Giunta alla XXII edizione Tovaglia a Quadri continua a portare in piazza il presente del suo paese, fra tante risate e un briciolo di amarezza.
Alle otto si entra, la piccola piazzetta del Poggiolino di Anghiari è stata trasformata, la fila di lampadine da sagra di paese brilla accanto ai sagomatori agganciati ai lampioni stradali, la ceramica con il nome della piazza accanto al cartello plastificato della vandalizzata toponomastica teatrale: “Via dAlla Toscana”. Mentre il pubblico inizia a mangiare il pinzimonio, un attore seduto a un tavolo legge il suo giornale (gioca a carte?).
Mentre si smangiucchia l’antipasto (l’olio è così buono da far pensare che scriveremo una critica culinaria più che teatrale) facciamo conoscenza con gli altri commensali del luogo: è la prima volta che altri spettatori ci aiutano a comprendere un testo, a calarsi all’interno della storia.
Entrano gli attori in costume rinascimentale per una splendida introduzione: inizia lo spettacolo. Cittadini, attori, personaggi e figuranti: il confine fra realtà e finzione si sgretola, con piacevole effetto caleidoscopico, e l’unica evidente differenza fra gli attori e il pubblico è nel volume della voce (perché il pubblico ha bisogno di commentare, ma senza disturbare) e in quello delle risate (perché il pubblico ride parecchio, e di gusto).
Il testo porta in scena i mille mal di pancia di un popolo tipicamente polemico (anche per gli standard della polemica Toscana), la vena comica è brillante, il lavoro di ricerca sul territorio notevole (un grande potenziale che rimane ancora da sfruttare a fondo, perché ci sarebbe davvero piaciuta una profondità di analisi all’altezza della situazione, una riflessione sulle conseguenze, sulle possibilità, sulle radici di questi mal di pancia).
Lo spettacolo riesce comunque a dar voce al suo popolo, a portare con chiarezza tutte le lamentele di fronte al potere (la soddisfazione di vedere il re-sindaco trovarsi di fronte al suo buffone-attore è difficile da spiegare).
Alla fine della cena e dello spettacolo siamo andati a dormire soddisfatti: per le ottime materie prime di una cena tipica toscana, per le risate e la compagnia dei commensali, per il gusto di veder lavorare felicemente decine di persone a un progetto ancora così vitale.
E ci siamo portati fra le coperte un dubbio: perché questo sistema non è diventato un modello, perché ci ostiniamo a voler separare l’impegno sociale dalla tavola, perché se le platee dell’opera avevano i tavoli oltre alle sedie, i palchi le cucine, ci ostiniamo a voler andare contro il pubblico anzi che incontro al pubblico?
Se il pubblico non riesce a star zitto a teatro, perché non riempirgli la bocca con dell’ottimo cibo e del buon vino? Certo, non quando si recita Beckett. Certo, non quando si fa ricerca artistica. Ma l’educazione al teatro forse non passa per forza dalle solite matinée scolastiche in cui il povero studente della 2a B va a vedere un’obsoleta Locandiera recitata con le parrucche. Il cuore del teatro ci è sembrato più vivo in questa piazza stasera che in un intero cartellone di grido di un comunale qualsiasi.
Giovanni Iacopetti
Lo spettacolo è andato in scena:
Il Poggiolino
Anghiari – AR
da giovedì 10 a sabato 19 agosto, ore 20.15
https://it-it.facebook.com/Tovaglia-A-Quadri-309390699106217/
Tovaglia a Quadri
Via da noi
una storia di Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini
assistenza tecnica Stefan Schweitzer
oggetti di scena e costumi Armida Kim, Emanuela Vitellozzi
appunti musicali ricomposti da Mario Guiducci
evento è realizzato con il contributo della Regione Toscana, Comune di Anghiari, Coldiretti e Campagna Amica
sostengono l’iniziativa: Biokyma, Busatti, Estra Energie, Coingas, Vimer, Amedei, Gruppo alimentare Valtiberino, Ecosanit, Verretta, Open Com e Graziotti
in collaborazione con Teatro di Anghiari e Rete Teatrale Aretina