Una scorribanda nella storia dell’arte per scoprire cosa si celi dietro i ritratti e – talvolta – dietro gli artisti celebrerrimi che li hanno realizzati.
Federico Fellini ha consegnato alla storia il termine “paparazzo” a indicare quei fotogiornalisti che seguono i personaggi famosi negli eventi pubblici e li inseguono nella vita privata. Il loro è un genere di notizie che sembra non subire cali di interesse da parte del pubblico: sebbene le persone più snob le liquidino come inutili pettegolezzi, è difficile trovare qualcuno non al corrente del gossip del momento, della nuova fiamma del ministro o delle bugie raccontate dalla soubrette del sabato sera. Ogni giorno ricchi reportage riempiono le pagine dei giornali e affollano i blog e ci si domanda come si facesse prima dell’invenzione della fotografia a portare testimonianza di relazioni clandestine e avide macchinazioni.
La risposta è in Smascherati. Storie e segreti dietro ai ritratti più famosi, il divertente volume scritto a quattro mani da Francesca Bonazzoli e Michele Robecchi che hanno messo le loro competenze in storia dell’arte al servizio dell’editoria. A ulteriore dimostrazione del fatto che il pettegolezzo è un’arte raffinata, gli autori analizzano le opere di artisti celeberrimi per spiegare le allusioni sottese da un’iconografia che nel XXI secolo non è più tanto famigliare. Si veda la sinfonia di elementi allegorici profusi nel ritratto della chiacchierata Lady Venetia Digby (1633/34), commissionato dal marito ad Anton van Dyck per decantarne le virtù.
Allora come oggi è soprattutto lo sguardo a essere specchio dell’anima: pensiamo alla complicità che va oltre le mere formalità sociali catturata da Leonardo da Vinci tra Cecilia Gallerani e il suo ermellino, alias Ludovico il Moro da poco insignito dell’Odine dell’Ermellino dal Re di Napoli (1489/90). Ma anche alla cupidigia che traspare dagli occhi di Paolo III e i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese (1546) nell’olio su tela incompiuto, eseguito da Tiziano, in cui il pontefice si aggrappa saldamente con la mano ossuta allo scranno, simbolo del potere temporale. Un gesto poi ripreso da El Greco nel severo ritratto del grande inquisitore Fernando Niño de Guevara (1600 circa). Gli autori in più occasioni rimandano il lettore da un capitolo all’altro, in un gioco di confronti e parallelismi sia tra artisti coevi sia tra differenti epoche storiche, sebbene – nonostante gli innegabili punti in comune – faccia storcere il naso leggere come Pieter Paul Rubens sia accostato a Jeff Koons per La pelliccia (1638), un audace ritratto della giovane moglie Hélène dopo il bagno.
Il rapporto che si crea tra pittore e modello è un’ulteriore componente dei ritratti esplorata da Bonazzoli e Robecchi: se è vero che il talento dell’artista rende tanto immortali quanto famigliari le fattezze della sua musa, è altrettanto evidente come ritrovare gli stessi lineamenti nei volti dei soggetti di differenti dipinti induca a interrogarsi sull’esistenza di un qualche legame tra i due. Pensiamo per esempio alla presunta liaison amoureuse tra Raffaello e Margherita Luti, la figlia del fornaio senese Francesco che apre bottega a Trastevere; relazione mantenuta segreta nella Roma papale eppure così platealmente evidente nella posa languida e nello sguardo sognante assunti dalla ragazza ne La Fornarina (1520 circa). Se invece vogliamo contare le volte che Jane Burden compare nei capolavori del marito William Morris e del collega Dante Gabriel Rossetti, complice la fama di sciupafemmine di quest’ultimo, è immediato immaginare un legame tra i tre che va oltre l’adesione alla Confraternita dei Preraffaelliti. O, ancora, tra Costanza Bonarelli e Gian Lorenzo Bernini, tra Lena e Caravaggio, tra George Dyer e Francis Bacon, scomodando persino il violento rapporto tra Dora Maar e Picasso.
Un rapporto che con l’avvento della fotografia viene meno: Andy Warhol chiede una semplice Polaroid per eseguire quei ritratti considerati prova del ruolo sociale che rivestono i committenti. La fotografia abbatte infatti i tempi di posa se non addirittura rende inutile il bisogno dell’incontro tra soggetto e autore: per esempio Richard Hamilton per le diverse versioni di Swingeing London (1968/69) si basa sullo scatto di un paparazzo a Robert Fraser e Mick Jagger in manette. In questo modo si annullano quelle occasioni di incontri clandestini così ben narrate in Smascherati, in cui si ipotizza che la passionale storia con Adele Bloch-Bauer potrebbe essere una delle ragioni per cui Gustav Klimt impiega tre anni per completare il ritratto della Donna in oro (1907).
Francesca Bonazzoli e Michele Robecchi hanno organizzato i capitoli in sezioni dal titolo molto eloquente, da Avventure di letto a Destini da tragedia, da High Society a Vite ai margini, da Dietro le quinte del potere a Storie di famiglia. Smascherati sembra trarre insegnamento dalle cosiddette “riviste da parrucchiere” proponendo episodi snelli – a tratti troppo – dove in poche pagine si racconta l’antefatto, inquadrando storicamente i personaggi e soddisfacendo la curiosità del lettore senza annoiarlo. Una rassegna tematica e non cronologica che consente comunque di cogliere le evoluzioni del gusto nel ritratto – a volte imposte dalla società altre dalle innovazioni proposte dai Maestri della pittura e della fotografia – per giungere a installazioni contemporanee dove il protagonista è assente ma evocato da parole o da oggetti con cui ha interagito.
Delle opere analizzate nel volume non c’è alcuna riproduzione ma tuttavia gli autori si premurano di riportare la didascalia dettagliata e l’indirizzo del sito Internet del museo che ospita l’originale, invitando così il lettore a incrociare i differenti media. L’espediente è indubbiamente indovinato per chi acquista il volume in versione ebook ma forse, per quanti amano sentire l’odore dell’inchiostro e la consistenza della carta tra le mani, sarebbe risultato più comodo l’uso di un QR Code al posto dell’icona scelta dal grafico.
Pigrizia digitale a parte, buona lettura.
Silvana Costa
Smascherati
Storie e segreti dietro ai ritratti più famosi
di Francesca Bonazzoli, Michele Robecchi
Mondadori Electa, 2018
15,5 x 23,3 cm, 132 pagine
prezzo: 17,90 Euro
www.electa.it