Magdalena Barile dedica una pièce alla figura della diarista ottocentesca Anne Lister e ne sottolinea la modernità costruendo un parallelismo con l’epoca contemporanea. In scena Elena Russo Arman – che ne firma anche la regia – e Maria Caggianelli Villani a riflettere su identità di genere e letteratura.
Il saggio scritto da Jo per il corso di letteratura all’università offre lo spunto per discutere con la professoressa del ruolo ricoperto da Anne Lister all’interno del folto gruppo delle autrici inglesi dell’Ottocento. La docente infatti esita a riconoscere un qualsivoglia valore ai diari della possidente terriera, nata nel 1791 nello Yorkshire, per quanto nel 2011 quei 27 volumi fittamente vergati a mano siano stati insigniti del titolo di Memoria del mondo dall’UNESCO.
Anne Lister inizia ad appuntare i propri pensieri nel 1806 e prosegue sino alla morte, sopraggiunta nel 1840 nel corso di uno dei numerosi viaggi nel continente. I testi restituiscono sicuramente un importante ritratto del tempo ma, soprattutto, descrivono la grande consapevolezza con cui l’autrice vive la propria omosessualità, dalle relazioni alla luce del sole alla celebrazione del matrimonio con l’ereditiera Ann Walker in chiesa, la domenica di Pasqua del 1834. Per quanto priva di valore legale, la cerimonia è consegnata alla storia quale primo matrimonio gay del Regno Unito e Anne Lister si fregia del titolo di prima lesbica moderna.
Non altrettanto moderni si rivelano gli eredi che, per quanto i racconti più intimi siano redatti in uno strano codice che combina lettere greche, segni zodiacali, simboli algebrici e punteggiatura, preferiscono lasciarli cadere nel dimenticatoio. Solo negli ultimi decenni i diari hanno potuto ricevere la dovuta attenzione da parte degli studiosi che ne hanno decriptato e divulgato i contenuti.
Da quei contenuti la drammaturga Magdalena Barile trae ispirazione per scrivere Gentleman Anne, la pièce diretta da Elena Russo Arman rappresentata in prima nazionale all’edizione 2021 del festival Illecite/Visioni e ora riproposta al Teatro Elfo Puccini di Milano sino al 20 gennaio.
Sul palcoscenico la stessa Elena Russo Arman e Maria Caggianelli Villani nei panni rispettivamente della professoressa e di Jo ma pure di Anne Lister e Ann Walker, creando un parallelo tra due mondi distanti duecento anni. Due secoli che non necessariamente hanno portato con sé un’evoluzione o, meglio, un’apertura mentale sufficiente a parlare senza tabù di sessualità e, men che meno, di omosessualità. A testimonianza di questa sorta di bigottismo endemico, quando Jo inizia ad avanzare l’ipotesi che le sorelle Brontë siano tutte lesbiche e che la maggiore di esse, Charlotte, abbia frequentato Anne Lister, la professoressa cerca di cambiare discorso.
Dovremmo prendere spunto da Anne Lister che, agli albori del XIX secolo, forte dell’agio economico e del prestigio derivante dalle proprietà terriere e dalla miniera di carbone ereditate dallo zio, non si cura più di tanto delle convenzioni sociali. Ella infatti non è passata alla storia per azioni di tutela dei lavoratori o dell’ambiente quanto per la fama di grande seduttrice che, seguendo l’istinto e imitando il peggior atteggiamento maschile, si vanta nessuna l’abbia mai respinta.
Nel gioco di parallelismi temporali chi tra la professoressa e Jo è la degna erede del fascino della Lister? La professoressa dall’alto del suo ruolo accademico e di un passato seppellito tra le pagine di un libro o Jo che, sin dal suo ingresso, si dimostra sicura della propria sessualità e trae gran piacere a far deviare il dibattito dalla letteratura ad argomenti più piccanti?
Svelato il mistero sul finale non resta che applaudire Elena Russo Arman e Maria Caggianelli Villani per l’eccellente prova offerta e Magdalena Barile per aver scritto Gentleman Anne.
La pièce – come Quentin Crisp. La Speranza è nuda di Mark Farrelly che l’ha preceduta sul palcoscenico del Teatro Elfo Puccini – ha il grande merito di ricordare il coraggio di queste persone che, a costo di trasformarsi in personaggi o di essere emarginate, scelgono di non allinearsi ai modelli predefiniti per uomini e donne ma di creare alternative che meglio consentano loro di esprimere la propria identità. La propria unicità di essere umano.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Teatro Elfo Puccini – sala Fassbinder
c.so Buenos Aires 33 – Milano
fino a domenica 20 febbraio 2022
orario: dal martedì al sabato 19.30
domenica 15.30
con obbligo di Green Pass rafforzato e mascherina FFP2
www.elfo.orgGentleman Anne
di Magdalena Barile
regia Elena Russo Arman
con Elena Russo Arman, Maria Caggianelli Villani
luci Matteo Crespi
scene Elena Russo Arman
costumi Elena Rossi
musiche Alessandra Novaga
produzione Teatro dell’Elfo