Torna il cult teatrale firmato dalla premiata ditta Chiti/Benvenuti. Sold out e applausi scroscianti salutano lo spettacolo a La Città del Teatro di Cascina.
Una famiglia si riunisce per il pranzo di Natale. È il 1986 e i diversi personaggi che si siedono a tavola – ben caratterizzati e, sebbene espressione di un particolare tipo, tutti oltremodo credibili – portano con sé – dietro un’apparenza di divertimento, forzato quanto quello che si vive ai matrimoni altrui – una serie di problematiche che la penna di Chiti e Benvenuti porgono al pubblico con garbata ironia.
Ecco, quindi, che si presenta il bigotto ipocrita che, dietro al matrimonio rigorosamente cattolico, nasconde la propria omosessualità; il genero che litiga costantemente con il suocero non più autosufficiente, costretto a vivere in casa con lui e la figlia; la padrona di casa di mezza età che continua a rimpiangere l’amore di gioventù e invidia da sempre la sorella; la comunista costretta a sposarsi in chiesa e a battezzare la figlia perché, si sa, in Italia è difficile scrollarsi di dosso il mito di Don Camillo e Peppone; l’ultrà viola che ha messo incinta la ragazza e non sa che pesci prendere anche perché non ha ancora un lavoro – in tempi in cui il lavoro si trovava ancora, se lo si cercava. E questa marea di voci, emozioni, idiosincrasie, angosce e rancori ha una sola voce, un solo corpo in grado di esprimerla appieno. Alessandro Benevenuti, più in forma che mai, rende giustizia a tutti e a ognuno, dimostrandosi interprete di classe.
A La Città del Teatro, applausi anche a scena aperta e una platea gremita ne salutano la performance e confermano l’affetto dei toscani per il mattatore ex Giancattivi.
Unica pecca di uno spettacolo peraltro molto godibile e apprezzato, la chiara connotazione anni Ottanta del testo, che mostra ormai le corde sia a livello di rimandi di costume – pensiamo a Sentieri o alle spallotte delle giacche – sia socio-culturali – parlare di comunismo in epoca renziana suscita un certo amaro in bocca; così come si spera che l’Italia, sebbene a livello di legislazione sia tra i Paesi più arretrati d’Europa – con Malta e la Grecia – abbia fatto qualche passo in avanti nel riconoscimento dei diritti di omosessuali e lesbiche e possa indignarsi invece che ridere sentendo certe battute; o ancora, che il diritto all’autodeterminazione femminile sia ormai abbastanza acquisito da non suscitare sdegno un’interruzione volontaria di gravidanza.
Ma forse, a ben guardare, l’Italia non è tanto cambiata in trent’anni.
Luciano Uggè e Simona M. Frigerio
Lo spettacolo è andato in scena:
La Città del Teatro
via Toscoromagnola, 656 – Cascina (PI)
sabato 4 ottobre, ore 21.00
http://lacittadelteatro.it/Benvenuti in casa Gori
di Ugo Chiti e Alessandro Benvenuti
regia Alessandro Benvenuti
con Alessandro Benvenuti