Al Dialma Ruggiero di La Spezia l’ultimo atto della Trilogia del Potere firmata dalla Compagnia degli Scarti. Va in scena Caligola.
Diamogli potere, sempre più potere. Ma come li fermeremo, poi, se l’accumulo e l’annientamento diventano l’unico scopo dell’esistenza?
Vari sono i temi che fanno da sottotesto allo spettacolo degli Scarti. Qual è la natura del bisogno? E quale quella del male? Genetica, imposta, personale o collettiva? Non vi è una risposta univoca. Si sperimentano varie trovate per testare le possibili soluzioni all’enigma. Alcune implodono, altre non portano a risultati apprezzabili, altre ancora non riescono a determinare con certezza il fenomeno.
Nella prima parte di L’ultimo Kaligola assistiamo all’improbabile gestazione e crescita “controllata” del mostro, del tiranno, che dovrebbe aiutarci a trovare le giuste risposte. In un laboratorio futuribile, lo si analizza, lo si interroga, gli si prelevano campioni di sangue e di sperma. Ma il risultato finale è deludente. E a questo punto diventa imperativo eliminare il mostro.
Ma egli è tale perché troppo potente oppure perché il male è insito nell’animo umano? E, al di là delle colpe del creatore, anche i sudditi sono solamente vittime, succubi di fronte a un potere che, concentrato nelle mani di pochi, può permettersi qualsiasi cosa; oppure complici, in attesa della propria vendetta?
Nonostante le valide premesse, la parte centrale dello spettacolo, decisamente surreale nel continuo scambio di ruoli, nel tentativo di arrestare il processo, fatica a coinvolgere lo spettatore emotivamente. Il dramma, però, recupera nel finale, quando la densità che pregna le pagine dell’opera di Camus diventano protagoniste. Messe da parte le provette, si torna al tentativo di comprensione psicologica dell’animo umano. La morte al tiranno diventa una necessità. La motivazione non è l’odio bensì la fine dell’eccidio. Ma le parole e le azioni del creatore di mostri/Cherea, se non hanno svelato l’origine del Male, servono almeno a controllare l’agire del singolo investito di troppa autorità? E conta l’azione del singolo o esistono mezzi per un’agire efficace da parte delle masse? Quest’ultimo tema risulta particolarmente interessante e attuale. In un presente in cui le comunità faticano a far sentire le proprie ragioni di fronte ai poteri forti, e la politica diventa apologia e strumento del singolo o si personifica, mentre l’arrivo di un nuovo messia/uomo forte sembra l’unica risposta praticabile, la nascita di un novello Caligola appare più prossima e meno fantascientifica di quanto sembrerebbe.
Come fermarlo? La risposta di Camus è univoca, mentre quella dello spettacolo lascia spazio alla necessità di impedire che si generi il mostro, intervenendo alle origini.
Sulla scena, come sempre essenziale ma efficace, gli oggetti partecipano agli scambi di ruolo tra attori, cambiando di funzione (per esempio, il lettino da sala operatoria che si trasforma in divano-letto romano). Mentre le musiche sottolineano o fanno da contrappunto umoristico alle azioni agite sul palco.
Una rilettura di Caligola, quella fatta degli Scarti, che lascia alcuni dubbi sulla parte centrale della messinscena ma che convince dal punto del sostrato ideologico, ponendo dubbi sulle odierne post-democrazie in tempi di crisi.
Luciano Uggè
Lo spettacolo continua:
Centro Giovanile Dialma Ruggiero
via Claudio Monteverdi, 117 – La Spezia
fino a sabato 17 ottobre, ore 21.15
http://dialmaruggiero.spezianet.itL’ultimo Kaligola
una Produzione Pim Spazio Scenico – Compagnia degli Scarti
di Enrico Casale, Simone Ricciardi e Davide Faggiani
con Enrico Casale, Simone Ricciardi e Marin Debatté
organizzazione Andrea Cerri
col sostegno di Centro Giovanile Dialma Ruggiero/Comune della Spezia, Fuori Luogo La Spezia