Una casetta in legno, come altre disposte nel centro di Pergine, un po’ di difficoltà – all’inizio – per capire come funzioni l’installazione e come accedervi. Poi, aprendo la porta, si scopre un mondo colorato, composto da centinaia di farfalle, dipinte a mano su fogli acetati trasparenti, che campeggiano sulle pareti e fungono da buste contenitori. Tutte diverse, le farfalle opera di Andrea Fontanari, vogliono essere un momento di raccoglimento personale all’interno del Festival.
Chiusa la porta alle proprie spalle, si apprezza immediatamente la musica che avvolge e isola dall’esterno e quello che sembrava, visto da fuori, quasi un’imposizione – ossia lasciare uno scritto che racconti un pensiero, un’emozione provati al momento – si trasforma in una necessità. Si sente il bisogno di afferrare la penna e di tracciare, su uno dei fogli bianchi posati nei cassettini aperti del bancale, immagini e sprazzi di idee che affiorano nella mente. Consegnandoli, come fossero piccole testimonianze di sé e dell’azione nella quale ci si è sentiti coinvolti, a una tra le centinaia di farfalle sospese.
Lo spettacolo teatrale, alle 21.00, è Fäk Fek Fik – Le tre giovani. Tre donne, su un palcoscenico metaforico, che in certi momenti sembra non poter contenere la loro irruenza per uno sfogo lungo una vita. Uno spazio scarno e vuoto (come l’esistenza delle protagoniste), ma illuminato con intelligenza, è il luogo d’incontro e scontro, palestra di una serie di gesti e movimenti sempre bene sincronizzati – a volte in parte e, altre, esacerbati in maniera grottesca.
Racconti di vite parallele ma, spesso, agli antipodi, si incrociano con preghiere al femminile (in stile Women and the Church) e sogni/incubi dell’immaginario filmico (da Trainspotting a una novella Benilde, incinta del Papa, a un qualunque serial Us trasmesso da MTV). Dalla bella ma vuota, da un punto di vista emotivo e intellettuale, che invita nel suo attico una sfilata di bellimbusti molto fashion; all’italiana contemporanea, con lavoro precario e sottopagato, che deve partecipare alla festa aziendale anche se da mesi non prende lo stipendio – e chiude il cerchio in stile Pulp Fiction. Particolarmente divertente la parodia della dog-sitter.
Le battute, veloci e spesso volutamente sgangherate, si succedono senza soluzione di continuità a un ritmo sempre più sincopato sotto uno scroscio di luci psichedeliche. Anche il ritmo musicale si accentua. Gli amori sono sempre fugaci, impossibili, torbidi o perfino sporchi, ineluttabilmente sbagliati. La donna resta incinta e non ha altre alternative tranne saltare i pasti per risparmiare in vista del futuro nascituro, o farsi saltare sulla pancia dalla sveltina di una notte. La Legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, conquistata a caro prezzo dalle donne, sembra un neo trascurabile (come nel libro altrettanto discutibile di Margaret Mazzantini, Non ti muovere). Si preferisce, come sempre più spesso accade nella letteratura e nel teatro italiano, ricorrere al trash a stelle e strisce.
Il vuoto mentale e culturale più che raccontare la realtà difficile delle donne, tra disoccupazione e femminicidio, sembra prendere in prestito modelli culturali avulsi dal contesto italiano ed europeo. Il corpo della donna è mercificato? Sì, ma anche in scena: perché le attrici devono spogliarsi? Nulla di quanto dicono nel copione sembra giustificare una simile scelta (che avevamo trovato, al contrario, consona ed efficace, ad esempio, in La merda di Cristian Cerasoli).
Spettacolo che scivola veloce, buona prova attorale, ma testo superficiale quanto la trattazione di un universo, quello femminile, più autoironico e complesso, sfaccettato e culturalmente valido di quello abbozzato in questi ritratti che sanno troppo di Oltreoceano.
Luciano Uggè
(ha collaborato alla recensione teatrale Simona M. Frigerio)
Pergine Spettacolo Aperto
Pergine di Valsugana (TN)
varie location
da venerdì 1 luglio a sabato 9 luglio 2016
www.perginefestival.itsab 2 luglio, ore 18.00-23.00
piazza Fruet
Andrea Fontanari (IT) presenta:
Ex voto
installazione interattiva – fino a sabato 9 luglioore 21.00
Rimessa delle carrozze
Collettivo SCH (IT) presenta:
Fäk Fek Fik – Le tre giovani
regia Dante Antonelli
con Martina Badiluzzi, Giovanna Cammisa, Arianna Pozzoli
drammaturgia Dante Antonelli, Martina Badiluzzi, Giovanna Cammisa e Arianna Pozzoli
ambiente scenico Francesco Tasselli
ambiente sonoro Samovar
costumi Nina Ferrarese
gestione progetto Annamaria Pompili
ufficio stampa Marta Scandorza
foto Silvia Garzia e Gabriele Savanelli
video Francesco Tasselli
progetto grafico Serena Schinaia
con il sostegno di Carrozzerie Not, Teatro Studio Uno e Teatroavista
Sottotitoli a cura di Alessandro la Donna
Audio-descrizione introduttiva disponibile 20 minuti prima dello spettacolo, a cura di Senza Barriere onlus e Nicola Tondi
teatro