Play Strindberg. Danza poco macabra

_dsc93271In scena al Fabbricone di Prato una versione più comica, che tragicomica, di Play Strindberg. Molto ben recitata.

Il principe della scrittura scabrosa e psicologica, Friedrich Dürrenmatt, insoddisfatto delle traduzioni di Danza macabra di August Strindberg, nel 1968 riscrisse l’opera – asciugandola, riducendo i personaggi, inserendo l’idea del ring. La storia dei due coniugi Alice ed Edgar, gioco al massacro tra odio e soffocamento, è simbolo e allo stesso tempo denuncia delle convenzioni sociali nella società ottocentesca europea. Il matrimonio d’interesse, come liscia patina per ridurre uomini e donne a figurine piatte, è qui svelato per quello che è: sotto la maggior parte delle famiglie “bene” e borghesi, si celavano istinti che potevano sfociare nel delitto.
Il teatro si fa arma di liberazione di massa, mezzo per esternare le contratture dell’anima che pulsano sia in Strindberg che in Dürrenmatt, sotto la cappa di una società ferrea, perbenista e ipocrita. I personaggi di Danza macabra e, di riflesso, di Play Strindberg, giocano con le combinazioni infernali del disamore per l’altro, il senso del fallimento e di un’acidità spiccata. Le tonalità, nella versione del regista Franco Però vertono più sul farsesco e il comico che sul grottesco, complice anche la recitazione brillante degli interpreti – una su tutti, la superba Maria Paiato, naturale e sopra le righe, voce e mimica sfaccettate.
Lo spirito originario dell’opera, sicuramente più dark e dissonante, è stato in parte tradito e reso con atmosfere imperlate di tempi comici e sarcasmo, che richiamano più Anton Čechov che Strindberg. Una scelta precisa, portata avanti con coerenza e con qualche spiraglio, qua e là, di cruda amarezza. Play Strindberg, recitato con grande classe, poteva tuttavia risultare ancora più sofisticato nelle note criminali, opportuniste e opprimenti, mentre si è assistito a una commedia briosa.
Si poteva scavare più a fondo nella psiche umana, contorta e misteriosa.

Tessa Granato
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Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Fabbricone

via Targetti, 10/12 – Prato
da venerdì 14 a domenica 17 dicembre
www.metastasio.it

Play Strindberg
di Friedrich Dürrenmatt
traduzione Luciano Codignola
regia Franco Però
con Maria Paiato, Franco Castellano, Maurizio Donadoni
scene Antonio Fiorentino
costumi Andrea Viotti
luci Luca Bronzo
musiche Antonio Di Pofi
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Artisti Riuniti, Mittelfest 2016