A Pavia sono in mostra oltre sessanta opere – disegni, olii, acquerelli e stampe – eseguite dai principali protagonisti della scena pittorica internazionale del XIX e del XX secolo, cui sono accostate tele di sorprendenti artisti sudafricani contemporanei.
Alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia, dopo le tre felici esposizioni dedicate agli impressionisti – curate da Philippe Cros – è ora la volta di una mostra generalista che presenta una selezione delle opere del XIX e XX secolo custodite alla Johannesburg Art Gallery. In conferenza stampa, Simona Bartolena, curatrice della mostra, puntualizza che «In realtà, la selezione dei dipinti è stata fatta da miss Murdoch, la direttrice del museo […], che ci ha proposto quasi settanta lavori». Antoinette Murdoch, dal canto suo, non nasconde la sorpresa per aver ricevuto la telefonata degli organizzatori della mostra al fine di concordare il prestito: non solamente delle tele degli artisti africani, ma anche delle opere di quegli autori che, in genere, sono loro a chiedere alle istituzioni europee e statunitensi. Del resto, capita anche questo nella strenua lotta per proporre mostre sempre più esclusive, finalizzate a stupire visitatori che, ormai, hanno crescenti opportunità di visitare le principali istituzioni museali del vecchio continente e le meraviglie che custodiscono.
Il percorso di visita si apre con un ritratto di Lady Phillips (1909) eseguito da Antonio Mancini, pittore che, formatosi a Napoli, ben presto effettua lunghi soggiorni a Parigi e Londra per entrare in contatto con le avanguardie. Al fermento artistico di questi due poli europei guarda proprio Lady Florence Phillips che, a inizio Novecento, vuole aprire nella sua città un museo simile a quelli delle metropoli visitate. Consigliata nelle acquisizioni da Hugh Lane – grande personalità della scena culturale anglosassone che, da subito, coglie il valore degli impressionisti e insegna ai connazionali ad amarli – la nobildonna investe energie e gioielli al fine di realizzare il sogno di offrire ai suoi concittadini un’esposizione ricca e articolata, con funzioni sociali e didattiche, che spazi dall’arte etnica agli impressionisti. Nei decenni la collezione si arricchisce sempre più e, anche grazie a importanti donazioni, a Pavia è attualmente possibile ammirare una variegata articolazione di opere che vanno dai Preraffaelliti alla Pop Art.
La prima sezione è dedicata a L’Ottocento inglese e permette di ammirare alcune tele appartenenti al nucleo originario della collezione: sia per Lady Phillips sia per Mr. Lane, forse a causa dei lunghi soggiorni nella capitale britannica, l’arte contemporanea inglese – antichità a parte – rappresenta, infatti, l’eccellenza in questo campo. Davanti a Hammerstein sotto Andernach (1917), un delizioso acquerello di William Turner, siamo colti dal sospetto che forse avessero ragione. Poco oltre, Regina Cordium (1860), un piccolo ma pregevole olio realizzato da Dante Gabriel Rossetti nella fase della piena maturità, quando la poetica dei Preraffaelliti scivola nel misticismo, è posto di fronte a La morte del Primogenito (1858), una delle romantiche rivisitazioni dell’antichità con le quali Lawrence Alma-Tadema delizia la corte vittoriana.
A seguire, la sezione successiva raccoglie opere di Prima e dopo l’Impressionismo, accostando tra loro, in acritica sequenza cronologica, le visioni bucoliche di Camille Corot e Francois Millet (1840 circa), due opere di Degas, una litografia di Cézanne, un carboncino di Van Gogh, una xilografia di Gauguin e le donne di Toulouse-Lautrec. La sala è dominata da La scogliera a Etretat (1869) di Courbet: un pregevole esempio di pittura del paesaggio di questo Maestro del Realismo che, con le stratificazioni e diluizioni del colore, rende tangibile la consistenza delle rocce, la finezza della sabbia o la trasparenza del mare che, all’orizzonte, si fonde con il cielo.
Affrontando Il Novecento assistiamo a una variegata campionatura di stili e tecniche, spaziando dalle avanguardie storiche rappresentate da Picasso, Matisse e Modigliani alle sperimentazioni di nuovi linguaggi attuate da Bacon, Lichtenstein o Warhol. A infoltire le fila troviamo un interessante bouquet di artisti minori tra cui, curiosamente, spicca Vanessa Bell, la sorella della scrittrice Virginia Woolf.
Il Sudafrica è la sezione conclusiva della mostra. Bisogna attendere l’inizio degli anni Quaranta perché la prima opera di un artista di colore entri a far parte della collezione della Johannesburg Art Gallery; poi, con l’avvento dell’Apartheid, le acquisizioni si interrompono, ma oggi il museo è un importante centro studi sull’arte sudafricana contemporanea grazie a una ricca selezione di opere esposte e a una vasta biblioteca. La repressione razziale che ha serrato il Paese in una morsa per decenni ha ostacolato l’attività di molti artisti, spesso ritardando la scoperta del loro valore; osservando le tele esposte a Pavia scopriamo pittori sospesi in un mondo fluttuante tra la cultura europea e la tradizione popolare, appesantito da un ingombrante fardello storico. I nomi degli artisti sudafricani qui esposti possono anche sembrarci sconosciuti ma le storie che raccontano attraverso le loro opere sono estremamente affascinanti e, crediamo, siano l’autentica originalità e la vera ragione per visitare una mostra altrimenti ricca di opere minori di artisti troppo noti e oltremodo inflazionati nel panorama espositivo europeo.
Silvana Costa
La mostra continua:
Scuderie del Castello Visconteo di Pavia
viale XI febbraio 35 – Pavia
orari: lunedì – venerdì 10.00 – 19.00, giovedì 10.00 – 22.00
sabato, domenica e festivi 10.00 – 20.00
la biglietteria chiude un’ora prima
fino a domenica 30 agosto 2015
www.scuderiepavia.com
Capolavori della Johannesburg Art Gallery
Da Degas a Picasso
con la consulenza scientifica di Simona Bartolena
ideazione, produzione e organizzazione ViDi
in collaborazione con Comune di Pavia, Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi, Johannesburg Art Gallery
con il patrocinio di Consolato Generale del Sudafrica, Milano
Catalogo:
Da Degas a Picasso
Capolavori della Johannesburg Art Gallery
a cura di Simona Bartolena
Skira Editore, 2015
112 pagine, 24x28cm, 67colori, brossura
prezzo 29,00 Euro
www.skira.net