Renoir dalle Collezioni del Musée d’Orsay e dell’Orangerie

L’esposizione in corso alla torinese GAM vuole percorrere la complessa evoluzione del percorso artistico di Renoir evidenziandone la capacità di sorprendere con luce e colore e l’abilità nel ritrarre la vita della propria epoca con un delicato realismo, guadagnandosi il ruolo di uno dei pittori più amati dal pubblico.Ad un anno di distanza dall’inaugurazione della grande mostra dedicata a Degas, il gruppo formato da Città di Torino, Musée d’Orsay e Skira editore, propone  una nuova, eccezionale iniziativa, dedicata, questa volta, a Pierre-Auguste Renoir. Dai parigini Musée d’Orsay e Musée de l’Orangerie, che conservano la collezione più completa al mondo di lavori eseguiti dall’artista, sono arrivati nel capoluogo piemontese – approdando per l’occasione alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea – circa una sessantina di capolavori. La curatela dell’evento è affidata a Sylvie Patry, Conservatore Capo presso il Musée d’Orsay, e Riccardo Passoni, Vice Direttore della GAM di Torino mentre il sobrio e raffinato progetto espositivo, che si inserisce all’interno del percorso delle collezioni permanenti della Galleria, è firmato da Corrado Anselmi con Monia Muraro.
Indubbiamente, far cadere la scelta su un pittore afferente al movimento Impressionista garantisce agli organizzatori della mostra un notevole ritorno in termini di affluenza del pubblico, tanto più che Renoir rappresenta uno degli esponenti più amati – insieme a Monet, Degas e Cézanne – del gruppo di artisti che espose le proprie rivoluzionarie creazioni presso lo studio del fotografo Felix Nadar quel fatidico 15 aprile 1874. I curatori, così come fece Philippe Cros quando si occupò della mostra organizzata lo scorso anno a Pavia (leggi la recensione), hanno scelto di presentare Renoir come una figura dinamica nella storia dell’arte moderna che, attuando la contestazione dell’accademismo imperante,  si getta nell’avventura impressionista per poi abbandonarla alla ricerca di nuovi linguaggi e tematiche. Nei suoi taccuini, all’alba degli anni ’80 del XIX secolo annota “Avevo sperimentato l’Impressionismo quanto più potevo ed ero giunto alla conclusione che non sapevo né disegnare né dipingere. In una parola ero in un vicolo cieco”. Riparte dunque dal Grand Tour in Italia e dall’amato Tiziano, per approdare ad uno stile che gli consenta di equilibrare spazio, luce e colore in un insieme armonico ed emozionante che preluderà ai movimenti delle avanguardie del primo dopoguerra. Nel corso della sua lunga carriera, Renoir produce oltre cinquemila dipinti e un numero elevatissimo di disegni e acquerelli, evidenziando la grande varietà e qualità del suo talento, alternando sedute in studio a giornate trascorse en plein air, fianco a fianco con l’amico e collega Monet.
Il percorso espositivo si articola in nove tappe, dedicate ad altrettante tematiche ricorrenti nella produzione dell’autore e, per tale motivo, ritenute significative al fine di evidenziarne l’evoluzione stilistica. L’epoca della bohème. Ritratti reciproci a Parigi negli anni ottanta dell’Ottocento, come un ideale album dei ricordi, raccoglie i volti di conoscenti e amici frequentati nel periodo successivo all’ammissione all’Ecole des Beaux-Arts nel 1862: William Sisley (1864), Frédéric Bazille (1867), Claude Monet (1875) insieme ai primi nudi tra cui Il ragazzo con il gatto (1868) e Donna seminuda sdraiata: la rosa (1872 circa).
I ritratti sono protagonisti anche nella sezione successiva, “Noi adoriamo le donne di Renoir” (Proust), in cui sfilano modelle di ogni estrazione sociale: borghesi, operaie, ballerine, tutte rivestite da una grazia speciale e da un’impalpabile bellezza, rievocando i modelli femminili dell’arte settecentesca.
“Il mestiere di paesaggista” (Renoir) raggruppa dieci vedute afferenti ad un esteso arco cronologico, comprendente il viaggio ad Algeri effettuato dall’artista nel 1881. Alle palme baciate dal sole, ai giardini privati ed agli orti dal sapore esotico de La moschea – detto anche Festa araba – sono affiancate scene più tradizionali quali Chiatte sulla Senna (1869), Il Pero d’Inghilterra (1870 circa), La Senna ad Argenteuil (1873), Sentiero nell’erba alta (1876-1877), Ponte ferroviario a Chatou (1881) o Paesaggio a Cagnes (1915 circa), dipinto in Costa Azzurra, dove il pittore si ritira negli ultimi anni di vita.
Infanzia è una sezione carica di poesia che include Ritratto del figlio Pierre (1885) di proprietà della GAM.
La “fortunata ricerca della dimensione moderna” (Zola) è dedicata a uno spaccato della società moderna e ai nuovi divertimenti dei parigini: dai balli alle escursioni in campagna. Tra le opere esposte è possibile ammirare L’altalena (1876), il  capolavoro da cui lo scrittore Emile Zola – che frequenta Renoir nel salotto di Madame Charpentier, moglie del suo editore – trae ispirazione per un brano del romanzo Una pagina d’amore, ambientato in un giardino primaverile.
La sezione A proposito delle Ragazze al piano ruota intorno al celeberrimo capolavoro del 1892 che è stato il primo dipinto dell’artista a entrare nelle collezioni di un museo francese; a corollario sono disposte altre tele a soggetto musicale.
Il tema del bouquet in cui l’autore sperimenta maggiormente in termini di tecnica e uso dei colori è il protagonista de “Bello come un dipinto di fiori” (Renoir).
“Il nudo, una delle forme indispensabili dell’arte” (Renoir) costituisce il momento più emozionante del percorso di visita dove, ammirando le pose languide e le forme giunoniche delle donne che con la loro fisicità riempiono lo spazio della tela, non possiamo non paragonarle mentalmente ai capolavori di Tiziano, Raffaello o Rubens che tanto a lungo ha studiato.
La visita si conclude con la sezione Il testamento delle Bagnanti dedicata all’ultimo capolavoro di Renoir, eseguito nel 1918-1919, emblematico delle ricerche effettuate dall’artista negli ultimi anni di vita. Qui vi celebra una natura senza tempo, da cui ogni riferimento al contemporaneo è bandito, alludendo tuttavia al periodo aulico cantato dalla mitologia greca e romana. Le bagnanti sono da considerarsi il testamento pittorico di Renoir ed è appunto in questo spirito che i suoi tre figli hanno donato il quadro allo Stato francese nel 1923.

Silvana Costa

La mostra continua alla:
Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
via Magenta, 31 – Torino
orario: lunedì chiuso; martedì-domenica 10.00-19.30; giovedì: 10.00-22.30
la biglietteria chiude un’ora prima
fino a domenica 23 febbraio 2014
www.gamtorino.it

Renoir
Dalle Collezioni del Musée d’Orsay e dell’Orangerie
a cura di Sylvie Patry e Riccardo Passoni
direzione mostra Guy Cogeval, Danilo Eccher, Nicolò Sponzilli
segreteria scientifica Valentina Romano
progetto espositivo Corrado Anselmi con Monia Muraro
progetto di illuminazione Studio Balestreri Lighting Design – Barbara Balestreri con Lisa Marchesi
progetto grafico di allestimento Bruno Stucchi – dinamomilano con Francesca Forquet
www.mostrarenoir.it

Catalogo:
Renoir
Dalle Collezioni del Musée d’Orsay e dell’Orangerie
autore Sylvie Patry
curatori: Guy Cogeval, Riccardo Passoni, Sylvie Patry
24 x 28 cm, 176 pagine,125 a colori, cartonato olandese
Skira, 2013
prezzo 34,00 Euro
www.skira.net