Una mostra celebra il quarantesimo anniversario della nascita del movimento britannico attraverso i reportage fotografici dell’epoca, le prime creazioni di Vivienne Westwood e la musica dei Sex Pistols.
Il termine Punk originariamente alludeva ad una cosa da due soldi. Eppure le fotografie in mostra sino a fine agosto alla Galleria Carla Sozzani di Milano ci illustrano come l’estro creativo possa trasformare un oggetto di poco valore in qualcosa di sorprendente, capace di reinventarsi e rivalutarsi in continuazione. Lo testimoniano Karen Knorr e Olivier Richon cui nel 1977, durante le notti trascorse nei night club londinesi per fotografare i Punk, spesso capita di non riconoscere persone note perché “avevano cambiato il loro aspetto radicalmente in un breve periodo di tempo con un’estetica fai da te di abiti tagliati e risassemblati con spille da balia”.
È il 1976 quando da SEX, il negozio aperto da Malcom Mc Laren con la compagna Vivienne Westwood, si iniziano a vendere vestiti strappati e camicie con borchie. Lì acquistano i propri abiti anche i Sex Pistols, la band “creata” da Mc Laren che canta Anarchy in the UK e in copertina del secondo singolo – God save the Queen – pubblica un ritratto della regina sfregiato ad arte da Jamie Reid. Le canzoni dei Sex Pistols ben incarnano le proteste giovanili che, anche attraverso il movimento Punk, contestano il formalismo culturale britannico e la mancanza di mezzi economici. Eppure i Punk sono solo una delle tante manifestazioni del disagio sociale che negli anni Settanta segna il Regno Unito, messo in ginocchio da un’ormai incontenibile crisi economica, crescenti tassi di disoccupazione e frequenti manifestazioni contro il governo e i suoi rappresentanti. La stessa Westwood, ripensando agli esordi, si sente più una portavoce di una generazione che una stilista: “Non mi consideravo una stilista, ma come qualcuno che ha voluto confrontarsi con uno status-quo in degrado attraverso un modo di vestire. Infine questa sequenza di idee è culminata nel punk”.
La mostra Punk in Britain, allestita alla Galleria Carla Sozzani in occasione dei quarant’anni della nascita dei Punk, cerca di spiegare l’effetto dirompente che il movimento ha a livello culturale e sociale. All’ingresso dello spazio espositivo ammiriamo i disegni e i collage a tema “elisabettiano” di Reid: vere icone di pensiero in grado di risvegliare il lato anarchico latente in ciascuno di noi. Si procede ammirando le fotografie dei già citati Karen Knorr e Olivier Richon, esposte insieme ai reportage di Dennis Morris, il fotografo ufficiale dei Sex Pistols, di Sheila Rock trasferitasi da New York alla capitale britannica per raccontare il fenomeno Punk, le gigantografie tratte dagli scatti dell’inviato della BBC Ray Stevenson e il più intimo album di famiglia realizzato da Six (Simon Barker). Six tra il 1976 e il 1978, utilizzando una semplice macchina fotografica tascabile, ha l’opportunità di stare al fianco dei propri idoli, ritraendoli sia durante i concerti, sia nelle loro abitazioni, sia durante gli eventi privati cui partecipano insieme al Bromley Contingent, il gruppo di fan – tra cui un giovanissimo Billy Idol – che segue i Sex Pistols in ogni occasione.
I video musicali realizzati da John “Boogie” Tiberi, manager del gruppo, e le riprese delle prime sfilate di Vivienne Westwood chiudono il percorso di visita e contribuiscono a rendere l’esperienza ancor più totalizzante.
Silvana Costa
La mostra continua:
Galleria Carla Sozzani
corso Como 10 – Milano
fino a domenica 28 agosto 2016
orari: tutti i giorni, ore 10.30 – 19.30
mercoledì e giovedì, ore 10.30 – 21.00
ingresso libero
www.galleriacarlasozzani.org
Punk in Britain
fotografie di Simon Barker (Six), Dennis Morris, Sheila Rock, Ray Stevenson, Karen Knorr, Olivier Richon
disegni, collage e grafiche di Jamie Reid
video e fotografie di John Tiberi