Dal carcere

DSC_0110Sul palcoscenico di Sollicciano va in scena, in prima nazionale, il nuovo spettacolo diretto da Elisa Taddei, con i detenuti attori della casa di reclusione fiorentina.

Uno spettacolo molto brechtiano nell’impostazione, che impone allo spettatore uno sguardo critico, interrompendo i momenti di pathos con fatti e cifre, o con una sfilata di “camminate da galera” spiazzanti – e, per questo, stranianti.
Ben recitato, grazie anche all’aderenza dei personaggi con la realtà rappresentata e, in alcuni, a un naturale istrionismo, l’atto unico ha un buon ritmo che gli permette di non cedere né al facile buonismo, né alla retorica della redenzione romanzata né, tanto meno, agli stereotipi ai quali ci hanno abituato i serial made in Us.
Adatto a un pubblico di adulti ma anche alle scuole superiori, è un ritratto senza compromessi che si srotola utilizzando vari mezzi tutti propriamente teatrali, dai tableaux vivants alla pantomima, dal monologo al dialogo, fino alla parodia – così da permettere a tutti i membri della Compagnia, indipendentemente dalla padronanza della lingua o dalle capacità attorali – di partecipare attivamente e in prima persona, per ricreare un quadro insieme sincero e poetico di un microcosmo che di sincero e poetico ha poco o nulla.
Come Vista del amanecer en el trópico di Guillermo Cabrera Infante racconta, attraverso una serie di storie personali la grande epopea cubana, qui – attraverso veloci schizzi che raffigurano le ore di attesa, quelle di ozio in celle di 12 mq, il rito della sigaretta, la gioia di un colloquio con la sorella, lo sventolare il panno per comunicare con le recluse della sezione femminile, i lavoretti che non portano a nulla ma fanno passare il tempo (come lo scopino o lo spesino) – le scene si susseguono per narrare il tempo interminabile perché sempre uguale a se stesso, che i detenuti vivono ogni giorno, giorno dopo giorno.
Bella l’idea dell’orologio/ingranaggio come elemento portante della scenografia; simpatiche le maschere dei reclusi in cerca di evasione; ottimamente scelte le musiche. Bella e implacabile la voce off di Oscar De Summa che ricorda le cifre delle recidive, l’uso di psicofarmaci per sopravvivere alla reclusione, le norme che dovrebbero regolare la detenzione al fine del reinserimento, e le morti in carcere – in un Paese dove non esiste la pena di morte.
Complimenti al lavoro di Elisa Taddei. Restiamo in attesa di notizie da parte della Regione Toscana che, al momento, ha annunciato una sospensione di tutti i finanziamenti. Proprio la Regione Toscana che, fino a oggi, sembrava all’avanguardia negli investimenti a favore del recupero e reinserimento dei detenuti.
La domanda di fondo resta quella porta dagli stessi detenuti al pubblico presente: “Il carcere funziona?”. Così come è strutturato, oggi, da cifre e fatti, sembrerebbe di no.

Simona M. Frigerio e Luciano Uggè

Compagnia di Sollicciano 1Compagnia di Sollicciano 2 

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro del Carcere di Sollicciano
via G. Minervini, 2/r – Sollicciano (FI)

giovedì 30 giugno e venerdì 1° luglio, ore 21.00

Dal carcere
con la Compagnia di Sollicciano

regia Elisa Taddei (Krill Teatro)
voce off Oscar De Summa
progetto sostenuto dalla Fondazione Carlo Marchi