Al Palazzo dell’Arte proclamati i progetti vincitori della IV edizione del Premio italiano di Architettura, assegnato il Premio alla carriera ad Aimaro Oreglia d’Isola e inaugurata la mostra con tutti i lavori finalisti.
Lo scorso 13 luglio nel salone d’onore della Triennale di Milano sono stati svelati i nomi dei vincitori dell’edizione 2023, la quarta, del Premio italiano di Architettura. Il riconoscimento, assegnato con cadenza annuale, nasce dalle ceneri della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana e di YAP – Young Architects Program, promossi in passato rispettivamente da Triennale Milano e da MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.
La giuria è presieduta dall’ormai onnipresente Stefano Boeri. A lui si affiancano Nina Bassoli, Curatrice per Architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale, ruolo ricoperto nel corso del precedente mandato di Presidente della Triennale di Boeri da Lorenza Baroncelli, ora presente in giuria nella veste di Direttrice di MAXXI Architettura; Pippo Ciorra, Senior curator di MAXXI Architettura; gli architetti Iñaqui Carnicero di Rica Studio e Giancarlo Mazzanti di El Equipo. Completano la lista Matteo Scagnol di MoDusArchitects, vincitore dell’edizione 2022 nella categoria Miglior edificio, e Valentina Merz e Lara Monacelli Bani di Atelier Remoto aggiudicatesi, sempre lo scorso anno, NXT_MAXXI L’Aquila.
Riteniamo doveroso premettere che sono molte le perplessità sorte nell’assistere a una cerimonia di premiazione iniziata, tra l’altro, con quasi mezz’ora di ritardo.
Il Premio per il Miglior edificio completato negli ultimi 3 anni è conferito ex aequo al Complesso parrocchiale di Santa Chiara, costruito nell’oristanese su progetto di Carlo Atzeni, Maurizio Manias, Silvia Moccie e Franceschino Serra in virtù di “rigore formale e consapevolezza contestuale” dell’intervento e a S-LAB di ELASTICOFarm.
Realizzato all’interno della sede torinese del CNR, S-LAB è il nuovo laboratorio dell’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e la giuria lo ritiene “uno degli esempi più rappresentativi del lavoro di ricerca linguistico-tecnologica dello studio”. Peccato che, nel ricevere il premio, Stefano Pujatti – uno dei soci fondatori di ELASTICOFarm – non riesca a dissimulare un’espressione di imbarazzo e ci tenga a chiarire, conclusi i ringraziamenti di rito, che S-LAB è forse uno dei lavori più semplici mai realizzati dallo studio e, proprio per questo, tra i meno rappresentativi del suo approccio progettuale.
Una Menzione d’onore è stata assegnata allo studio romano Labics per il delicato intervento di restauro, valorizzazione e adeguamento ai fini espositivi degli spazi interni ed esterni di Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
Nella categoria Under 35 il Miglior edificio realizzato negli ultimi 3 anni è l’Art Pavillion M. di Almere ideato da Studio Ossidiana che riceve anche un contributo di 10.000 euro da utilizzare per progetti/formazione. Lo studio con sede a Rotterdam si muove su scala internazionale e vanta già numerosi progetti e partecipazioni a eventi tra cui XXIII Esposizione Internazionale di Triennale (Milano, 2022) e la mostra Biogrounds a cura di Domitilla Dardi (Venezia, 2023) con una installazione realizzata in collaborazione con Alcantara e MAXXI.
Le Menzioni d’onore per la categoria sono assegnate a Paraphernalia di (ab)Normal e a More with Less di orizzontale, la prima è un’installazione interattiva ideata in occasione della mostra The State of the Art of Architecture Milano allestita in Triennale nel 2020, la seconda una struttura temporanea collocata in piazza Santa Maria Paganica a L’Aquila, di fronte all’ingresso di MAXXI L’Aquila.
È bizzarro constatare come tra tanti candidati tre premiati su tre risultino accomunati da precedenti collaborazioni/contributi/riconoscimenti che dir si voglia con le istituzioni che hanno bandito il Premio. Crediamo sia lecito interrogarsi su questo alla luce del fatto che Triennale e MAXXI ricevono fondi pubblici e che il Presidente di giuria è salito sovente agli onori della cronaca per dubbi in merito allo svolgimento di concorsi e gare di architettura: come dimenticare il clamore sollevatosi lo scorso anno in occasione del concorso per la nuova B.E.I.C. – Biblioteca Europea di Informazione e Cultura di Milano. Scrive in merito Agatha Christie: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”.
Non nascondiamo infine l’imbarazzo provato quando Stefano Boeri – sempre lui – ha assegnato il Premio alla carriera ad Aimaro Oreglia d’Isola. Nessuno contesta l’attribuzione del premio al novantacinquenne architetto piemontese le cui opere hanno segnato e indirizzato l’architettura italiana dal secondo dopoguerra ad oggi, dettando nuovi standard qualitativi in termini funzionali e spaziali oltre che stilistici. Troviamo tuttavia che sia una pessima caduta di stile introdurlo ricordando come il progetto presentato nel 1988 dallo studio Gabetti & Isola al concorso per la trasformazione urbana dell’area Pirelli in Bicocca sia molto meglio di quando proposto da Vittorio Gregotti e oggi, completamente realizzato, visibile a tutti. Posizione ribadita in almeno un altro passaggio della cerimonia di premiazione.
Una pessima caduta di stile perché, in primo luogo, sembra che questo Premio voglia risarcire Aimaro Isola di un’ingiustizia subita oltre trent’anni fa, facendo scivolare in secondo piano decenni di onorata carriera. Si coglie l’occasione poi per ricordare che il tanto vituperato progetto vincitore non è frutto del lavoro di una sola persona – per quanto possa averlo fortemente indirizzato – ma dell’intera Gregotti Associati, un progetto che forse non ha portato alla realizzazione del Central Park della periferia milanese ma che ha generato una nuova centralità urbana, viva e vitale nell’arco di tutta la giornata, rispettando ampia parte della maglia viaria esistente e salvaguardando la memoria del luogo.
Alla luce di questa acredine – che, per quanto lecita, a livello personale non dovrebbe appartenere al direttore di un’istituzione quale Triennale in occasione di un evento pubblico – rileggendo le parole di Boeri a Simone Mosca, giornalista di Repubblica, all’annuncio della programmazione di un evento a ricordo della figura di Vittorio Gregotti per il prossimo autunno – a ben tre-dicesi-tre anni e mezzo dalla morte – ci vien da sollevare l’angolo della bocca in un sorriso amaro.
Silvana Costa
Premio italiano di Architettura
quarta edizione
promosso da Triennale Milano, MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Giuria:
Stefano Boeri (presidente), Nina Bassoli, Lorenza Baroncelli, Pippo Ciorra, Matteo Scagnol, Valentina Merz e Lara Monacelli Bani di Atelier Remoto (il cui voto è considerato unitario), Iñaqui Carnicero, Giancarlo MazzantiVincitori:
PREMIO PER IL MIGLIOR EDIFICIO
realizzato negli ultimi 3 anni
Complesso parrocchiale di Santa Chiara
Sini, Oristano, 2020
di Carlo Atzeni, Maurizio Manias, Silvia Mocci, Franceschino Serra
ex aequo con
S-LAB
Torino, 2020
di ELASTICOFarmMenzione d’onore
Completamento delle aree museali
di Palazzo dei Diamanti
Ferrara, 2022
di LabicsPREMIO UNDER 35
per il miglior edificio realizzato negli ultimi 3 anni
Art Pavillion M.
Almere, Paesi Bassi, 2022
di Studio OssidianaMenzione d’onore
Paraphernalia
Milano, 2020
di (ab)Normal
e
More with Less
L’Aquila, 2021
di orizzontalePREMIO ALLA CARRIERA
ad Aimaro Oreglia d’IsolaLa mostra continua:
Triennale di Milano
viale Alemagna, 6 – Milano
fino a domenica 24 settembre 2023
ingresso gratuito
www.triennale.org