puschke
interaction design Mirko Dietrich, Hans Leser e Grit Schuster
assistenza interaction design Philipp Arnold
set Lena Mody e Belle Santos
assistenza al set Ran Chai Bar-zvi
manager di produzione Juliane Männel
direzione tecnica Sven Nichterlein
website design Tawan Arun + Ralph Gowers
website editing Cornelius Puschke
in collaborazione con InTeatro Festival
con il sostegno di Fondazione Caritro
gioco/performance