La Venere di plastica

Un libro celebra i sessant’anni di Barbie e svela le qualità che consentono alla bambola bionda con vitino da vespa, seno prosperoso e lunghe gambe toniche di primeggiare sul mercato con un miliardo di esemplari venduti in 150 paesi del mondo. Tuttavia, come spiega pagina dopo pagina la giornalista Valeria Arnaldi, “Barbie è un’icona. Ciò non significa necessariamente anche un modello” (pag. 33).

Sono passati ormai sessant’anni dal debutto in società di Miss Barbara Millicent Roberts, da quel 9 marzo 1959 in cui fa bella mostra di sé allo stand Mattel all’American International Fair di New York. I decenni sono trascorsi e il ruolo della donna nella società ha subito profonde trasformazioni ma la stella di Barbie – questo il nomignolo con cui è nota in tutto il mondo – non ha perso nulla del suo fulgore, anzi lo ha incrementato sempre più.
Alla fiera del giocattolo infatti Barbie non ottiene il successo sperato: i rivenditori pensano che quella bambola dalle fattezze da adulta non sia adatta all’infanzia e le madri concordano con loro non appena ne vedono la pubblicità. Le bambine invece ne vanno pazze, come previsto da Ruth Marianna Mosko – moglie e socia di Elliot Handler fondatore della Mattel – che ha avuto l’idea osservando giocare la figlia Barbara. La bambina ormai si sente grande: passata l’epoca dei bambolotti da cullare ricostruendo il rapporto madre-figlio, preferisce ora sfogliare le riviste di moda, ritagliare i figurini e rivestire le bambole di carta su cui proietta le proprie aspirazioni per l’età adulta.
Il primo modello di Barbie proposto sul mercato è il classico stereotipo della diva anni Cinquanta: gli occhi truccati con abbondanti eyeliner e ombretto azzurro, le labbra dipinte con un rossetto brillante intonato allo smalto delle unghie e i capelli dorati acconciati con cura. Una modella in miniatura alla cui progettazione contribuisce John Ryan, un ingegnere aerospaziale che nel 1975 diventa il sesto marito di un’altra atomica bionda: l’attrice Zsa Zsa Gabor.
Negli anni a seguire Barbie rivela dietro al fisico statuario da pin-up una mente che le consente di svolgere qualsiasi carriera voglia, dimostrandosi degna portabandiera del sogno americano. In aperta rottura con le convenzioni degli anni Sessanta, propone alle piccole compagne di giochi centinaia di idee per il futuro: chi vuole osare può inseguire i propri sogni tentando di abbattere pregiudizi e ostacoli, chi si sente a proprio agio in percorsi più tradizionali trova comunque versioni di Barbie più rassicuranti. La bambola che da diva formosa – con l’aria un po’ snob – si è trasformata nella ragazza della porta accanto, è un prezioso esempio di autostima condito con un pizzico di egocentrismo: non ha bisogno di un uomo per sentirsi realizzata o andare sulla Luna – ben prima che gli astronauti americani entrassero in orbita – perché Ken, lo storico fidanzato, gli amici e le sorelle sono solo complementi della sua scintillante esistenza.
Alla bambola più venduta al mondo Valeria Arnaldi, giornalista professionista e scrittrice, dedica il libro Barbie. La Venere di plastica edito da Ultra ICON scandagliandone, capitolo dopo capitolo, l’universo rosa e le strategie di marketing. Fatti storici e dati economici alla mano l’autrice racconta la scalata delle classifiche di vendita, le cadute di stile, i film realizzati, i sodalizi con gli stilisti e gli artisti più celebri del momento a iniziare da Andy Warhol che realizza un suo ritratto.
Barbie non è personaggio adatto a seguire le mode, bensì ha la forza per dettarle. A tutti” (pag. 73) ricorda Arnaldi. Tuttavia, forte la pressione dei consumatori, in questi ultimi anni Mattel ha dovuto adeguare la fisicità di Barbie per renderla meno icona e più ragazza reale. Compaiono così le taglie politically correct: petit (minuta), tall (alta) e curvy (formosa), ciascuna declinata in diverse tonalità di pelle, colore degli occhi e acconciature. A queste si aggiungono anche le varianti snodate che consentono a Barbie di lasciare nell’armadio – ovviamente rosa – le scarpe con tacco a stiletto e indossare le ben più comode sneakers per avviarsi a passo spedito verso i prossimi sessant’anni.

Silvana Costa

Barbie
La Venere di plastica
di Valeria Arnaldi
Ultra ICON 2019
128 pagine
prezzo 19,50 Euro
www.ultraedizioni.it