Omar Galliani | Alessandro Busci

Un viaggio nell’immaginario con Alessandro Busci e Omar Galliani al MAGA di Gallarate.
Nelle nuove ed accoglienti sale del MAGA, Flavio Caroli ci propone una doppia personale di due artisti che egli stesso ritiene <<esemplari di ciò che dovrebbe esporre un Museo d’Arte Contemporanea, oggi>>: il giovane ma già affermato Alessandro Busci ed il più che noto Omar Galliani; due artisti diametralmente opposti, sia nei temi che nella rappresentazione pur tuttavia trovando un punto d’incontro nell’eccellente qualità delle proprie opere.
La mostra si snoda attraverso sale disposte su due livelli, dove al primo troviamo le lastre di Busci. Appena entrati si rimane colpiti dall’atmosfera, quasi irreale, di quiete, mentre in lontananza si odono le note al pianoforte delle Variazioni Goldberg di J.S. Bach; già dalle prime opere di Busci possiamo intuire la sua formazione di architetto nell’uso della prospettiva, per la cura dei dettagli e nella scelta dei temi che lo hanno reso famoso – gli aeroporti, le vedute urbane, le centrali elettriche – senza rinunciare ad una certa sfumatura espressionista nell’uso dei colori, le rapide pennellate, il suo modo di giocare con la luce. Sebbene prevalga l’utilizzo di colori scuri, come il rosso, il nero o il marrone, Busci è riuscito a creare, mediante l’uso sapiente di giochi di luce e delle sfumature, atmosfere calde ed avvolgenti che donano all’osservatore sensazioni di quiete e pace. Nella sala Variazioni Goldberg, come le 30 omonime variazioni di J.S. Bach che si possono ascoltare in una versione unitaria nell’inedita esecuzione di Andrea Padova, troviamo una installazione di 32 pezzi (40×40 cm) in cui l’artista rappresenta scorci di cielo, aeroporti, paesaggi lontani, il tutto iniziato e concluso da una vista sulla Nuova Bocconi ma in due diversi momenti della giornata. Seduto a mirare la composizione, l’osservatore è come accompagnato in un viaggio immaginario, un viaggio di andata e ritorno verso “casa”, avvolto dalle atmosfere luminose di quei cieli dai colori cangianti.
Nell’ultima sala, invece, vediamo l’anima dell’architetto proporsi in maniera più prepotente nelle suoi disegni d’inchiostro su carta che rappresentano opere architettoniche famose, come Ronchamp oppure Aldo Rossi_Berlino.
Salendo al secondo piano troviamo, invece, i lavori di Omar Galliani e fin da subito il visitatore capisce di trovarsi di fronte opere che sono l’esatto opposto di quelle appena viste. Infatti, mentre quelle di Busci sono intuitive e di immediata comprensione, le creazioni di Galliani, caratterizzate da una magistrale qualità esecutiva e da una tecnica decisamente invidiabile, sono di più difficile comprensione; basta osservare Allontanarsi da Xian che accoglie il visitatore all’ingresso della prima sala, un puledro a grandezza naturale in terracotta con figure di donne disegnati sui fianchi, per comprendere che tutte le sue opere sono legate a riferimenti letterali oppure ad avvenimenti storico-sociali che l’artista ha vissuto. Nei suoi pezzi percepiamo una costante ricerca della bellezza e della perfezione tipica della cultura classica; inoltre, grazie alla dimestichezza con cui usa la matita egli riesce a dare vita e movimento alle sue opere, anche di notevole dimensione, con l’utilizzo del chiaroscuro mostrando di possedere una delle mani più talentuose degli ultimi tempi.
Ma sono il carattere ermetico della sua arte e il suo atteggiamento provocatorio a colpire maggiormente l’osservatore, come il suo Autoritratto, che consiste in una katana conficcata in un ceppo di legno, oppure Respiro, una gigantesca cassa toracica sospesa nello spazio e nel tempo, che portano il visitatore a riflettere e ad interrogarsi su ciò che vede.
Ma è Omar/roma/amor ad attirare maggiormente l’attenzione: Roma, associata ad una figura femminile, mostra la sua doppia anima di bellezza e di rovina.
Caroli ha decisamente ragione nel definire Busci e Galliani, rispettivamente, il vento e l’anima dell’arte contemporanea, quindi non ci rimane che dire <<ottimo lavoro!>>.

Maria Chiara Sicari

La mostra continua
MAGA
Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella
via De Magri, 1 – Gallarate VA
orari: martedì – venerdì 10.00 – 18.30; sabato – domenica 10.00 – 19.00
chiuso il lunedì
www.museomaga.it

Omar Galliani | Alessandro Busci
Un passaggio di generazione. (centro di gravità permanente)
mostra ideata e curata da Flavio Caroli
fino a domenica 3 marzo 2012