Il nuovo lavoro di Filippo Timi è un romanzo incentrato sulla fatica di essere Marilyn Monroe, la donna più bella e al contempo più triste mai vissuta. Un’opera di fantasia sviluppata con lo stile dolceamaro che contraddistingue l’artista perugino per parlare della difficoltà di presentarsi al mondo nudi, senza la maschera di pirandelliana memoria.
Filippo Timi ha di recente dato alle stampe per i tipi di Feltrinelli il romanzo breve Marilyn.
Il testo con tono irriverente e provocatorio racconta la crescente difficoltà provata da Norma Jeane Baker nell’interpretare la grande diva e nel soddisfare le aspettative che tutti hanno nei suoi confronti. Molti, a causa dell’immagine dell’oca svampita cucitale addosso dai produttori hollywoodiani, ne sottovalutano il talento ma Timi la ammonisce: “Tu non devi convincere il mondo di essere una grande attrice. Tu stai convincendo te stessa. Capisco che sia difficile, nessuno avrebbe mai il coraggio di dirsi io sono Marilyn Monroe ma tu sei Marilyn Monroe” (pag. 39).
Filippo Timi ammanta Marilyn di leggerezza e ironia ma dietro il sorriso si percepisce sempre quanto dolore abbia richiesto arrivarci. “Ti hanno cambiato il nome, i capelli, i denti, come camminare, come piangere, come sorridere, come scopare. È normale non capirci un cazzo. È normale sentirsi una frankenstein” (pag. 34): è una frase in cui si coglie tutta la fatica di un artista non tanto nel conformarsi al personaggio che interpreta quanto nell’essere obbligato a mantenerlo vivo e credibile anche lontano dalle scene per conquistarsi il favore del pubblico. È una frase in cui si coglie con prepotenza la componente autobiografica del romanzo e l’immedesimazione dell’autore con il proprio ruolo. Lo scambio continuo tra vita e arte, tra realtà e finzione, tra l’essere fragile e il mostrarsi risoluti è un tema prettamente pirandelliano in cui ciascun lettore non esiterà a rispecchiarsi.
L’azione è ambientata nel 1962 e ripercorre per balzi gli ultimi mesi di vita dell’attrice. Marilyn non vuole essere un romanzo storico ma semplicemente l’autore si sofferma a immaginare il gran tumulto interiore di Norma in quel periodo mentre sullo sfondo scorre la Storia. Timi ricorda come intorno alla diva gravitino i membri della famiglia Kennedy, l’indimenticabile apparizione alla festa di compleanno di JFK organizzata il 19 maggio al Madison Square Garden – cui Jackie, saputo della sua presenza, si rifiuta di partecipare –, le riprese di Something’s Got To Give il film rimasto incompiuto, e quel fatidico 4 agosto quando le cose non sono andate proprio come le hanno sempre raccontate…
Un altro personaggio del romanzo è Pola, la preziosa assistente di Marilyn che la difende, consiglia, consola e scuote dai capricci. Pola è una sorta di alter ego della diva come pure il suo nome vuol alludere: l’assistente personale al suo fianco in quel periodo è Betty Robin mentre Pola Debevoise è il nome del personaggio interpretato in Come sposare un milionario (1953).
Non mancano infine rivelazioni top secret che solo il presidente degli USA – o la first lady – potrebbe condividere e colpi di scena inattesi, vissuti da Marilyn con la consueta grazia e il sorriso seducente.
Il romanzo è una piacevole digressione dalla quotidianità, un salto indietro nel tempo sulle orme dell’indimenticabile stella del cinema, facendo il tifo per lei e supportandola contro tutti e tutte, a iniziare da sé stessa.
Silvana Costa
Marilyn
di Filippo Timi
Feltrinelli, 2023
112 pagine, brossura
prezzo 12,00 Euro
www.lafeltrinelli.it