Di morte e altre idiozie è la seconda produzione di Altaluce Teatro in programma nella Stagione 2022/23: ha debuttato lo scorso 14 aprile e resterà in scena per tutto il fine settimana per la gioia del pubblico che, divertito, gli ha tributato lunghi applausi.
Silvia Beillard è l’autrice e la regista di questa commedia agrodolce incentrata sul tema del suicidio e, in senso più lato, della morte. Un tema vissuto in maniera differente dalle varie culture, in parte in funzione dello stato sociale, in parte in funzione delle aspettative verso l’aldilà o, per meglio dire, delle credenze religiose.
Le vicende di Di morte e altre idiozie si svolgono in uno stato di fantasia dove il suicidio non è condannato dalla società ma, anzi, se dovutamente motivato e pianificato consente di fornire agli eredi designati un certificato volto a semplificare le pratiche post mortem, incluse quelle con l’assicurazione. Viceversa vengono deprecati, se non puniti con pesanti multe, i progetti banali, i tentativi non andati a buon fine o, peggio, quelli che causano disagi alla comunità.
Cinzia Brugnola è l’impiegata di uno dei tanti ”Uffici protocollo suicidi” sparsi per il Paese, preposti a rilasciare il nulla osta agli aspiranti suicidi o a respingere quanti ritenuti inadeguati, invitandoli a ripensare alle motivazioni, perché troppo futili, o a escogitare qualcosa di più efficace. Si badi bene: non è suo il ruolo di dare suggerimenti utili perché commetterebbe reato né tantomeno quello di dissuaderli poiché altre sono le figure preposte. Tra una telefonata e l’altra la donna spiega nel dettaglio le finalità dell’ufficio, il proprio ruolo e le responsabilità che comporta: ogni errore nel valutare il soggetto che chiede di accedere al servizio verrà punito. Vederla rispondere alle chiamate riporta con delizia indietro nella storia del cinema e della televisione italiana, facendo venire alla memoria le centraliniste proposte da Franca Valeri o Anna Mazzamauro con la voce artefatta e la posa meditabonda a sottolineare la concentrazione posta alle parole altrui.
Il palco è dominato dall’imponente macchinario che, strizzando l’occhio ai primi computer degli anni Settanta, funge da centralino e da archivio delle pratiche dell’ufficio e non solo. È un mobile multifunzione le cui ante sono ricoperte da un ricco campionario di dispositivi elettrici ed elettronici dell’epoca, con luci intermittenti, pulsanti colorati e vistose bocchette per raffreddarne i circuiti. L’oggetto, come il resto della scenografia e i costumi, nasce dalla vivace mente di Elena Borghi.
Le parole che l’impiegata rivolge ora a quanti propongono i propri casi, ora al pubblico in sala non tradiscono alcun timore reverenziale nel confrontarsi con un tema tabù come la morte. Parla con naturalezza del suicidio e delle problematiche che inducono ad esso, dimostrando una confidenza con l’argomento di cui passo a passo nel corso di Di morte e altre idiozie se ne capiranno i motivi. Nessun timore quanto piuttosto una massiccia dose di humor nero all’inglese per indurre ad accettare tanto l’appuntamento ineluttabile con la morte quanto il desiderio di cogliere la nera mietitrice di sorpresa, anticipandone i tempi. Il pubblico annuisce e comprende quanta sofferenza possa esserci dietro tali scelte estreme, sorridendo quindi ai controsensi ipocriti creati al riguardo dalla società moderna che tollera senza battere ciglio guerre e carestie ma condanna quanti uccidono in tempo di pace sé stessi o altre persone. Una comicità dissacrante che, come nelle stand up comedy americane, mette immediatamente a nudo la questione e assesta fendenti ad argomenti, soggetti e punti di vista considerati intangibili se non si vuol essere messi alla gogna quali moderni eretici.
Il racconto è interrotto dalla comparsa di Elizabeth Annable, prima nei panni di un misterioso coniglio che si materializza nel buio, poi assumendo le bizzarre sembianze della professoressa di tedesco che, come ai tempi della scuola, si compiace nel mettere in difficoltà l’impiegata. La comicità del personaggio di Annable scaturisce già all’osservarne l’eccentrico abbigliamento, eccessivo e sfacciato, e viene quindi accentuata dalla marcata componente mimica con cui l’attrice accompagna parole e risate sibilline.
L’arrivo di questo secondo personaggio in scena sposta definitivamente la comicità di Di morte e altre idiozie dal contenuto ai modi del discorso, dalla parola – o dal silenzio – al gesto che l’accompagna. Un cambiamento che travolge anche il personaggio dell’impiegata, facendo vacillare il modo sussiegoso in cui parla e si muove, sollevando dubbi, riportando a galla antichi dolori, rompendo la monotonia di un lavoro a lungo andare ripetitivo nella sequenza delle azioni e dei discorsi affrontati. Una monotonia volta a ricordare che la morte è un passaggio imprescindibile della vita umana e, come tale, va accettata per quanto ci siano morti che risulta difficile metabolizzare.
La regia di Silvia Beillard conferisce all’insieme un effetto onirico, con i movimenti delle attrici enfatizzati, come in una coreografia di balletto sulle musiche di Fabrizio Rabbolini che accompagnano Di morte e altre idiozie sottolineandone il senso e aprendo nella mente del pubblico la strada a una miriade di interpretazioni e allusioni ulteriori e più recondite. Un’allusione ad altro così come l’idea della morte sovente associata non alla fine di ogni cosa ma all’inizio di una nuova vita.
La sinergia creatasi tra Silvia Beillard, Elizabeth Annable e Cinzia Brugnola è evidente e contribuisce in maniera significativa a elevare la qualità dell’opera. Il risultato finale, per quanto a tratti le argomentazioni proposte dall’impiegata siano eccessivamente ciniche, è estremamente divertente.
Il pubblico esorcizza il soggetto dello spettacolo con sonore risate e un lunghissimo applauso finale a ricompensare il coraggio di Silvia Beillard nell’affrontare un simile tema. Con eleganza ed arguzia, in fondo, si può disquisire di qualsiasi argomento.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
AltaLuceTeatro
Alzaia Naviglio Grande 190 – Milano
fino a domenica 16 aprile 2023
orari: venerdì e sabato 20.30
domenica 17.30
www.altaluceteatro.comDi morte e altre idiozie
testo e regia di Silvia Beillard
con Elizabeth Annable, Cinzia Brugnola
scenografia e costumi Elena Borghi
musiche Fabrizio Rabbolini
produzione AltaLuceTeatro
durata: 60 min senza intervallo