La straordinaria mostra in corso a Palazzo Reale di Milano offre un ritratto del Genio da Vinci non mitografico, né retorico, né celebrativo ma trasversale a tutta l’opera del poliedrico personaggio. Oltre un centinaio di disegni permettono di indagare i principali temi ricorrenti nei suoi studi, in un continuo intrecciarsi di scienze e arti.
L’ansia di affascinare i visitatori attesi per Expo 2015 sembra finalmente aver scosso Milano dal lungo letargo culturale in cui era sprofondata. Le mostre ospitate a Palazzo Reale in questi ultimi mesi non sembrano esimersi da questa regola e così, tra alti e bassi, dopo il successo della monografica su Segantini (leggi la recensione) e l’apertura dell’accurata rassegna sull’Arte lombarda dai Visconti agli Sforza (leggi la recensione), è ora la volta della tanto attesa Leonardo 1452-1519. Il disegno del mondo. L’esposizione, frutto di cinque anni di studi e organizzazione, punta sui grandi numeri: sia su quelli dei visitatori attesi sia sul valore complessivo dei capolavori esposti. Sono infatti giunti da ogni parte del mondo oltre cento disegni del grande Maestro rinascimentale, una quarantina di trattati antichi oltre a innumerevoli dipinti e sculture che Pietro C. Marani e Maria Teresa Fiorio hanno suddiviso in dodici sezioni tematiche, ciascuna allestita con sobria eleganza da Corrado Anselmi.
I curatori hanno organizzato il percorso non in progressione cronologica ma per aree di ricerca, cercando di presentare singolarmente le tante branche del sapere in cui si è speso in Genio di Vinci, premurandosi di evidenziare i rapporti intercorsi con i suoi contemporanei, i rimandi alla cultura fiorentina rinascimentale e la profonda conoscenza dell’antichità. Il disegno è il vero protagonista della mostra così come del metodo leonardesco di costruzione della conoscenza scientifica: in punta di penna Leonardo scopre e ci fa scoprire il mondo. Dagli anni della formazione, spesi nello studio delle fonti classiche sino alla maturità, quando Leonardo elabora un proprio progetto del mondo, il disegno ha una valenza profonda che va molto oltre la pura estetica. La prima delle dodici tappe è – quasi necessariamente – dedicata a Il disegno come fondamento. In questa sezione sono accostati tra loro straordinari esemplari di scuola fiorentina con l’intento di dimostrare come l’intenso dibattito tra gli artisti abbia prodotto opere mirabili che, per analogia o dichiarata citazione, dialogano tra loro: lo Scenario architettonico e rissa di cavalieri (studio prospettico per l’Adorazione dei Magi) (1481 circa) abbozzato da Leonardo trova una sorta di realizzazione nel grande tondo de l’Adorazione dei Magi (1487) del Ghirlandaio; il disegno attribuito a Paolo Uccello Studio prospettico di un “mazzocchio” (1450-70 circa) – la prospettiva rappresenta uno dei grandi temi di ricerca del periodo – sembra trovare nuovo sviluppo plastico nei due studi di Leonardo (1508-10 circa e 1510 circa) così come accade al tema dei panneggi affrontato da Botticelli o da Lorenzo di Credi.
Natura e scienza della pittura è dedicata alla meticolosità con cui Leonardo riproduce gli elementi di flora e fauna: i granchi (1478-82 circa), un orso (1482-85 circa), il giglio (1472-75 circa) piuttosto che il variare di ombre e colori nei diversi momenti della giornata. In epigrafe della mostra i curatori hanno posto un passaggio del Timeo di Platone che ben descrive la concezione che il Maestro ha dell’universo nel suo complesso e di ogni sua componente: «questo mondo è davvero un essere vivente dotato di anima e di intelligenza». Durante le lunghe sedute di disegno dal vero Leonardo riempie numerosi fogli con scorci dei paesaggi collinari che circondano Firenze e immaginiamo che, negli anni in cui il Maestro è lontano dalla città, questi dettagliati appunti siano stati una preziosa ispirazione per realizzare gli sfondi dei suoi dipinti più celebri. Proseguendo il gioco dei rimandi proposto dai curatori, ritroviamo quelle stesse cascate e quei crinali rocciosi utilizzati come cornice delle eccezionali scene sacre dipinte dal Perugino o da Filippino Lippi.
Il titolo scelto per la terza sezione, Il paragone delle arti, non è finalizzato ad aprire una diatriba sulla superiorità di una disciplina rispetto alle altre quanto a indagare le interrelazioni esistenti tra pittura e scultura. Se prendiamo come esempio San Girolamo (1485-90 circa) risulta immediatamente evidente come Leonardo, dipingendolo, lo abbia concepito in termini tridimensionali, facendo muovere la figura a tutto tondo e introducendo l’espediente del braccio aperto, utilizzato in scultura per misurare lo spazio in cui l’opera viene collocata. Introducendo il tema scultura, non poteva qui mancare il confronto tra maestro ed allievo, tra il busto in marmo della Donna con mazzolino (1475-78) di Andrea del Verrocchio e il ritratto a olio de La Belle Ferronnière (1493-95 circa), tra l’algida innocenza esaltata dal candore del marmo e la sapienza nel rendere la matericità dei tessuti e dell’incarnato.
Giunti ormai a metà percorso, i curatori ci propongono un argomento complesso quale è Il paragone con gli antichi. Leonardo, come gli artisti suoi contemporanei, si forma copiando i capolavori di arte antica e studiando le severe proporzioni tra le diverse parti anatomiche dei ritratti delle divinità. Nel tempo egli attinge alla ricca iconografia della mitologia greca e della Roma imperiale per celebrare i fasti e le imprese dei nobili suoi mecenati, proponendo agli Sforza un possente monumento equestre o ritraendo i valorosi combattenti della Battaglia di Anghiari alla guisa di eroi dal sapore omerico. Parallelamente agli studi sui reperti di epoca classica, Leonardo si applica alla dissezione del corpo umano, utilizzando le nozioni così acquisite per elaborare i volti di donna dalla rara dolcezza o le caricature maschili dalla straordinaria efficacia che possiamo ammirare in Anatomia, fisiognomica e moti dell’animo.
Invenzione e meccanica è la sezione che, attraverso trattati, disegni singoli e manufatti d’epoca, ricostruisce l’intensa attività ingegneristica di Leonardo. Agli strumenti da guerra sono affiancati progetti per macchine di uso quotidiano come argani, “Castelli” mobili per la costruzione della lanterna di Santa Maria del Fiore (1478-80 circa) o un banco da lavoro per segare pietre con uno scranno per il lavoratore (1513 circa). La sala ospita anche due spettacolari modelli provenienti dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia costruiti a partire dagli schemi presenti nei Codici leonardeschi. La mostra e la sequenza di invenzioni prosegue e si completa con Il sogno, la sezione dedicata ai progetti avveniristici concepiti per camminare sopra le acque, respirare sott’acqua e volare.
Realtà e utopia si concentra sul tema della città ideale tanto caro ai trattatisti rinascimentali; in questa sala, attorno al dipinto della Città ideale (ultimo quarto del XV secolo) proveniente dalla Galleria Nazionale delle Marche sono collocati i preziosi esemplari dei trattati di Leon Battista Alberti, Filarete e Francesco di Giorgio Martini, veri capisaldi per la cultura architettonica dell’epoca e dei secoli a venire. Tuttavia Leonardo, come sempre, va oltre tutto ciò. Egli intende l’architettura come un compromesso tra la ricerca utopistica della città ideale e le necessita pratiche della città reale perciò elabora la pianta di Firenze (1506 o 1515) e quella di Milano (1507-10circa); studia nuovi quartieri per l’espansione di Milano (1493), progetta le stalle del Magnifico (1515 circa) e, al contempo, elabora sistemi per scalare e vincere le fortezze.
Nella sezione seguente, facendo proprio il metodo del confronto tanto caro a Leonardo, i curatori ripropongono, mettendoli in dialogo tra loro, molti dei temi già affrontati in precedenza. In L’unità del sapere sono giustapposti disegni di architettura e di anatomia e San Giovanni Battista (1506-15 circa) – l’emozionante olio su tela prestato dal Louvre – è messo in relazione con lo studio dei gorghi d’acqua (1506-08 circa) da cui il Maestro sembra aver tratto spunto per dipingere il movimento dei capelli ondulati del Santo.
Le esplorazioni della “geografia celeste” – come la chiama Leonardo – sono l’oggetto di De coelo e mundo: immagini del divino, titolo che riprende un famoso testo di Aristotele che il Genio da Vinci ama citare per averlo letto in una delle tante versioni in volgare circolanti all’epoca come, per esempio, il De sphaera liber (1445 circa), manoscritto di Leonardo Dati. I materiali esposti mostrano un percorso di ricerca che dalle dettagliate esplorazioni degli anni giovanili approda, con la maturità, a visioni catastrofiche come quelle dei diluvi (1515 circa o dopo) in cui il mondo pare destinato a implodere su se stesso.
Il percorso di visita si conclude con due sezioni dedicate all’eredità di cotanto genio: I leonardeschi: la diffusione dei modelli di Leonardo e del Trattato della pittura e Il mito di Leonardo, curata dal professor Roberto Paolo Ciardi e incentrata sulla rivisitazione della Gioconda per mano di artisti del calibro di Duchamp, Warhol, Baj o Corot.
Grande assente, tra mille polemiche, l’imponete Annunciazione (1472-75) degli Uffizi eppure l’avvincente racconto offerto al pubblico da Marani e Fiorio sembra non risentirne, tante sono le emozionanti opere che, per almeno un paio d’ore, catturano occhi, mente e cuore di ogni singolo visitatore.
Silvana Costa
La mostra continua a:
Palazzo Reale – Piano Nobile
piazza Duomo, 12 – Milano
fino a domenica 19 luglio 2015
orari lunedì 14.30-19.30; martedì e mercoledì 9.30-19.30,
giovedì, venerdì, sabato e domenica 9.30-24.00
il servizio di biglietteria termina un’ora e mezza prima della chiusura
www.comune.milano.it/palazzoreale
Leonardo 1452-1519
Il disegno del mondo
a cura di Pietro C. Marani, Maria Teresa Fiorio
promossa da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Assessorato alla Cultura del Comune di Milano
coprodotta da Palazzo Reale, Skira Editore
promossa e organizzata da Comune di Milano, Palazzo Reale, Skira Editore
main partner Bank of America Merrill Lynch
progetto espositivo Corrado Anselmi con Laura Merrone
progetto di illuminazione Studio Balestreri Lighting Design – Barbara Balestreri con Lisa Marchesi, Stefania Kalogeropoulos
immagine coordinata,advertising e grafica di allestimento Bruno Stucchi, Dinamomilano con Francesca Forquet, Chiara Galiano, Sara Murrone, Giulia Capotorto
www.skiragrandimostre.it/leonardo
Catalogo:
Leonardo 1452-1519
a cura di Pietro C. Marani, Maria Teresa Fiorio
Skira, 2015
616 pagine, 24 x 30 cm, 500 illustrazioni a colori, cartonato
prezzo 69,00 Euro
www.skira.net