Stracci della Memoria diventa un libro

Dal progetto alla performance, Il Rito, alla pagina scritta: le tante stratificazioni della ricerca teatrale si incontrano al LAB Oratorio San Filippo Neri di Bologna, per la presentazione del primo libro di Instabili Vaganti.

Un incontro interessante quello che si è tenuto al San Filippo Neri (reso nuovamente agibile grazie a un ottimo intervento di restauro conservativo), durante il quale si è partecipato a un momento di riflessione e approfondimento (come ha affermato in apertura Nicola Pianzola, performer e cofondatore di Instabili Vaganti), di un’esperienza decennale di lavoro e formazione in campo internazionale – ossia, il progetto Stracci della Memoria.
Dopo una succinta presentazione del progetto e del libro, del moderatore, Simona M. Frigerio, che ha tratteggiato i contenuti del volume e i passaggi cronologici ed esperienziali della Compagnia dal 2006 a oggi, sono intervenuti i relatori per approfondire le tematiche contenute nel libro e raccontare le proprie motivazioni e i contributi personali al progetto di ricerca.
In primis, Nicola ha spiegato come le memorie (individuale, storica e antropologica) siano state indagate, in questi anni, attraverso un procedimento fisico piuttosto che psicologico o à la Stanislavskij. Trasformare i ricordi in movimenti e azioni, e questi ultimi in memorie sempre più lontane nel tempo. Soprattutto quelle seppellite perché di natura antropologica che, però, generano una gestualità che appartiene alle nostre radici pre-culturali e accomuna il genere umano, in una ricerca che va al di là dell’esperienza individuale o all’appartenenza a una nazione/popolo.
Come nella sua prefazione al libro, la studiosa di teatro, Silvia Mei, ha cercato di interpretare e dare contenuti nuovi al tema del viaggio, inteso non solamente come spostamento da un luogo a un altro (e, anche, sradicamento) ma come possibilità di conoscenza che diventa materiale di lavoro, e che attraverso l’incontro con l’altro da sé produce stratificazione di conoscenze e, quindi, un arricchimento per il progetto di ricerca stesso. Anche l’incontro con spettatori diversi, è stato sottolineato, contribuisce a questo arricchimento, generando contaminazioni che tendono a produrre, come risultato, un linguaggio insieme universale eppure unico se rapportato alle specificità dell’hic et nunc.
Sulla necessità di rendere fruibile questa esperienza è intervenuto l’editore di Cue Press, Mattia Visani, che si propone – attraverso le proprie pubblicazioni – di riportare al centro del dibattito politico, la cultura, della quale il teatro è parte importante e significativa.
Tornando alla contaminazione e all’ibridazione, che sono stilemi specifici della poetica e della prassi di Instabili Vaganti, Sun Yung Park, performer e studiosa della Corea del Sud, ha approfondito la differenza nell’approccio alla morte tra Oriente e Occidente e, in particolare, tra la propria cultura e quella dei messicani del Día de Muertos – che, per questi ultimi, è occasione di festa e un invito ai morti di tornare ad abitare le proprie case e a visitare i parenti e gli amici. Grazie al progetto Stracci della Memoria, Sun Yung, ha spiegato come sia riuscita a rielaborare il proprio sentimento culturale di lutto che, al contrario, la portava a vedere la morte di una persona cara solo come momento di profondo dolore – dato che i coreani vivono questa perdita come un abbandono dello spirito della persona amata – e a superare il dolore stesso.
L’artista visuale Luana Filippi ha spiegato l’importanza della scelta coloristica all’interno della performance, Il Rito. In particolare, ha raccontato come il bianco, a seconda delle culture coinvolte, possa essere interpretato simbolicamente come elemento di purezza, verginità, apertura alla vita (vedasi l’abito della sposa) oppure, nella tradizione orientale, come colore del lutto. In questi giorni è, tra l’altro, possibile vedere il suo intervento creativo, esposto sempre al San Filippo Neri, Il sogno della sposa.
A conclusione, Anna Dora Dorno, regista e co-fondatrice di Instabili Vaganti, ha spiegato come il libro sia una riflessione sul percorso artistico della Compagnia, nella ricerca utopistica di luoghi e situazioni. Si è anche posta la domanda se tutto ciò abbia ancora senso per loro, come Compagnia e individui, dopo 12 anni. Una possibile risposta potrà venire dal lavoro della Sessione internazionale, che si sta tenendo in questi giorni a Bologna e che si concluderà con la restituzione del lavoro al pubblico bolognese, il prossimo 5 giugno alle ore 20.30 – a conclusione del Festival. Dorno ha anche aggiunto che se il luogo utopico, dove fare ricerca, dove condividere e attuare un teatro altro, forse non esiste, potrebbe ancora essere possibile, anche se in modo frammentario e parziale, creare un’eutopia – ossia, un luogo buono dove creare e condividere opportunità, esperienze, linguaggi, poetiche, e ovviamente sogni.
Simona Frigerio ha concluso sottolineando come il lavoro di ricerca e la crescita di nuove realtà diventino ogni giorno più difficili anche perché il sostegno pubblico è in costante diminuzione, per la perversa logica contenuta nel nuovo Codice dello Spettacolo dal vivo e nei piani di un Fus che continua a privilegiare un teatro commerciale e borghese, sempre più autoreferenziale.
A conclusione dell’incontro, l’invito al pubblico di tornare mercoledì 30 maggio, alle 20.30, sempre al LAB Oratorio San Filippo Neri, per vedere la performance della quale si è tanto discusso, ossia Il Rito. L’entrata è libera e, anche per questo, è una dimostrazione che Instabili Vaganti è una Compagnia decisamente controcorrente.

Luciano Uggè

L’evento si è tenuto nell’ambito di
PerformAzioni Festival 2018:
LAB Oratorio San Filippo Neri
via Manzoni, 5 – Bologna

lunedì 28 maggio, ore 19.00
Presentazione del libro Stracci della Memoria
di Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola
Edizioni Cue Press, 2018
relatori: Anna Dora Dorno, Nicola Pianzola, Mattia Visani, Silvia Mei, Luana Filippi e Sun Yung Park
modera Simona M. Frigerio
www.instabilivaganti.com