Lo storico dell’arte Stefano Zuffi è l’autore del volume in cui Lorenzo Lotto ripercorre la propria carriera di pittore e l’incessante spostarsi da un angolo all’altro dell’Italia centro settentrionale, confrontandosi con i più importanti artisti del periodo.
Lo scorso 20 gennaio Procida, Capitale Italiana della Cultura 2022, ha ceduto il testimone a Bergamo e Brescia. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Teatro Grande di Brescia ha dato ufficialmente il via a una fitta serie di eventi che per tutto il 2023 vivacizzeranno le due città lombarde.
Enrico Damiani Editore si inserisce in questo clima di entusiasmo nel valorizzare le peculiarità storiche, artistiche e culturali di Bergamo e Brescia dando alle stampe Senza posa. Lorenzo Lotto, tra Venezia, Bergamo e le Marche di Stefano Zuffi. Ancora una volta dal connubio tra lo storico dell’arte e la casa editrice bresciana nasce un grazioso volumetto tascabile, piccolo nel formato ma ricco di illustrazioni stampate su spessa carta patinata, a raccontare la tribolata carriera di uno dei più celebri pittori rinascimentali attivi in queste terre, così come lascia ben intendere il titolo.
Lorenzo Lotto nasce intorno al 1480 a Venezia, coevo grossomodo di Michelangelo, Raffaello e Giorgione e di un decennio maggiore di Tiziano, tutti artisti con cui, direttamente o indirettamente, è obbligato a confrontarsi nel corso della carriera, che gli impongono di mettersi in discussione e reinventarsi. Vasari narra come si formi nella grande bottega di Giovanni Bellini, detto “il Giambellino”, che a fine Quattrocento è il pittore ufficiale della Repubblica di Venezia, titolo trasmesso alla sua morte a Tiziano.
L’esordio d’artista di Lotto avviene nel 1505 a Quinto, in provincia di Treviso, molto lontano dai fasti della laguna, dove esegue la Pala di Santa Cristina al Tiverone. In fondo, come racconta Zuffi, egli darà il meglio di sé, trovando più facilmente spazio per esprimersi e ispirazione, nei centri di medie dimensioni quali sono all’epoca Treviso, Bergamo, Recanati o Loreto, dove trova finalmente posa.
Lorenzo Lotto agli inizi degli anni Cinquanta, stanco nel fisico e nell’animo, decide infatti di vendere tutti i propri beni per ripagare i creditori e si ritira fino alla fine dei suoi giorni nella stanza-bottega ricavata per lui nel palazzo apostolico annesso alla Basilica della Santa Casa. Qui l’8 settembre 1554, giorno dedicato alla Natività della Vergine Maria, pronuncia il giuramento solenne di oblato e alcuni giorni dopo dà il via a una serie di incontri con Monsignor Gaspare Dotti, il gesuita di origini veneziane, nominato governatore del santuario di Loreto e commissario speciale per l’Inquisizione delle Marche. Il pomeriggio, verso l’ora dei Vespri, il pittore racconta la propria storia: è questo l’escamotage narrativo escogitato da Stefano Zuffi per Senza posa. Lorenzo Lotto, tra Venezia, Bergamo e le Marche, in cui ogni capitolo corrisponde a un diverso giorno e a una diversa tappa del suo viaggio attraverso la penisola, procedendo in ordine cronologico dal momento della nascita. L’incontro avviene di volta in volta in ambienti differenti del complesso costituito dalla basilica, dal monastero e dal palazzo apostolico, offrendo a Zuffi il pretesto per descrivere le meraviglie ivi custodite, frutto del talento sia di artisti noti sia di artigiani locali.
“Quando Lotto comincia a raccontare la penombra si riempie di colori” (pag. 72) e prendono man mano vita le figure che popolano le sue opere. Le sue infatti sono “pale d’altare piene di passione, con personaggi in azione, in dialogo tra loro, che vivono, discutono, si scambiano pensieri e sentimenti” (pag. 103) e che magari, come l’angelo scrivano della Pala di San Bernardino (1521, conservato nella chiesa di San Bernardino a Bergamo), si voltano di scatto rivolgendo uno sguardo severo al fedele che si è avvicinato troppo alla sacra conversazione disturbando. Nell’Annunciazione di Recanati (1534 circa) invece è Maria a volgere una muta richiesta d’aiuto all’osservatore, spaventata dall’apparizione dell’angelo nell’ampia stanza caratterizzata da una finestrella quadrata come quella della Santa Casa di Loreto, quasi Lotto avesse avuto una premonizione sul proprio futuro. Sono opere dal forte impatto emotivo, frutto di ricerca, sperimentazione e confronto con i pittori suoi contemporanei, come egli non trascura di riferire in più passaggi del proprio racconto a Monsignor Dotti. Opere di cui man mano porge le chiavi di lettura per i rebus che si diletta a nascondere tra le pieghe dei drappeggi o negli elementi decorativi.
Stefano Zuffi si dimostra una volta ancora un abile narratore, capace di entusiasmare e struggere il lettore con le difficoltà incontrate da questo artista di indiscusso talento nell’affermarsi in un’epoca e in un contesto affollato come non mai nella storia dell’arte occidentale. Il volume, come già i precedenti dedicati al parallelo tra le vite di Giotto e Dante e tra Raffaello e Mozart, è di piccolo formato ma di pregevole fattura. Un piccolo regalo da fare o farsi per celebrare Bergamo e Brescia Capitali Italiane della Cultura 2023, come ricorda anche il logo che fa bella mostra di sé sul retro di copertina.
Nel libro sono riprodotti i dettagli di alcune delle opere citate nel corso del racconto, rivelando l’espressività dei ritratti in primo piano ma pure la cura riservata alle scene che animano gli sfondi. Il suggerimento tuttavia è di usare Senza posa quale guida turistica per andare alla scoperta dei capolavori di Lorenzo Lotto celati in chiese e musei tra Venezia, Bergamo e le Marche e ammirarli dal vero.
Silvana Costa
Stefano Zuffi
Senza posa
Lorenzo Lotto, tra Venezia, Bergamo e le Marche
Enrico Damiani Editore, 2022
12×16,5 cm, 288 pagine
prezzo: 16,00 Euro
ebook 6,99 Euro
www.enricodamianieditore.com