Il Paradiso perduto de Le Belle Bandiere

Quando impercettibili spostamenti di senso inficiano il messaggio originale. Questo il sottotitolo che si potrebbe aggiungere al peraltro bel lavoro di Marco Sgrosso ed Elena Bucci.

Luci suggestive che, grazie a un sapiente gioco di ombre e all’uso significante del colore (il rosso metaforicamente sangue, morte, passione e anche dolore), costruiscono una scena senza bisogno né di oggetti né di apparati. Due voci che si piegano ai diktat attorali con espressività e potenza, sottolineando ogni sfumatura emotiva e interpretativa. La musica dal vivo, insieme di accompagnamento e protagonista, eseguita con perizia e partecipazione da Dimitri Sillato. La chiusura, semplicemente perfetta, sulle note di Janis Joplin.
Questo il Paradiso perduto, Paradiso ritrovato di Sgrosso e Bucci che, a livello attorale e di esecuzione, convince. Esiste però un testo importante, di base, quello di John Milton, e la sua interpretazione convince meno.
Partiamo da e ci fermiamo a due sole considerazioni. La prima è la traduzione di: “Better to reign in Hell, then serve in Heaven” con “Meglio regnare all’inferno, che servire in Cielo”. Cielo al posto di Paradiso: ora, al di là che spesso si utilizzi il primo termine per il secondo, è certamente molto più devastante la traduzione letterale: blasfema e imperiosa, arrogante e superomistica come si addice al vero protagonista del poema epico/lirico di Milton, ossia Satana (che, in questa lettura musicata, risulta al contrario figura molto ridimensionata e, spesso, più petty (meschina) che evil (malvagia).
Il secondo personaggio che ci pare reso di una meschinità poco coerente con il poema miltoniano è Eva, che perde tempo dallying (nella molteplicità dei suoi significati: flirtare, gingillarsi, scherzare), e non corrisponde minimamente a quell’essere descritto come: “And in herself complete, so well to know/ Her own, that what she wills to do or say, / Seems wisest, virtuousest, discreetest, best” (attualizzando in parte: “In se stessa completa, sì bene da essere conscia di sé e perciò ogni cosa ch’ella fa o dice paia la più saggia, la più virtuosa, la più prudente e la migliore”, t.d.g.). Nel testo originale si ravvisa una Eva lontanissima da quella descritta dai Padri della Chiesa: non una meretrice priva di intelligenza e votata al piacere e alla superficialità, bensì una donna indipendente che cerca la conoscenza e, soprattutto, vuole avere piena coscienza di sé.
Minime sfasature di senso che aprono voragini.

Simona M. Frigerio

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Francesco di Bartolo
via F.lli Disperati, 4 – Buti (PI)
lunedì 26 marzo, ore 21.15
www.teatrodibuti.it

Le Belle Bandiere presentano:
Paradiso perduto, Paradiso ritrovato
liberamente tratto dal Paradiso Perduto di John Milton e altre scritture
ideazione Elena Bucci
elaborazione drammaturgica e interpretazione Elena Bucci e Marco Sgrosso
con Dimitri Sillato (violino e pianoforte)
drammaturgia del suono Raffaele Bassetti
luci Loredana Oddone