Ceci n’est pas une pomme

Gli Omini12La Famiglia Campione torna sul palcoscenico, al Teatro Era di Pontedera. La comicità surreale de Gli Omini scocca la freccia e fa centro.

Freschi del Premio Rete Critica 2015, Gli Omini smettono i panni di utenti delle FS (che rivestiranno il prossimo weekend, a Pistoia, nella versione teatrale di Ci scusiamo per il disagio) per indossare quelli di una famiglia, come tante altre.
Tre generazioni a confronto tra malumori e incomprensioni, mezze frasi e rimbrotti, bisogni inespressi e laceranti conflitti spenti dall’apatia, dalla rassegnazione. Mentre i vecchi si barcamenano tra i ricordi (eccellente Luca Zacchini nei panni del nonno, con quei toni che riecheggiano Troisi), le malattie e i tic (come togliere i pelucchi alla vestaglia del marito o rivolgersi direttamente a Gesù “da pari a pari”); la generazione di mezzo sembra quella più sofferente. Francesca Sarteanesi, credibile e in parte in qualsiasi ruolo, è la figura più pregnante, quella della donna di mezz’età sull’orlo di una crisi di nervi, che – come molte, troppe altre – deve reggere sulle proprie spalle, oltre al sostentamento economico della famiglia, tutto il lavoro di cura. La vita non è stata buona con lei, l’ha inacidita. Eppure non smette di lottare, di sforzarsi di rimanere con i piedi ben saldi per terra, le maniche rimboccate e la testa sulle spalle. Comprensiva con l’ex marito (un credibilissimo Francesco Rotelli tra il malato e il depresso cronico), anche quando si mostra severa; insofferente con l’attuale consorte, che parla prima di pensare; affettuosa con i vecchi; ragionevole con i figli, che sbandano in un vuoto per lei incomprensibile.
Ed è la generazione più giovane, quella tra i venti e i trent’anni, che esprime le maggiori angosce. Un’abulica accettazione dello status quo, un’incapacità di agire e reagire, un’insopportabile pesantezza vitale.
Con una scenografia ridotta all’osso eppure massimamente funzionale, un cambio costumi che nel semplice gilet o nel rosario ricreano l’intero personaggio con la medesima efficacia del teschio ai tempi di Shakespeare, Gli Omini ci coinvolgono nel loro universo/mondo – nel quale ci rispecchiamo tristemente. Il ritmo preciso, che mixa momenti dolorosi a battute agrodolci, permette allo spettatore di entrare nei personaggi, condividerne empaticamente i tormenti e poi, grazie a quello humour sottile e mordace, distanziarsene per giudicare, insieme a loro, anche una parte di sé.
L’elemento surreale (il ripetersi di suoni, gesti o tic) si sposa felicemente a una comicità che non scade mai nel volgare, mentre tutti i ruoli si delineano con precisione senza cedere alla macchietta. Nessuna strizzatina d’occhio compiaciuta al parterre toscano. L’arte degli Omini è universale.

Simona M. Frigerio e Luciano Uggè

Gli Omini1

Lo spettacolo è andato in scena:
Fondazione Teatro della Toscana

Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale
Parco Jerzy Grotowski  
via Indipendenza – Pontedera (Pisa)
www.centroperlaricercateatrale.it
www.teatrodellatoscana.it
 
La Famiglia Campione
uno spettacolo de Gli Omini
di Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia Zacchini e Luca Zacchini
con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi e Luca Zacchini
produzione Fondazione Teatro della Toscana