La storica casa editrice Scheiwiller, oggi passata sotto l’egida di 24 Ore Cultura, ha di recente pubblicato Franco Albini. Riflessioni su un Metodo, un interessante volume dedicato non tanto ai progetti quanto alla metodologia di lavoro di uno dei padri del Razionalismo italiano.
Franco Albini è uno dei più importanti architetti italiani del Novecento, un professionista a tutto tondo che spazia dalla scala urbana con i piani particolareggiati di nuovi quartieri di edilizia economica popolare a palazzi dal forte impatto visivo quali i nuovi uffici comunali di Genova (1950/64) o La Rinascente di piazza Fiume a Roma (1957); da arredamenti per clienti privati ad allestimenti di negozi, padiglioni fieristici, mostre e musei, rivoluzionando nel dopoguerra la museografia italiana, trasformando i luoghi dell’arte in strumenti attivi di cultura e di educazione. A Milano è ricordato come l’architetto che con la collega Franca Helg e il grafico Bob Noorda definisce gli interni delle stazioni delle linee 1 e 2 della nuova metropolitana, un lavoro che fa da trait d’union con il mondo del design dove è una stella di prima grandezza, insignito di tre Compassi d’Oro e del titolo di Royal Designer for Industry dalla Royal Society di Londra.
“Dal cucchiaio alla città”, come si potrebbe sintetizzare prendendo a prestito il motto coniato da Walter Gropius per la Bauhaus, Albini persegue un approccio completo e multisfaccettato alla professione, sviluppato con un metodo rigoroso, sempre efficace, articolato in cinque principi chiave: scomporre ciò che si ha davanti, cercarne l‘essenza per poi togliere quanto non indispensabile e quindi ricomporlo in forma nuova, verificare e agire con responsabilità sociale.
Cinque principi mai enunciati formalmente ma codificati dal figlio Marco che li spiega ai lettori portando esempi concreti. Esempi mutuati dal ricordo di tanti anni trascorsi in studio al fianco del padre, osservando come affronti ogni nuova commessa con il rigore degno del suo ruolo di maestro del Razionalismo italiano, scomponendo il progetto in parti per poi riassemblarle in una nuova configurazione in cui, anche grazie al contributo della luce che ne scolpisce le forme, sia ancora possibile distinguere ogni singolo elemento.
Gli fa eco suo figlio Francesco, con lui al timone dello studio ormai prossimo al secolo di attività ma oggi più vitale che mai. “Ho capito che, nel caso di mio nonno, il processo creativo deriva da un’estrema chiarezza di metodo: la sua grandezza è sicuramente dovuta a una sensibilità fuori dal comune applicata tuttavia a un metodo razionale chiaro e scientifico. Sia nelle opere di design, sia nell’architettura, appare chiaramente la volontà e la ricerca di evidenziare i singoli elementi che compongono l’oggetto, rendendo trasparente e immediatamente comprensibile la sua funzione. La struttura portante e gli elementi “portati” sono sempre ben distinti: ciascuno ha il proprio ruolo e le proprie caratteristiche” (pag. 113).
Entrambi si soffermano quindi sulla cura quasi maniacale rivolta da Franco Albini ai dettagli, elementi fondamentali nel caratterizzare un’opera e conferirle unicità al di là della loro effettiva funzionalità: “Dio è nei dettagli” asseriva Mies van der Rohe, l’ultimo direttore della Bauhaus. Marco Albini ricorda quando il padre inizia a progettare il centro direzionale dei ministeri a Riyadh, concentrandosi per giorni sul lucernario, un piccolo elemento che si perde al confronto della vastità del complesso edilizio da realizzare, o l’utilizzo di montanti verticali da pavimento a soffitto per definire gli spazi espositivi e offrire al visitatore l’impressione che i pezzi esposti fluttuino nell’aria, senza cornici, senza sovrastrutture che ne possano limitare la visione o distorcere il significato.
Complice il differente rapporto intrattenuto con Franco Albini, se al figlio Marco è affidato il ruolo di custode della memoria – e, come descritto in altri capitoli del volume, anche quello di attualizzare gli oggetti di design ai nuovi materiali e alle tecniche produttive dell’industria contemporanea – il nipote Francesco dimostra quanto il Metodo Albini sia ancora oggi vitale e stia alla base dei progetti elaborati dallo studio nel nuovo millennio.
La prima parte di Franco Albini. Riflessioni su un Metodo ha un taglio decisamente architettonico, generosamente illustrata con disegni d’archivio e fotografie di plastici, mobili ed edifici, mentre la seconda è volta a dimostrare il valore assoluto e trasversale dei cinque principi. La nipote Paola, per esempio, narra come ne abbia fatto tesoro nel concepire lo spettacolo teatrale Il Talento della Malattia destinato a supportare i pazienti oncologici nel prendere coscienza delle molteplici implicazioni della malattia e intraprendere il percorso di cura con maggiore consapevolezza di sé. Un progetto che, come spiega la pedagogista Natalia Piana nel capitolo dedicato, è utile ai malati per superare la crisi che segue alla diagnosi di una grave malattia. Il Metodo insegna loro ad analizzare gli aspetti medici ma pure le frustrazioni e le angosce che questi trascinano con sé, ripercuotendosi sulla sfera affettiva e lavorativa, frantumando le loro vite. Una consapevolezza che aiuta nel difficile processo di ricostruzione di sé, pezzo dopo pezzo, lasciando la luce della speranza si insinui tra le parti e conferisca all’insieme un’inattesa leggerezza.
Il libro si presenta ai lettori come un’esperienza corale di autori che porgono testimonianze e, ovviamente, riflessioni accomunate, nelle loro differenti accezioni, dall’affidarsi al Metodo Albini, alla sua razionalità e alla sua disciplina. L’approccio di ciascuno di essi in fondo, pur alle diverse scale e nei vari contesti, non è poi così dissimile da quello compiuto da un architetto che si siede al tavolo e taccia un disegno: le linee che si stratificano dando vita al progetto altro non sono che la sintesi delle soluzioni immaginate, alcune arditamente fantasiose, scomposte, ricomposte con sapienza e metodo in un diverso ordine sino a raggiungere una forma compiuta, per quanto perfettibile nel corso delle successive fasi del lavoro.
Silvana Costa
Franco Albini
Riflessioni su un Metodo
a cura di Fondazione Franco Albini
Libri Scheiwiller, 2023
16 x 24 cm, 160 pagine, brossura con alette
prezzo 32,00 Euro
www.24orecultura.com