Nell’anno del centenario della nascita di Giovanni Testori – e del trentennale della morte – Gaetano Callegaro riporta in scena Conversazione con la morte.
Gaetano Callegaro offre un’importante prova d’attore cimentandosi con Conversazione con la morte, la prima delle opere che compongono la più intimista delle trilogie teatrali di Giovanni Testori, in scena sino a sabato 24 giugno alla Cavallerizza di corso Magenta a Milano. A rendere ancor più suggestiva la rappresentazione contribuisce la scelta del regista Mino Manni di deviare dall’originale e adattare i muri in mattoni a vista e le capriate lignee della Cavallerizza non a un modesto sottoscala di teatro ma a una chiesa con al centro un imponente tavolo a rappresentare l’altare su cui è deposto il corpo senza vita della madre del protagonista.
La madre è una presenza importante – forse la più importante – nella vita di Giovanni Testori. Non è certamente un caso che Conversazione con la morte sia stata scritta dopo la morte della donna, avvenuta il 20 luglio 1977. L’anno seguente Rizzoli pubblica il testo e lo stesso Testori la sera del 7 novembre ne dà lettura al Salone Pier Lombardo.
Gaetano Callegaro è emozionante nel ruolo del protagonista, un anziano attore, segnato da una serie di recenti lutti, che nella solitudine di un sottoscala affronta la morte in uno straziante monologo, forse l’ultimo della sua carriera. “Le parole di Testori sono pura poesia, limpide e potenti; non ho cercato di interpretarle ma di viverle perché in loro ho ritrovato la mia stessa vita da attore, con le sue ombre e le sue luci, le sue gioie e i suoi dolori… una vita in cui, come dice Autore, “i luoghi del teatro vincono e schiacciano i luoghi della vita”” spiega l’autore.
L’uomo ripercorre le tappe salienti della propria vita, iniziando dalla rievocazione dei momenti felici dell’infanzia mentre gli spiriti dei vecchi amici prendono corpo intorno a lui e lo trascinano in un allegro girotondo, facendolo tornare per un attimo bambino. È quindi la volta della vita adulta, di nuove relazioni personali, di una carriera sviluppatasi tra alti e bassi e di tutte le problematiche che la maturità trascina con sé.
Ora, che è anziano e stanco, sente la morte avvicinarsi: l’ha già incontrata quando è venuta a portar via persone a lui care, tra cui l’adorata madre. Il momento più toccante di Conversazione con la morte è indubbiamente quando il protagonista raggiunge le spoglie della madre sull’altare, si distende in fianco a lei e la solleva delicatamente mentre ne esalta tutti i sacrifici compiuti per lui. La madre, qui rappresentata con un lungo drappo candido come la neve, come il pallore che quando il cuore smette di pompare sangue si impadronisce delle guance, cede il posto alla morte e, conversando con essa, l’uomo lentamente lascia la disperazione ceda il campo alla sua accettazione come compagna del cammino in questa ultima parte di vita.
Le parole semplici e dirette di Gaetano Callegaro rivelano una potenza immane: come frecce scoccate con voce stentorea raggiungono uno a uno gli spettatori in sala e infondono loro quello strano miscuglio di inquietudine, dolore, tenerezza, struggimento e meraviglia a preludio dell’estasi.
La forza interpretativa dell’attore, sapientemente indirizzata dalla regia di Mino Manni, rende assistere a Conversazione con la morte quasi un’esperienza mistica e al contempo estremamente terrena, aulica e popolare, restituendo appieno l’essenza delle opere di Giovanni Testori.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
La Cavallerizza
corso Magenta 24 – Milano
fino a sabato 24 giugno 2023
orario: da lunedì a sabato ore 19.30
domenica riposo
www.mtmteatro.itConversazione con la morte
di Giovanni Testori
con Gaetano Callegaro
assistente alla regia Marta Ossoli
disegno luci Fulvio Melli
regia di Mino Manni
durata dello spettacolo: 70 minuti